Niente primavera quest’anno a Coney Island: siamo alla fine dei giochi per mamma e figlio Goldfarb, amici e fidanzate, siamo al punto in cui il godimento della propria droga personale non da’ piu’ gioia e bisogna salire di livello per sentirsi vivi.
Disturbante e manierista, ma sempre ricco di pregnanza visiva, Requiem for a dream racconta il vero 11 settembre degli USA, il crollo interiore del cittadino medio istruito a trovare serenita’, benessere e il motivo per vivere sempre e solo al di fuori di se’. Si puo’ essere felici stordendosi (qualunque sostanza si usi), ma non troppo a lungo, mai troppo a lungo. Se dimagrire e’ il tuo unico obiettivo, cosa farai quando l’hai raggiunto?
Aronofsky conferma il talento e lo stile di Pi, misurandosi stavolta con una storia meno originale ma piu’ esplicita: gli ultimi venti minuti di film sono una carrellata impietosa sul declino della nostra cosiddetta civilta’ e l’intero film andrebbe proiettato nelle scuole medie, invece di quegli sciocchi video didattici contro la droga.
Mafe