Regia di Chris Wedge e Carlos Saldanha

sceneggiatura di Chris Wedge, Lowell Ganz e Babaloo Mandel

Recensione n.1

Il timore è che dopo un quinquennio o giù di lì di prodigi che le tecniche digitali ci hanno portato, qualcuno cominci a rimpiangere dei cartoon veri, con sentimenti veri, movimenti dei personaggi veri, sogni veri.
Si, perchè ROBOTS è sicuramente un buon prodotto: soldi in cassa per la pluridecorata FOX, coreografie dei robottini digitali che strabiliano… ma la motivazione, la storia, la voglia di grande schermo mostrano in questo prodotto la corda.
I sentimenti sono sempre buoni, quelli giusti e impossibili che ci portano le favole: in un mondo di robot sgangherati dominati dal riciclo dei pezzi e dall’etica dei “poveri ma belli” arriva l’edonismo dell’estetica. Tutti i robot dovranno essere belli, nuovi e lucidi dentro ai loro muscoli cromati forniti dalla apposita multinazionale, mentre per i ferri vecchi che non si adattano sono pronti i forni distruttori.
Ovviamente il fantasioso e generoso robot RODNICK, proveniente dai bassifondi provinciali, si metterà alla testa degli sfigati che, per la serie “l’unione fa la forza”, batteranno la multinazionale della “bellezza per forza” a colpi di bulloni arrugginiti, rimettendo in sella il vecchio e generoso “padrone” nemico del
modernismo e del guadagno a tutti i costi, praticamente come se alla testa della Nike un gruppo di ciccioni scalzi mettesse Don Mazzi.
Ciò che sorprende è che questi “cartoni per adulti” digitali subiscono una involuzione proprio dove fin d’ora hanno stupito: nulla è ormai proibito agli sceneggiatori e agli ideatori delle storie, tutto potrà diventare pellicola e film, nessun freno è proponibile, come hanno dimostrato il geniale “Monster’s and Co” e lo spiazzante “Shrek”. Proprio ROBOTS invece ricalca milioni di storie del povero e debole che vince contro il forte e prepotente, con pochissime originalità e, in ultima analisi, poche trovate spettacolari, se si eccettuano le già citate coreografie godibili dei robottini danzanti.
Ad aggiungere allarme il doppiaggio scriteriato del protagonista affidato al pur volenteroso DJ Francesco che, a paragone dei collaudatissimi colleghi doppiatori dei personaggi di contorno, rischia di affondare definitivamente il film. Una domanda sorge spontanea: i distributori italiani avranno fatto bene i conti? Meglio rischiare di peggiorare un prodotto già così così, ma farlo precedere dall’onda d’urto del richiamo di un personaggio lanciatissimo dalla TV, o affidarsi solo alle qualità del film?
Una volta di più i distributori cinematografici italiani mostrano di essere delle volpi … purtroppo del deserto…

Andrea Castellanza

Recensione n.2

Una gioia per gli occhi! Mai frase fatta fu più azzeccata per descrivere questo film. Non capisco davvero il motivo di tanta sufficienza da parte della critica e frasi del tipo “ma l’Era Glaciale, dello stesso team creativo, era molto più divertente”. Non è vero, assolutamente. Certo, personalmente ritengo “L’era glaciale” un film molto sopravvalutato, specialmente visto quello che c’era in giro all’epoca (da “Shrek” a “Monsters & Co.”), ma che ci volete fare: non siamo tutti uguali, non guardiamo tutti Zelig od Il Bagaglino, giusto? Ok, come non detto…

“Robots” è tecnicamente straordinario, ti viene proprio voglia di allungare le mani per stringere quei simpatici pezzi di ferraglia. Il “look” dei personaggi è qualcosa di davvero incredibile e la loro caratterizzazione lo è ancora di più. Troverete battute a profusione, gag visive raffinate e scorreggione, citazioni cinematografiche e non solo, una morale contro l’omologazione che non guasta mai in un film ANCHE indirizzato ad un pubblico non propriamente “supergiovane”.

Nota di demerito:

Lo devo ammettere: non avevo una gran voglia di andarlo a vedere, soprattutto dopo aver letto quelle recensioni così freddine che neanche la corazza dei robots…

Nota di merito:

A me che, alla fine ho cambiato idea… ;o)

Da tenere:

Il gran ritorno di due sceneggiatori che hanno fatto la storia della commedia leggera americana dagli anni ottanta (“Splash, una sirena a Manhattan”, “Spie come noi”, “Gung-Ho”, “La vita, l’amore e le vacche”, ecc.) con qualche fondamentale incursione negli anni settanta (qualcuno per caso si ricorda di un certo “Happy Days” di “Laverne & Shirley” o de “La strana coppia”..?).

Da buttare:

Sono d’accordo e mi adeguo: tutte, e sottolineo TUTTE, le recensioni lette avevano qualcosa da ridire sul doppiaggio italiano del protagonista a cura di D.J. Francesco. Mi spiace, perché ‘sto cantante su di un’isola deserta ce lo vedrei bene, ma come doppiatore non è certo all’altezza di professionisti di comprovata esperienza. Lo stacco è netto e si sente tutto. Voleva fare per forza il doppiatore, o comunque la casa distributrice mirava ad un’operazione di marketing? Ok, bene, ma prima fatemelo allenare un po’, magari doppiando dei pornazzi teutonici! Fortunatamente i danni sono contenuti ed il film lo si può vedere ugualmente senza problemi (traduco: non siamo alla bassezza di uno “Shaolin Soccer”…).

Sito Internet:

http://www.robotsmovie.com/intl_splash.php?country=IT&dl=

BenSG, l’aspirante supergiovane col “testòn de fero”.

www.delikatessen.splinder.com