Torna dal 15 al 22 novembre la XXIII edizione del RIFF Awards – Rome Independent Film Festival. Sono 13 le sezioni del concorso, nazionali e internazionali, che verranno valutate da una giuria di esperti. Il RIFF, oltre alle opere in concorso, presenterà dei Focus dedicati a diversi paesi stranieri. Tra gli ospiti della XXIII edizione Giorgio Pasotti, Lina Sastri e i registi e interpreti delle opere in concorso: Giovanni Anzaldo, Enrico Lo Verso, Lidia Vitale, Matteo Olivetti, Cristiana Dell’Anna, Mirko Frezza, Antonio Bannò, Giorgio Colangeli, Martina Ferragamo e Simone Coppo, Giorgio Careccia, Aldo Marinucci, Beatrice Fiorentini e Paolo Briguglia. Tutte le proiezioni si terranno al Nuovo Cinema Aquila di Roma.
Emilio Lussu, il processo (Gianluca Medas). La notte del 31 ottobre 1926, come risposta all’attentato fallito a Benito Mussolini in quel di Bologna, l’abitazione cagliaritana di Emilio Lussu, antifascista e futuro autore di “Un anno sull’altipiano”, viene assediata dagli squadristi. Mentre il giovane fascista Battista Porrà accede al balcone della casa, cercando di entrarvi, Lussu gli spara e lo uccide… Gianluca Medas, artista ed erede dell’unica famiglia d’arte sarda, i fratelli Medas, che fa rivivere con la compagnia “Figli d’arte Medas”, realizza una docu-fiction decisamente avvincente su un caso storico che fece indignare le alte sfere del Fascismo, esitando nell’assoluzione dell’indiziato, per legittima difesa, ma di fatto nel suo confino a Lipari. Un piccolo grande film, interamente made in Sardinia, che si alimenta della vita dentro e fuori dal set, mostrando anche preziosi momenti della lavorazione in un cortocircuito meta-cinematografico appassionante per rendere ancora una volta giustizia ad uno dei padri della nostra attuale Repubblica. Enrico Lo Verso è un potente Emilio Lussu. Per non dimenticare. Feature film competition. Voto: 8
Eravamo liberi (Federico Sisti). Negli anni ottanta tra Fiumicino ed Ostia arriva uno sport mai visto prima: il surf. Principalmente grazie a tavole lasciate da turisti stranieri, alcuni giovani iniziano a cavalcare le onde del litorale laziale, completamente autodidatti, fino a formare la nazionale italiana, che gareggerà in giro per il mondo. Qualcuno ne ha fatto un lavoro, altri sono entrati nel mito. Oggi, quarant’anni dopo, si raccontano… Bellissimo mediometraggio che colpisce al cuore, restituendo le emozioni di allora, raccontando di ragazzi che hanno avuto la vita cambiata (in meglio), se non addirittura salvata, da uno sport leggendario. Con filmati d’epoca (che gli stessi surfisti giravano per rivedersi e migliorarsi e non come si farebbe oggi per mostrarsi) e le testimonianze odierne dei protagonisti di allora, la pellicola è un prezioso documento di uno sport raro in Italia e di un movimento culturale e di un mondo che quasi non ci sono più. Film di chiusura. Voto: 8
Di noi 4 (Emanuele Gaetano Forte). Quattro trenta/quarantenni, due coppie etero, meditano di mettere al mondo un figlio. Ma come si fa? Nessuno sembra avere i mezzi per mantenere l’eventuale prole, benché unendo le forze, tutti insieme, potrebbero farcela. Decidono così una sera di sorteggiare due di loro che si accoppieranno per il bene comune. Ma non potrà andare tutto come preventivato… Divertente lungometraggio appena sopra l’ora di durata che colpisce per la sua schiettezza e per la non linearità temporale. Girato prevalentemente con camera a mano per stare addosso ai suoi bravissimi e protagonisti, il film empatizza con i suoi personaggi e fa sorridere e riflettere. Vitale. Feature film competition. Voto: 7 e ½
Un lavoretto facile facile (Giovanni Boscolo). Due sicari si recano presso il domicilio di una vittima designata, ma riusciranno a sbagliare tutto, fino all’ultimo… Divertente cortometraggio che deve molto ai suoi protagonisti, Mirko Frezza e Antonio Bannò, ma anche alla scrittura molto accurata e ad una regia che ben coadiuva tutto. Umorismo nero a più non posso per un finale dolceamaro. Letale. Feature short competition. Voto: 7 e ½
Memorias de un cuerpo que arde/Memories of a burning body (Antonella Saudasassi). Premiato a Berlino con il Premio del Pubblico nella sezione Panorama, è un delicato racconto dove si intrecciano poeticamente le storie di tre donne cresciute in Costa Rica in una società machista e repressiva. Il film nasce come conversazione immaginaria con le nonne della regista, in cui si affrontano argomenti intimi mai esplorati prima d’ora. Incarnate tutte dall’attrice Sol Carballo, queste voci narrano storie vere e dolorose di aspirazioni soffocate, violenza e abusi subiti. Un racconto costruito con molta teatralità – in senso buono – e con un pizzico di ironia, partendo da un meta-cinematografico inizio dietro le quinte, con la stessa regista che si chiama in causa. Quello che dovrebbe essere una storia personale diventa così universale, parlando al mondo e al pubblico intero. Femminilista. Feature film competition. Voto: 7 e ½
‘O rione (Gianluigi Signoriello). Ivan è nato e cresciuto in un rione della periferia napoletana con una famiglia assente e senza prospettive di vita. In pratica uno slalom in una realtà fatta di dispersione scolastica ed ignoranza, di social con la loro apparenza e distanza umana, di criminalità e di apatia in generale nei confronti della vita. Ivan vive tutto ciò in maniera assolutamente passiva, sino ad arrivare a sviluppare dei disturbi psichici nel tentativo di adattarsi e sopravvivere al contesto. Una sera, mentre è con i suoi amici del rione, assiste ad una scena che lo segnerà definitivamente portandolo letteralmente ad esplodere… Il contesto da cui proveniamo ci modella e nascere nel posto sbagliato ci può condizionare per tutta la vita. Il cortometraggio di Signoriello penetra nelle dinamiche di un giovane che cerca una personale risposta al degrado sociale, la quale sembra coincidere con l’alienazione, sia essa psichica che fisica, se non con l’indifferenza. Coraggioso e militante. National short competition. Voto: 7 e ½
I sabotatori (Francesco Logrippo & Marco Minciarelli). Il trentenne Fra, conduce un’esistenza fatta di espedienti e lavoretti sottopagati. Ogni volta che prova a migliorare la sua condizione, magari con un nuovo colloquio di lavoro, qualcosa va sempre storto. Quello che non sa è che una misteriosa equipe lo monitora e cerca con ogni mezzo di farlo fallire… Divertente e brillante cortometraggio, basato su un’idea geniale nella sua semplicità, che colpisce nel segno per la sua follia, ma anche per il ritmo e la simpatia. I due registi si prestano anche come interpreti, Logrippo come protagonista e Minciarelli in un ruolo minore. Complottista. National short competition. Voto: 7 e ½
Salli (Lien Chien Hung). Hui-Jun, un’allevatrice di polli, ormai alla soglia dei quarant’anni, viene convinta dalla nipote ad installare sul suo cellulare un’app di incontri. Sotto lo pseudonimo di “Salli” inizierà così una relazione virtuale a distanza con un ragazzo parigino. Mentre tutti insinuano si tratti di una palese truffa, Salli un bel giorno decide di partire per l’Europa… Divertente lungometraggio taiwanese sull’amore e sulle tecnologie che dovrebbero aiutarci nella sua ricerca. Ovviamente tutto ciò che è virtuale nasconde mille rischi dietro e dentro di sé, ma il film si distingue per il coraggio della protagonista di osare in nome di un’agognata felicità e per una narrazione spiazzante. App…etitoso. Feature film competition. Voto: 7 e ½
The man who could not remain silent (Nebojsa Slijepcevic). 1993, Bosnia ed Erzegovina. Forze paramilitari fermano un treno in un’operazione di pulizia etnica. A bordo c’è un giovane uomo senza documenti che sta per essere portato via. Su tutti i passeggeri un militare in pensione, Tomo, si opporrà loro… Ispirato a fatti reali e alla persona di Tomo Buzov, il piccolo film croato, insignito della Palma d’Oro al Festival di Cannes 2024, mette i brividi, riuscendo in pochi minuti a ricostruire l’orrore di una guerra fratricida e di eventi senza senso, ricordandoci che ogni uomo può essere artefice del proprio destino. Ma non solo del proprio. Umanitario. International short competition. Voto: 7 e ½
6 minuti per farla innamorare (Francesco Apolloni). Un aspirante dongiovanni si accolla ad una bella studentessa nel tentativo di sedurla. Ma è solo la realizzazione di un cortometraggio. Dove però può nascere pur sempre un amore… Francesco Apolloni (La verità vi prego sull’amore, Fate come noi, Addio al nubilato) torna a sperimentare, questa volta nel formato del cortometraggio, sulle mille facce dell’amore. E lo fa in maniera sbarazzina, come neanche un diciottenne, con un twist meta-cinematografico che cattura lo spettatore, “costretto” a fare il tifo per il protagonista marpione. Amorevole. National short competition. Voto: 7
Bajo naranja/Underground orange (Michael Taylor Jackson). Un turista americano a Buenos Aires va incontro ad una serie di peripezie: dal furto dei suoi soldi appena cambiati all’incontro con un curioso collettivo di attori dalle identità sessuali variegate che mira a sequestrare l’ambasciatore statunitense in Argentina… Film indipendente che ricorda il primissimo John Waters per la sua carica anarchica e il ritmo dirompente. Il protagonista è lo stesso regista e nella struttura sgangherata trapelano temi non banali come il colonialismo, il passato dittatoriale argentino, l’ordine mondiale. Esplosivo. Feature film competition. Voto: 7
Non chiudete quella Porta (Francesco Benesta e Matteo Vicentini Orgnani). Ogni domenica, come un rito, a ridosso della porta omonima fino a viale Trastevere e lungo quel tratto di via Portuense, si svolge il mercato di Porta Portese. Merci non sempre di provenienza cristallina offerte da autentici personaggi, tra i quali qualcuno ancora ricorda Franco Lechner, al secolo Bombolo, che rivendeva piatti. I documentaristi intervistano alcuni tra i più pittoreschi commercianti che oggigiorno devono fronteggiare da una parte il Comune di Roma, che da quasi vent’anni cerca una soluzione alternativa, quanto tossica, e l’e-commerce, che sta togliendo poesia all’acquisto e clienti ai gestori dei banchi. Un ritratto unico per un mercato delle pulci che non ha rivali nel mondo. Riusciranno i nostri eroi a sopravvivere? Documentary competition. Voto: 7
Ronzio (Niccolò Donadini). Un padre e una figlia raccolgono il miele dalle loro api, in una specie di mondo perfetto, altro. Lei sta preparando il test per l’ingresso all’Università. Ma forse non ha tutte le carte in regola per rapportarsi a questo nostro, di mondo. Riusciranno le api a darle la calma per farcela?… Cortometraggio molto straniante, che inizialmente mischia bene le carte in tavola, realizzato per far conoscere l’ADHD. Un efficace Paolo Briguglia è un perfetto padre, Beatrice Fiorentini la delicata figlia. Sottile. National short competition. Voto: 7
The book of Jobs (Kayci Lacobs). Claudia Lerner presenta il suo libro davanti ad un pubblico per un firmacopia. È la storia della sua vita, che scorre sullo schermo come numerosi capitoli, vissuta nella Silicon Valley, parallelamente alle creazioni di quello che per lei è stato sempre un mito assoluto. Ma presto capirà che nella sua esistenza non è importante diventare un altro Steve Jobs, ma Claudia. Coming-of-age ispirato ad alcuni episodi della regista, ma realizzato in larga libertà creativa, il film, a tratti un po’ verboso, colpisce per la sua sincerità e spontaneità, per le giovani e brave interprete e per la presenza di Judy Greer nel ruolo della madre. Interessante e importante la funzione narrativa della Apple e del suo creatore che scandiscono l’incedere del racconto e la crescita della protagonista. Melizioso. Feature film competition/Film di apertura. Voto: 7
Tre regole infallibili (Marco Gianfreda). Il quattordicenne Bruno è nel panico: non riesce ad accettare che il suo amore per la coetanea Flavia sia corrisposto. Non ha proprio idea di come iniziare e portare avanti una storia d’amore. Forse qualcuno che potrebbe insegnargli qualcosa è molto più vicino di quanto possa pensare: Luca, il ragazzo che ha fatto innamorare quel “sasso” di sua madre… Brillante commedia d’ambiente siciliano sulle difficoltà dell’amore sia in giovane che in giovanissima età, con personaggi intimamente irrisolti, qualsiasi sia la loro anagrafe. Gli attori sono tutti perfettamente azzeccati, il montaggio di Claudio Di Mauro è molto curato, ma una sceneggiatura che non riesce a fare a meno della voce fuori campo e che a tratti è incerta su come procedere, toglie invece di aggiungere ad un film carino, che altrimenti sarebbe stato ancor più notevole. Famigliare. National feature competition. Voto: 7
Un movimiento extraño/An odd turn (Francisco Lezama). Lucrecia, addetta alla sicurezza di un museo, deve fare i conti con l’inflazione in un paese che sta per precipitare nel caos. Una sera scommette la sua liquidazione su una speculazione dettata da un pendolo improvvisato e presto la sua vita diventa un mix di sesso, soldi e lavori temporanei… Curioso cortometraggio argentino, premiato alla Berlinale, che combina la critica alla crisi economia del paese con i tempi attuali (attraverso le app di incontri) raccontando la vita così com’è: assurda e banale, con qualche colpo di coda. Beffardo. International short competition. Voto: 7
La casa di Ninetta (Lina Sastri). L’attrice Lucia (Lina Sastri), alter-ego della stessa attrice racconta, e vive l’ultimo periodo di vita della madre Ninetta, affetta da Alzheimer. È il pretesto per ricordare una vita non facile, con due figli e un marito che faceva la spola tra Napoli e il Brasile per poi non tornare più e i soldi che non erano un problema, ma non bastavano mai… Tratto da un libello scritto dalla stessa autrice, poi trasformato in spettacolo teatrale, è un omaggio alla genitrice scomparsa, a Napoli e alla vita. Un film personalissimo e anche coraggioso, anche naïf e sui-generis se vogliamo, che però non sempre arriva allo spettatore. Da un’attrice poliedrica e talentuosa come Lina Sastri, una pellicola che va accettata per quel che è. Prendere o lasciare! Feature film competition. Voto: 6 e ½
Thinkle (Chiara Amenta, Claudia Antonioli, Enrica Carpentieri, Giorgia D’Aleo, Fabio La Gattuta, Gabriele Minotti e Bianca Santarelli). Un uomo e il luoghi della sua mente. Viene condotto ad esplorare stanze che contengono traumi passati. Sarà arrivato il momento di rielaborarli per diventare una persona ed un padre migliore? Discreto cortometraggio d’animazione, diretto a sette mani, che fornisce una metafora della psicoterapia (non a caso l’accompagnatore si rivelerà essere un terapeuta) e che ci lascia riflettere, senza troppi fronzoli. Intimo. Animation short competition. Voto: 6 e ½
Transformation (Marcel Bassotti). In un futuro lontano, gli ultimi Drazkul, esseri altamente intelligenti, sono dovuti fuggire dalla loro terra natìa, un pianeta ormai distrutto dai loro nemici. Stanno cercando un nuovo mondo per sopravvivere. E l’hanno trovato… Interessante cortometraggio tedesco, realizzato con l’ausilio dell’AI, sul concetto di evoluzione di un mondo e di una società, destinati comunque a ripetere gli stessi errori. Pessimista. International short competition. Voto: 6 e ½
La fuga dei folli (Emilio Fallarino). Quattro stravaganti personaggi nell’Italia a cavallo tra gli anni settanta e ottanta attraversano il paese in fuga per dare sepoltura ad un loro amico che trasportano in macchina. In realtà sono pazienti di un ospedale psichiatrico, rimasti “senza casa” all’indomani dell’entrata in vigore della legge Basaglia… Cortometraggio tragi-comico – sempre più tragico e meno comico man mano nel suo sviluppo – che vuole denunciare come molti malati di mente dopo il 1978 rimasero “sfrattati”. In realtà le cose andarono in modi variabili a seconda dei gradi d’applicazione da parte delle varie regioni: ad esempio a Roma “i matti” rimasero a lungo tra le mura del comprensorio di “Santa Maria della Pietà”. Denunciare velatamente gli effetti collaterali di una legge, che fu invece un esempio di civiltà, rischia di essere davvero ambiguo. Più precisamente al Paese mancarono i soldi per attuarla pienamente. Mentre il piccolo film di Fallarino cerca più una provocazione, difficile da raccogliere e accettare. Demagogico. National short competition. Voto: 6
“Tre regole infallibili” di Marco Gianfreda – Miglior Lungometraggio Italiano
“Salli” di Lien Chien Hung – Miglior Lungometraggio Internazionale
“Non chiudete quella porta” di Francesco Banesta & Matteo Vicentini Orgnani Miglior Documentario
Una Menzione Speciale va al documentario “Renzo Chiesa, Chiesa Renzo” di Paolo Boriani
“After the Odissey” di Helen Doyle Miglior Documentario Internazionale
Una menzione speciale a “Memories of a Burning Body” di Antonella Sudasassi Furniss
Un riconoscimento speciale va al documentario che ha chiuso la kermesse, “Eravamo liberi” di Federico Sisti: il comitato organizzativo del festival ha deciso di premiare la produttrice Rosa Chiara Scaglione per il suo impegno sociale e culturale
Due premi speciali a tematica LGBTQIA+ assegnati da Mario Colamarino, Presidente del Circolo Mario Mieli e Giordano Serratore vanno al cortometraggio “Made of Love” di Clèmence Dirmeikis e al lungometraggio “Underground Orange” di Michael Taylor Jackson
Premio Rai Cinema Channel al Miglior Corto Italiano “Sommersi” di Gian Marco Pezzoli
“Un lavoretto facile facile” di Giovanni Boscolo Miglior Corto Italiano
Una Menzione per i cortometraggi italiani va a L’ultimo sogno di Davide Maria Marucci.
“Transformation” di Marcel Barsotti Miglior Corto Internazionale
Una Menzione speciale per i cortometraggi internazionali va a 6.21 di Sergei Ramz.
“Better so” di Jaakko Ylitalo miglior corto studenti
“The Strange Case of the Human Cannonball” di Roberto Valencia Miglior Corto Animato
Il Premio alla Miglior Sceneggiatura per un Lungometraggio va a Marco Minicangeli per “All’ombra del suo corpo”
Il premio per la Miglior Sceneggiatura di un Cortometraggio va a “Oh boi!” di Sara Mancini
Il Premio al Miglior Soggetto per un Lungometraggio va a “Il burattinaio” di Laura Nuti
Dal nostro inviato Paolo Dallimonti.