Scheda film

Regia, Sceneggiatura e Voce narrante: Gianfranco Pannone
Soggetto: Gianfranco Pannone, Marco Fiumara
Fotografia: Tarek Ben Abdallah
Montaggio: Tommaso Valente, con la consulenza artistica di Erika Manoni
Musiche: Daniele Sepe
Suono: Marco Fiumara, Marco Saveriano
Italia, 2012 – Documentario – Durata: 73′
Uscita: 8 ottobre 2012
Distribuzione: Kimerafilm
Sale: 1

 La rivoluzione nucleare

Torna Gianfranco Pannone, uno dei documentaristi più quotati in Italia, schierandosi in prima persona, come narratore ed anfitrione, per un argomento che gli sta molto a cuore: la (ir)resistibile epopea del nucleare pontino, primo assoluto nel nostro paese. Nativo di Latina, il regista ripercorre le tappe della costruzione di ben due reattori – di cui uno, il Cirene, mai attivato – nel capoluogo di provincia laziale, dagli anni sessanta ad oggi.
Pannone intervista personalmente personalità del posto che hanno rispettivamente appoggiato od ostacolato il trionfo della nuova fonte di energia, mescolandovi filmati di repertorio dell’epoca, pregni di una retorica allucinante, degni di quel ventennio fascista, che Latina, fondata da Mussolini, dopo le bonifiche delle paludi locali, ben ricorda. Una sorta di neo-rivoluzione industriale a cavallo dell’atomo che, iniziata cinquant’anni prima, sull’onda del boom economico di cui beneficiò la nazione, ha attraversato fasi alterne: il referendum del 1987 in seguito, tra l’altro, al catastrofico incidente nella centrale di Chernobyl, con cui gli italiani dissero no all’esperienza nucleare (o almeno credettero di farlo, limitando in realtà solo in parte l’esperienza fin là condotta), le dissennate politiche restauratrici portate avanti da Silvio Berlusconi – benché in un’Europa interamente nuclearizzata avessero una loro, perversa logica – e finalmente una nuova consulta elettorale nel 2011 che pose definitivamente fine al nucleare italiano, benché dopo l’incidente occorso all’impianto di Fukushima in Giappone, in seguito al sisma che colpì la nazione nei primi mesi dell’anno, il governo stesse già ritornando sui suoi passi.
L’analisi di Pannone nell’ora abbondante di documentario è molto acuta e volta a dimostrare alcune interessanti tesi: che la centrale nucleare di Borgo Sabotino, frazione di Latina, sia in finale solo una copertura per altre e peggiori immondizie sepolte nei paraggi; che – e questa è un po’ più di una (ipo)tesi – l’inizio del boicottaggio negli anni ottanta fosse voluto sotto sotto dalla NATO per evitare che l’Italia vendesse l’avanzata tecnologia delle sue centrali a “stati canaglia” come Cuba o la Libia; che, iniziata alla fine della Seconda Guerra Mondiale con lo sbarco delle truppe ad Anzio, una sorta di colonizzazione e controllo da parte degli USA di quel territorio, strategicamente a pochi chilometri dalla capitale, fosse continuata con la costruzione dell’impianto nucleare a sud di Roma.
Forte anche del contrasto derivato dalle musiche leggere e quasi ironiche di Daniele Sepe, Scorie in libertà è un’acuta lezione di storia patria, antropologia e scienze politiche ed economiche, un documento unico, allo stesso tempo universale e molto personale – la stessa famiglia Pannone, come tutti gli abitanti del luogo, ha avuto a che fare in un modo o nell’altro con la centrale – da tenere presente a futura memoria per il popolo italiano e la classe politica che negli anni deciderà di darsi, entrambi potenzialmente assai smemorati.
RARO perché… meglio continuare ad ignorare, no?
Note: il film è uscito soltanto al Nuovo Cinema Aquila di Roma, pur riuscendo ad essere programmato nei mesi successivi qua e là in una specie di tour attraverso la penisola.

Voto: * * *½

Paolo Dallimonti