La Finestra segreta è l’anticamera di un mondo “altro”, un luogo-feticcio che sorvola l’eremo immaginario e fisico del film di david Koepp. La casa di legno immersa nella palude nebulosa è simbolo caro a king e a troppi altri, è rivisitata ora da un terrore più intimamente connesso allo scrittore come figura autoriale.Lo straniamento sonollento che affligge Morton si addensa in un precipitare di smorfie e contrazioni gestuali di mani e volto che Johnny Depp trae dal vasto repertorio di esseri burtoniani. Lo scrittore Morton Rainy è svagato, indolente, e in fondo prototipo e banale per questo, e come tale costretto alle sue disavventure, al cedimento degli occhi e della mente al circolo vizioso del “plagio”. Questa ossessione si incarna nella fumosa
sagoma di Turturro-Shooter , che viola la casa con l’accento carico e un sembiante volutamente, inevitabilmente spettrale. Koepp accentua la contaminazione tra fiction e realtà dall’interno con pause e particolari sgranati, schernendo quasi le incalzanti morti e follia con impietose battute alienanti e “ritorni” come nel ronzio delle mosche, forse schegge della personalità sdoppiata ed evanescente del protagonista. Lo spunto non originalissimo si incanala nell’inquietante alone del finale precluso, stridente con l’emblematica “riscrittura”della conclusione perentoria e assurda del racconto “finestra segreta” da parte di uno dei personaggi di Rainy, sfuggito alla carta.

Chiara F