Scheda film
Regia: Harald Zwart
Soggetto: dal romanzo di Cassandra Clare
Sceneggiatura: Jessica Postigo Paquette
Fotografia: Geir Hartly Andreassen
Montaggio: Joel Negron
Scenografie: François Séguin
Costumi: Gersha Phillips
Musiche: Atli Örvarsson
USA/Germania, 2013 – Fantastico – Durata: 130′
Cast: Lily Collins, Jamie Campbell Bower, Jonathan Rhys Meyers, Robert Sheehan, Kevin Zegers, Godfrey Gao, Jemima West
Uscita: 28 agosto 2013
Distribuzione: Eagle Pictures
Titolo recensione
Già in prossimità della conclusione della saga di Twilight, la Eagle Pictures cominciò a darsi da fare per la ricerca di un’epopea cinematografica, tratta a sua volta da un’altra letteraria, che potesse bissarne il successo. Ma The tomorrow series e Beautiful creatures non si sono mostrate all’altezza e, al di là della loro possibile continuazione o meno, sia produttiva che distributiva, la ricerca è continuata.
Con Shadowhunters forse una soluzione potrebbe essere stata raggiunta, non fosse altro che per il regista, quell’Harald Zwart dell’indimenticabile #Un corpo da reato, ma anche perché tra tutte questa è quella più simile, per una serie di motivi, a quella tratta dai romanzi della Hardwicke. Ad essere saccheggiato stavolta è il corpus delle opere letterarie di Cassandra Clare, “The mortal instruments”, che narra di Clary (la Lily Collins del Biancaneve di Tarsem), inconsapevole figlia di una “guardiana”, che scoprirà prima la sua essenza non completamente umana e quindi come il suo e nostro mondo sia duramente conteso tra noi e una schiera di demoni costantemente da fronteggiare, impegnandosi in prima persona ed iniziando a giocare quando il gioco si farà duro.
A che cosa serve però mettere dietro la macchina da presa un bravo regista, se questi deve ritrovarsi una buona fetta dei comparti a remargli contro? Quasi come in una congiura, a partire dal soggetto, ossia i romanzi della Clare, seguendo poi con la sceneggiatura di Jessica Postigo Paquette, vengono inanellate una serie di banalità e pure di ingenuità/errori (ad esempio l’amico Simon, dopo una colluttazione con alcuni demoni, appare più in forma di prima, come a lasciare intuire che ne sia stato morso, malgrado la cosa non venga più ripresa…. dobbiamo forse attendercelo nel sequel?), come anche di personaggi stereotipati, interpretati da attori che per gran parte gigioneggiano, primo fra tutti un assolutamente poco credibile Jonathan Rhys Meyers nel ruolo del cattivone della storia. Non sembrano voler collaborare neppure lo scenografo François Séguin e Mark Lawton, supervisore agli effetti speciali, che riciclano idee lungo oltre trent’anni di cinema fantastico, a partire da Ghostbusters fino ad arrivare a Stargate (si pensi ai varchi dimensionali), per poi sfornare i lupi mannari meno affascinanti dai tempi di Twilight, dai quali sembrano perlopiù clonati.
Anche gli attori – vedi sopra a proposito di Rhys Meyers – non sembrano impegnarsi più di tanto in una pellicola che potrebbe – il condizionale è d’obbligo – regalare loro molto, con le torme di giovinette pronte a riversarsi, almeno sulla carta, in sala.
Il risultato è poco più d’un filmetto, dietro al quale si ravvisa una robusta regia, che però non può certo fare miracoli, trovandosi a gestire ben poca roba. Attendiamoci pure i seguiti, dai quali a ragione è lecito aspettarsi ancora di meno.
Voto: 5 e ½
Paolo Dallimonti
Intervista a Cassandra Clare
C’è un personaggio, un costume di scena o una parte della scenografia che ti ha fatto pensare “wow, è esattamente come me l’ero immaginato” quando l’hai visto?
La prima volta che ho visto la Città di Ossa ho pensato “wow, è esattamente come me l’ero immaginata”. È…non voglio rivelare troppo a riguardo, ma è veramente fantastica e incredibilmente dettagliata. Ogni piccola parte del set è diversa e mi sembrava davvero fosse un luogo reale.
L’ispirazione per la storia di Shadowhunters – Città di Ossa è venuta da una tua visita da un tatuatore. Hai dei tatuaggi? Sono ispirati ai tuoi romanzi?
In realtà non ho tatuaggi. Purtroppo non sono mai stata in grado di decidermi su un particolare tatuaggio, ma mi piacerebbe molto farne uno e sto pensando di tatuarmi una delle Rune quando uscirà il film.
A che cosa si ispira il tuo fantastico nome d’arte?
È il nome della sorella di Jane Austen. Scriveva storie per sua sorella, è stata questa l’ispirazione.
Quale valore aggiunto darà il film alla storia per i lettori che già la conoscono e la amano?
Penso che un film contribuisca sempre a dare altre sfumature di significato a una storia, nello stesso modo in cui lo fanno un adattamento teatrale o un pezzo musicale ispirati a una storia. Un film è un interpretazione di un libro, quindi penso che possa dare alle persone un’opportunità di vedere un’altra interpretazione del libro.
Quali scene sei più curiosa di vedere?
Credo che per quanto mi riguarda sia un testa a testa tra il party di Magnus e la scena della serra con Clary e Jace che tutti conosciamo e amiamo.
Hai mai dato un consiglio ad un attore riguardo al proprio personaggio che l’ha sorpreso?
Non sono sicura di aver dato un consiglio che ha realmente spiazzato uno degli attori, ma ho sicuramente parlato con loro del fatto che dovevano sentirsi liberi di interpretare i personaggi per come li vedevano senza cercare di allinearsi a nessun’altra interpretazione specifica. Sai, ogni fan ha la sua opinione riguardo a com’è ciascun personaggio, ma volevo che gli attori si sentissero liberi di interpretare i personaggi per come li vedevano in prima persona.
Che cosa rende Harald Zwart il regista ideale per questo film?
Penso che Harald sia il regista ideale per questo film perché in realtà non è un regista fantasy, non hai mai diretto film fantasy prima di questo. Ciò non vuol dire che non gli piaccia il genere fantasy, ma ha affrontato il progetto dal punto di vista di una persona che nei suoi lavori si è sempre concentrata sulle relazioni emotive tra i personaggi. Per questo motivo, anche in questo caso ha lavorato molto sui legami emotivi tra i personaggi, i rapporti tra di loro. Trova che sia molto importante sottolineare come ogni personaggio abbia un rapporto con ciascuno degli altri e penso che questa sia la base per rendere un fantasy realistico.
È difficile lasciare le redini della tua storia ad uno sceneggiatore e lasciare che qualcun altro trasponga le tue parole sul grande schermo?
In realtà sono una maniaca del controllo, quindi è difficile separarsi da una storia e lasciare che qualcun altro subentri con la sua interpretazione della stessa. Lavorare con Constantin, tuttavia, è stato fantastico. Hanno sicuramente discusso a lungo con me a riguardo, hanno preso in considerazione la mia opinione e hanno riflettuto sui consigli che ho dato. Alla fine, così come i miei lettori, non vedo l’ora di vedere il prodotto finito e sono pronta ad essere sorpresa.
Quando Lily è stata scelta per interpretare Clary, che consigli le hai dato per interpretare al meglio la parte?
Quando Lily fu scelta per interpretare Clary, rimasi sorpresa, perché non mi ero resa conto che avrebbero scelto lei. Per questo motivo, credo di averle consigliato di non sentire la pressione del fatto che ci fossero molte persone legate fortemente a Clary che avrebbero voluto vedere il personaggio interpretato in un certo modo. Le ho detto di non prestare troppa attenzione al fatto che i fan volessero essere sicuri del fatto che avesse i capelli della giusta tonalità di rosso o gli occhi dell’esatta tonalità di verde, ma di cercare invece di carpire quello che secondo lei costituiva l’essenza del personaggio. Credevo molto nella sua abilità nel farlo e, da quello che ho visto, ci è riuscita appieno.