Scheda film
Regia e Soggetto: Stefano Sardo
Fotografia: Giovanni Giommi
Montaggio: Stefano Cravero
Musiche: Valerio Vigliar
Italia, 2013 – Documentario – Durata: 73‘
Uscita: 30 maggio 2013
Distribuzione: Tucker Film e Indigo Film
Sale: 12
Il resto del Carlìn
Chi è Carlo Petrini? Se il Big Mac per voi non nasconde segreti, se il chilometro zero è solo spazio non percorso stando comodamente spaparanzati sulla vostra poltrona più comoda e se la Coca Cola è la vostra bevanda preferita, non solo non saprete rispondere alla domanda, ma sicuramente non ve la sarete mai posta, né mai ve la porrete. Il signor Carlìn – questo il soprannome con cui è noto alle persone a lui più care – è un uomo che, dopo una lunghissima serie di esperienze che hanno caratterizzato una vita degna da sola di essere raccontata in un film, ha fatto delle tradizioni e degli alimenti di una volta il suo credo esistenziale. E lo ha fatto fondando l’associazione “Slow Food” che, già dallo pseudo-neologismo che ne contraddistingue il nome, si pone programmaticamente contro quello conosciuto ai più come “Fast Food”, nel nome di una rivoluzione, appunto, “lenta”, anche attraverso la promozione degli ormai stranoti “Presìdi”, interventi mirati sul territorio per salvaguardare o rilanciare piccole produzioni artigianali a rischio di scomparsa.
Tutto cominciò nel 1986 con l’associazione gastronomica “ArciGola”, per dar vita, appena tre anni dopo, al fenomeno succitato, restando pur sempre in quel di Bra, ma riuscendo a diffonderlo in ben 150 paesi.
Tra “bischerate”, passioni politiche, ristoranti, riti contadini riesumati, vino, viaggi, scommesse vinte o perse e con il sale di una indistruttibile e burbera ironia, lungo il documentario emerge la storia di un gruppo di amici di provincia che, forse neanche volendolo fino in fondo, hanno cambiato il mondo negli ultimi 25 anni.
Ma, attenzione: con “Slow Food” non stiamo parlando del mangiare “sano” o biologico, poiché tra i presìdi difesi dall’associazione figurano cibi e bevande capaci di far inorridire qualsiasi salutista e/o di far schizzare al loro degustatore i livelli di colesterolo nel sangue. Carlo Petrini si è battuto per anni in favore della qualità di quello che mangiamo, privilegiando quelle produzioni artigianalmente elaborate che preservano il gusto, mantenendo intatta la propria unicità e le caratteristiche peculiari.
Stefano Sardo, cosceneggiatore de La doppia ora di Giuseppe Capotondi e compaesano di Carlìn, attraverso un racconto che trasforma il documentario in una divertente commedia all’italiana, ha il solo difetto di tendere all’agiografia, schierandosi nettamente dalla parte del suo protagonista, senza un benché minimo contraddittorio. Certo, di Petrini viene anche accennata la malattia, ribadendo velatamente da una parte il messaggio che il mangiare “slow” non sia necessariamente né assolutamente “salutare”, ma non risparmiando dall’altra di farne un martire per la causa.
Così Slow food story, pur regalando una gradevole ed abbondante ora in compagnia di un singolare personaggio, permettendoci di conoscerlo da vicino e facendocelo risultare all’uscita dalla sala come un caro e vecchio amico, non va però oltre il monumentale spot nei confronti suoi e della sua associazione.
RARO perché… è il grosso spot di una grossa associazione.
Voto: 6
Paolo Dallimonti