Recensione n.1

Una delusione.
A parte le vette – il giovane Hitchcock, i giganteschi Powell e Pressburger, il New Cinema, Ken Russell, tante commedie d’alto livello – il grosso del cinema inglese è d’argomento storico e letterario e a me piace parecchio. Ma mi rendo conto che si possano considerare freddi e perbene e desiderare qualcosa di più vispo e crudo. Trainspotting, per me, era il perfetto antidoto ad Attenborough e Merchant-Ivory: un film la cui vitalità ed inventiva erano al servizio di una intelligenza morale e di una visione del mondo. E si rideva pure. Lock & Stock era stato moderatamente divertente – questo Snatch molto meno. Una minestra riscaldata che non migliora per l’intervento di alcune star hollywoodiane.
Quel genere di film ‘cool’ in cui omicidi e massacri sono giustificati da una battuta di spirito o da una inquadratura ‘originale’. L’inglese americanizzato Ritchie sembra voler aggiungere un titolo a quel curioso microgenere americano che tenta di rappresentare l’Europa come molto più violenta e pericolosa degli USA: Frantic, Killing Zoe… Vari criminali multietnici (vari attori di nome ridotti a cartoni animati) danno la caccia ad un diamante e ci sono degli incontri di boxe clandestina.
Faccio notare che, malgrado ciò che il film tenta di far credere, la boxe clandestina è praticata da falliti: se valessero qualcosa come pugili sarebbero dei professionisti. Se lo fanno clandestinamente è perchè non resisterebbero due riprese in un match regolare. La boxe in Inghilterra è popolarissima e regolare quanto può esserlo uno sport professionistico (abbastanza). E’ anche legale scommettere. Ma il fatto che la boxe sia abbastanza pulita rende difficile truccare le scommesse: perciò la boxe clandestina. Ma Ritchie deve inventarsi questo sottomondo violento e divertente e cool… Il tema dei cadaveri divorati dai maiali sembra essere la grande idea del 2001.
La colonna sonora è di una bassezza e ruffianeria mai sentite: hanno pure il coraggio di fare dell’ironia su Kylie Minogue dopo averci ammanito gli UB40…
In positivo, il ritmo non è male. Verso la fine le traiettorie dei vari criminali si intrecciano con brio da pochade-grandguignol e per una ventina di minuti si ride sul serio. Puro meccanismo, ma funziona. Ma non per molto.
Brad Pitt è veramente notevole. Fight Club deve avergli rivelato finalmente il suo vero fascino. Le scene di combattimento, specie l’ultima, sono superbe.
Quindi, solo una mezza delusione.

Stefano Trucco

Recensione n. 2

Rapinare una gioielleria inglese e piazzare i diamanti in America? Piu’ facile a dirsi che a farsi, in un film di Guy Ritchie.
Testarossa e’ un boss criminale che non ha nulla di umano, a parte un debole per i maiali, che nutre amorevolmente coi cadaveri dei suoi nemici. Il Turco organizza per lui incontri di boxe a mani nude. Sarebbe un sodalizio perfetto, se non fosse per Mickey, pugile improvvisato dalla parlata incomprensibile, che coi suoi continui colpi di testa fa precipitare la situazione. Nel frattempo tre rapinatori dai modi non esattamente professionali tentano il colpo a una casa da gioco. Vengono in possesso di un diamante da 86 carati, ma finiscono anche loro nella lista nera di Testarossa, proprietario del locale. I maiali hanno già l’acquolina in bocca, ma alla fine sarà Mickey a scappare coi soldi delle scommesse clandestine e il Turco a piazzare il gigantesco diamante, dopo infinite peripezie e molto sangue versato su tutti i fronti.
Questo “Snatch” ha tutti i pregi e i difetti dei film che giocano sul puro accumulo. Guy Ritchie pigia sull’acceleratore, incalza con la mdp i suoi personaggi e confeziona un tour de force visivo e narrativo a tratti sfiancante a tratti irresistibile, un divertissement cinefilo tutto condotto a colpi di vorticismo narrativo, in cui passaggi a vuoto si alternano ad improvvise accelerazioni di ritmo e lampi di comicità spiazzante a soluzioni che ormai fanno sbadigliare pure i bambini di 5 anni.
Quello che va in scena e’ un universo di umanità quantomai variopinta, con Ritchie abile ad orchestrare la gran quantità di movimenti e posizioni di macchina e a volgere in maschera grottesca la naturale fisicità del suo parco attori. Indubbiamente il plot prende le mosse da una tradizione ormai ben collaudata ed e’ difficile non vedere l’ombra di Tarantino dietro un film imperniato su killer schizzati, incontri truccati, valigette rubate e tanto piombo e sangue a fare da contorno. Resta il fatto che il regista britannico riesce comunque a salvare il tutto grazie alla sua disinvoltura stilistica: le sequenze sono ben ritmate (Ritchie e’ maestro nell’arte di costruire il crescendo d’intensità e di dare alle sequenza una chiusura efficace), i dialoghi serrati e i frequenti virtuosismi danno corpo al generale senso di follia che impregna le vicende narrate, con esiti non di rado esilaranti. Certo, non sempre l’opera di reinvenzione riesce. A tratti pare di assistere a una riedizione di Pulp Fiction, con personaggi scopertamente tarantiniani alle prese con complicazioni tipicamente tarantiniane nel quadro di una scansione a salti temporali che del tarantinismo rappresenta praticamente il marchio di fabbrica. Due o tre passaggi sono ai limiti dello sciacallaggio, ma la storia, nel complesso, funziona.
Maurizio Antonini

Recensione n.3

***1/2 spoiler alert: level 2
Atteso al varco con la sua seconda opera dopo “Lock & Stock” (anche se il quasi sempre attendibile Internet Movie Database cita anche un fantomatico film del 1995 intitolato “Hard case”) il coetaneo Guy Ritchie (più famoso a dire il vero come attuale marito di Madonna che come regista o mio coetaneo…) si conferma un bravo sceneggiatore e al tempo stesso un regista sempre più padrone della “macchina cinema” (il che vuol dire tutto e niente, ma suona comunque bene).

Ma bando alle pedanterie, che cosa funziona in “Snatch”? Praticamente tutto. I dialoghi sono brillanti al punto giusto, gli innumerevoli personaggi sono ottimamente caratterizzati ed interpretati, ogni attore è ben amalgamato l’uno con l’altro e senza tanti divismi (ma d’altronde è anche vero che il belloccio Brad pitt ha già più volte dimostrato di non essere solo un manichino e di avere quasi sempre un ottimo intuito per la scelta di copioni non banali o troppo hollywoodiani. Beh, orrido “Vi presento Joe Black” a parte, s’intende…).

E allora che cosa non funziona in “Snatch”? Eh, è una questione di sensazioni, ma che effettivamente non riguardano la pellicola presa come singola opera. Mi spiego. Chi ha appena visto “Snatch” non potrà non amare anche “Lock & stock”. Chi ha visto “Lock & stock” sicuramente amerà anche “Snatch”, solo che un piccolo dubbio s’insinuerà nel suo cervellino di spettatore attento: non è che forse siano in fondo lo stesso film? Tante storie, tanti personaggi che convergono in un unico punto, in un’unica situazione, con conseguenze paradossali, esilaranti e sanguinolente. Già, capita in tutti e due i lavori di Guy Ritchie. Passi che il suo modo di concepire le storie sia debitore di Tarantino (ad un certo punto, in “Lock & stock” c’è perfino un attore che, osservando una carneficina, commenta con “Ma cos’è questo? Pulp Fiction?”), ma che cominci a clonarsi i film questo no. Ok, andatelo a vedere, merita ed è sicuramente una delle sorprese più piacevoli di questa stagione, ma per quanto mi riguarda attenderò con molta impazienza la prossima opera di questo brillante, ma per ora non così originale, autore. Però ripeto: ANDATELO A VEDERE!!! Vale tutto il prezzo del biglietto, questa è a dir poco una certezza!

DA TENERE: L’atmosfera di sano divertimento e scazzataggine che caratterizza tutto il film. Irresistibili moltissime situazioni, quella del cane in primis.

DA BUTTARE: La visione di “Lock & stock” prima di “Snatch”. Guardatevelo dopo, magari in DVD (è distribuito da Cecchi Gori e, “speciali a parte” è realizzato piuttosto bene).

NOTA DI MERITO: Era da un po’ troppo tempo che qualcuno non riempiva il vuoto lasciato da Tarantino senza farlo troppo rimpiangere. Anche solo l’ambientazione inglese differenzia abbastanza i due autori, però non aspettatevi il genio del folle regista americano: lui è arrivato per primo.

NOTA DI DEMERITO: Appuntamento al prossimo film di “Mr.Madonna”.

SITO: http://www.snatch-themovie.com/snatch.html

Ben, aspirante Supergiovane