Scheda film
Regia: Gennaro Nunziante
Soggetto e Sceneggiatura: Gennaro Nunziante, Luca Medici
Fotografia: Agostino Castiglione
Montaggio: Pietro Morana
Scenografie: Francesco Frigeri
Costumi: Marina Roberti
Musiche: Luca Medici
Suono: Massimo Simonetti
Italia, 2013 – Commedia – Durata: 90′
Cast: Checco Zalone, Aurore Erguy, Miriam Dalmazio, Robert Dancs, Ruben Aprea, Valeria Cavalli, Orsetta De Rossi
Uscita: 31 ottobre 2013
Distribuzione: Medusa
L’aspira crisi
Dopo Cado dalle nubi e Che bella giornata, la coppia d’oro composta da Gennaro Nunziante e Checco Zalone torna sul grande schermo per la gioia delle casse della Taodue di Pietro Valsecchi e della Medusa, con quello che, almeno sulla carta, si annuncia come un altro clamoroso successo, al quale spetterà l’arduo compito di provare a demolire i record precedentemente fatti registrare al box office nostrano nelle scorse stagioni: 15 milioni di euro il primo e la bellezza di 45 milioni di euro il secondo. Visti i numeri da capogiro, il budget a disposizione (circa 8 milioni di euro) e la vagonata di copie messe a disposizione della pellicola a partire dal 31 ottobre (1.200 circa), non c’è alcun dubbio sul fatto che, tanto la produzione quanto la distribuzione, puntino tantissimo sulla coppia pugliese. Fare meglio o quantomeno eguagliare i straordinari incassi dei film del 2009 e del 2010 non è cosa semplice, ma le vie del botteghino si sa sono infinite. Dunque, se la regola del non c’è due senza tre non fallisce, per Sole a catinelle si preannuncia un futuro tintinnante.
Messe da parte le aspirazioni canterine di un musicista e di una guardia di sicurezza pugliesi in trasferta lombarda, questa volta Checco se la dovrà vedere con il “mestiere” più arduo, ossia quello del padre e con una serie di aspirapolvere da vendere a tutti i costi. Una promessa fatta al figlio li porterà ad affrontare una spericolata e divertente vacanza tra il Molise e la Liguria all’insegna dello scrocco, mentre intorno a loro la crisi imperante lascia a casa migliaia di persone. Zalone e Nunziante puntano sul rapporto generazionale, rimanendo però fortemente attaccati ad un tema attuale come quello della crisi a 360° che sta soffocando l’Italia e non solo. Qui la coppia tenta, riuscendoci a nostro avviso, di mettere in quadro un mix di film lontanissimi anni luce come In viaggio con papà e Bugiardo bugiardo. La folle combinazione riesce anche grazie all’alchimia che si viene a creare tra Checco e suo figlio Nicolò, quest’ultimo interpretato dal bravissimo Robert Dancs (grande spontaneità che va di pari passo con la fotogenia).
Il leit motiv è l’incontro tra il sapere fare ridere e il volere fare riflettere, un connubio con il quale si trova a fare i conti lo spettatore quando sul piccolo e sul grande schermo si materializza uno dei comici più amati dalle platee cine-televisive. Da una parte si affronta un argomento attuale evitando di puntare necessariamente il dito verso qualcosa o qualcuno, tantomeno scomodare questa o quell’altra ideologia, dall’altra si mette in scena il delicato rapporto tra un padre e suo figlio, ma senza abbandonarsi mai a facili moralismi. In entrambi i casi, l’arma a disposizione del duo è l’ironia travolgente che caratterizza il loro modo di fare commedia, senza alcun dubbio politicamente scorretto, a tratti dissacrante, provocatorio e persino cinico, ma mai e poi mai votato al trash e alla volgarità gratuita, figli legittimi di una comicità facile che in Sole a catinelle non fa mai capolino.
Difficile rimanere impassibili al cospetto degli immancabili siparietti musicali e soprattutto degli sketch come la seduta di yoga, la riunione della massoneria, lo sfogo notturno di Zoe, il set di “Eutanasia Mon Amour” o il giro sullo yacht, perché conditi da una raffica di battute fulminanti che giocano intelligentemente sui doppi sensi e sulle sgrammaticature volute. Le espressioni colorite non mancano, ma non sono fini a se stesse e gratuite, né appartengono a quella tipologia grezza e sboccata di fare commedia che in Italia si rispecchia nei Cinepanettoni o ancora peggio ne I soliti idioti. Insomma, non sarà un capolavoro, ma sa come regalare al pubblico novanta minuti circa di sane e grasse risate.
Voto: 7
Francesco Del Grosso