Scheda film
Regia: Justin Lin
Soggetto: dalla serie originale di Gene Roddenberry
Sceneggiatura: Simon Pegg e Doug Jung (e, non accreditati, Roberto Orci, Patrick McKay e John D Payne)
Fotografia: Stephen D. Windon
Montaggio: Greg D’Auria, Dylan Highsmith, Kelly Matsumoto e Steven Sprung
Scenografie: Thomas E. Sanders
Costumi: Sanja Milkovic Hays
Musiche: Michael Giacchino
Suono: Eliot Connors
USA, 2016 – Fantascienza – Durata: 120′
Cast: Chris Pine, Zachary Quinto, Karl Urban, Zoe Saldana, Simon Pegg, John Cho, Anton Yelchin
Uscita: 21 luglio 2016
Distribuzione: Universal Pictures
The Star and the Furious
L’astronave Enterprise della Federazione dei pianeti uniti, con al comando James T. Kirk (Chris Pine), nella sua missione quinquennale “diretta all’esplorazione di strani, nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima”, si imbatte in un pericoloso e crudele criminale di nome Krall (Idris Elba) che ce l’ha a morte con la Federazione stessa. Con le sue numerosissime e letali navette, le “api”, dopo aver distrutto l’astronave, avendola attirata con una trappola, intende attaccare la vicina stazione spaziale di Yorktown. Spetterà a Kirk ed al suo fedele equipaggio riunirsi e sventare l’attacco, cercando nel frattempo di scoprire chi sia in realtà lo spietato Krall e quali siano i motivi che lo abbiano spinto a tanto…
Se la “cura Abrams” aveva giovato al franchise cinematografico di Star Trek, lasciando poi il regista ad estendere i suoi benefici all’altra celeberrima saga fantascientifica, quella di Star wars con Il risveglio della forza, l’effetto taumaturgico prosegue ancora con questo capitolo – la produzione è sempre “Bad Robot” – anche rafforzato. Sì, perché la regia di Justin Lin, autore di numerosi capitoli (dal terzo al sesto) di un’altra serie, quella di Fast and furious, è più snella e pulita, libera dai numerosi vezzi di Abrams (gli abusati e spesso fastidiosi “lens flares” e alcune inquadrature delle astronavi a zoomare in stile “live”), aumentando così il pregio e la godibilità della pellicola. Certo, anche Lin ha le sue “chicche”, come una lunga ed importante scena con Kirk in moto, figlia necessaria dei suoi quattro Fast and furious, ma, si sa, nessuno è perfetto.
Però la forza fondamentale di Star Trek Beyond (appunto, “oltre”) è di superare i due primi capitoli che dovevano introdurre i personaggi giovani – pur se il tutto continua ad essere ambientato in una linea temporale alternativa – ed anche i loro storici nemici come i Klingon ed il Khan di Benedict Cumberbatch che riprendeva quello di Ricardo Montalban di Star Trek II – L’ira di Khan diretto da Nicholas Meyer nel 1982. Star Trek Beyond infatti, anche in occasione del cinquantesimo anniversario della serie TV originale con William Shatner, ha il merito di riprendere temi e trovate che la fecero celebre, omaggiando così il suo creatore Gene Roddenberry. Innanzitutto inizia col noto “Diario del capitano”; poi presenta tutta una serie di alieni e di abitanti del cosmo che ricordano quelli che, uno per puntata, grazie alla fantasia degli sceneggiatori avevano popolato l’universo attraversato dai viaggi dell’Enterprise; esalta la Federazione dei pianeti uniti ed i suoi pacifici intenti contrapponendoli a quelli malvagi di Krall che ben l’aveva conosciuta; infine adotta delle trovate molto “vintage”, ma azzeccate, come l’uso della musica (rock) per destabilizzare le comunicazioni “cybertelepatiche” dello sciame di navette di Krall, non a caso il brano “Sabotage” dei Beastie Boys.
Ed è al contempo il capitolo più ironico ed adulto: se perfino Spock ride, benché forse in preda al delirio, e Simon Pegg e Karl Urban fanno a gara in battute e situazioni comiche, è anche il momento per i membri dell’Enterprise, messi a dura prova, per confrontarsi con la crescita e con decisioni importanti per le proprie vite.
Il cast dei membri dell’Enterprise è lo stesso delle due precedenti puntate, ma qui spiccano gli irriconoscibili e truccatissimi Idris Elba (Krall), che non ha bisogno di presentazioni, e Sofia Boutella (Jayla), che avevamo apprezzato in Kingsman: Secret service di Matthew Vaughn nei panni di Gazelle, la “affilata” assistente del villain.
Star Tek Beyond è anche e purtroppo l’episodio degli addii: quello a Leonard Nimoy, che ci ha lasciato nel 2015 ad 83 anni, la cui “assenza” viene utilizzata anche a fini drammaturgici, poiché la morte dell’anziano Spock, comunicatagli da due Vulcaniani, farà riflettere il giovane Spock sul senso della sua vita; e l’addio ad Anton Yelchin, l’ottimo Chekov, scomparso prematuramente nel giugno 2016 per un incidente a soli 27 anni.
Voto: 7 e ½
Paolo Dallimonti