Recensione n.1
Puo’ l’impero colpire ancora? Domanda piu’ che lecita dopo che “La minaccia fantasma” aveva anteposto la tecnica all’emozione, proponendo un soporifero pastiche privo di particolare interesse verso i personaggi ed il loro destino. E nel quinto capitolo della saga stellare, al suo venticinquesimo compleanno, George Lucas riesce con maggiore equilibrio a raccontare il suo mondo “tanto lontano”, ormai entrato nell’immaginario collettivo di piu’ di una generazione. I protagonisti e le loro gesta non riescono ad appassionare, ma si resta incollati allo schermo per quel senso di meraviglia che riporta agli albori del cinema e alla necessita’ di vedere cose mai viste e che mai si vedranno. Ecco quindi un patrimonio di immagini con radici lontane, frullato e concentrato in un film dove il dettaglio e’ curato in modo maniacale, per stupire e divertire, con scenografie digitali mozzafiato a racchiudere missioni impossibili “big and bigger than life”. Il lato debole della “forza” resta sempre la sceneggiatura, con dialoghi spesso bruttini che rischiano di mortificare l’efficacia dell’azione. Basta pensare alla fredda scena d’amore sul la o di Como (ma potrebbe essere un qualsiasi sfondo virtuale) tra Padme’ Amidala e Anakin Skywalker, in cui frasi come “Mi sei entrata nell’anima!”, “Non viviamo nel mondo dei sogni!”, “Non possiamo vivere nella menzogna!” fino all’improponibile “Io sono una senatrice e tu uno Jedi!” sembrano un “Bignami” delle peggiori telenovele. Si sente la mancanza di un po’ di ironia a stemperare le tinte, a rendere accettabili le convenzioni delle galassie in cui si muovono i personaggi, a smitizzare l’invulnerabilita’ degli infallibili roi. Anche se dialoghi come “Dov’e’ mia madre?” “Tua madre e’ uscita presto per raccogliere i funghi che crescono sui vaporatori!” sono troppo smaccatamente “trash” per non pensare che la mente creatrice non sia ben consapevole degli effetti risibili che procurano.
Gli attori si districano come possono tra personaggi virtuali e fondali digitali: Hayden Christensen ben incarna l’ambiguita’ di Anakin Skywalker (futuro Darth Vader) e rende con grinta l’esuberanza del suo tormentato cavaliere. Natalie Portman e’ un po’ spaesata, prigioniera di abiti impossibili che rendono la sua senatrice una spassosa caricatura priva di spessore (gia’ si immagina la parodia di Mel Brooks). Ewan McGregor ha la faccia giusta ma poco carisma, o perlomeno non il carisma necessario per unire la saggezza, il rigore e la potenza di Obi-Wan Kenobi. Samuel L. Jackson e’ poco piu’ che una comparsata di lusso, Pernilla August appare un attimo (e la tragicità della scena di cui e’ protagonista cade nel ridicolo involontario) e Christopher Lee, forse poco abituato a recitare davanti al “blue-screen”, pare piu’ di passaggio che realmente convinto di cio’ che dice. Yoda e’ stato quasi interamente digitalizzato per consentirgli movimenti altrimenti impossibili, ma resta una delle creature piu’ riuscite ed espressiv dell’intera saga, a parte qualche banalita’ venduta per saggezza in un dialetto pseudo sardo. Grazie al cielo l’odioso e interamente di sintesi Jar-Jar, vero buco nell’acqua della precedente avventura, compare fugacemente in poche sequenze (anche se ce lo ritroviamo al Senato!!!). In alcuni momenti si riscopre la magia, il senso epico dell’avvenuta tout-court, come nella lunga sequenza ambientata sul pianeta Kamino o nella caotica, ma ben condotta, battaglia in cui i protagonisti diventano gladiatori dell’arena di mostri. Insomma, nonostante l’ingenuita’, la carenza narrativa, il minore appeal di personaggi e attori, il grande spettacolo e’ garantito. Colpisce soprattutto la capacita’ di George Lucas di dare una forma concreta ai propri sogni (o incubi) attraverso una combinazione di immagini e suoni, forse puerile e frastornante, ma di innegabile impatto. Il cinema non e’ soltanto questo, e una maggiore attenzione a personaggi e situazioni avrebbe potuto rinvigorire davvero il MITO della prima serie. Ma, occorre ricordarlo, e’ ANCHE questo. E allora, lustriamoci gli occhi e gustiamoci il viaggio, sperando che il terzo episodio (e si suppone ultimo) in arrivo tra qualche anno, riesca anche a scaldare il cuore.
Luca Baroncini
Recensione n.2
Passano pochi anni dal precedente Episodio (dieci anni nella finzione della storia) ed ecco che le navicelle sempre più tecnologiche e gli esseri sempre più bizzarri del mitico mondo di Guerre Stellari tornano a visitarci, dalla lontana galassia della fantasia che ha alimentato l’immaginazione e le rappresentazioni collettive sul futuro di più generazioni.
Ed è un ritorno in grande spolvero questo, dopo la “mezza delusione” dell’Episodio I, film troppo sotto le righe dal punto di vista narrativo e troppo sopra le righe per quanto riguarda gli effetti speciali (alcune scene di battaglia erano talmente virtuali da sembrare un cartone animato).
E se quello era l’esordio della saga, dove tutto è preludio ancora informe di ciò che avverrà, ecco che questo Episodio manifesta alcuni primi e importanti nessi che portano saldamente la storia sul binario che conosciamo. E’ il momento in cui il Lato Oscuro avanza, accarezza il giovane e irrequieto Anakin (futuro Darth Vader), striscia nelle rughe e nelle macchinazioni politiche del Cancelliere (futuro Imperatore) e cresce alle basi dell’intero sistema della Repubblica con la creazione di eserciti di robot e cloni.
E’ esattamente un passaggio intermedio, un ponte tra Luce e Oscurità, dove la stessa luce scenica (bellissima la fotografia, da Oscar), sembra faticosamente farsi strada fra la penombra fiabesca degli interni, giungendo flebile ma ancora potente sui capi dei personaggi. Gli interni appunto (tranne qualche rarissima scena uscita male dal computer) sono spettacolari, più che gli esterni dello scorso Episodio (che comunque anche qui non scherzano: il finale in un colosseo rosso fuoco è magnifico). I colori sono sfumati dolcemente in una tonalità più intima, dove la luce penetra ferma, fissa, non prepotente, ma con dolcezza, come in un quadro di Vermeer. E’ la sorpresa più bella di questo Guerre Stellari II, insieme alla migliore resa realistica dei personaggi interamente digitali, ora inseriti meglio nella scena, con la luce e l’ombra al posto giusto, praticamente reali (a proposito, il maestro Yoda ci lascerà a bocca aperta nel finale…). Da questo punto di vista questo Guerre Stellari è un vero capolavoro.
Poi viene la storia. Certo, non si pretende da Lucas che insieme all’enorme mole di lavoro nella creazione scenica e digitale si trovi anche il tempo di sviluppare una sceneggiatura più approfondita, che entri più nei personaggi evitando di lasciarli come manichini che parlano e combattono in nome della Forza, ma apprezziamo un tentativo di miglioramento. Non è comunque per questo che si va a vedere Star Wars, anche se è imbarazzante la fretta con la quale Anakin (l’opaco Hayden Christensen) e la senatrice di Naboo (la brava Natalie Portman) arrivino “al dunque” dopo essersi rivisti da pochi giorni per la prima volta dopo dieci anni; lo è forse già di meno lo sviluppo della psiche dello stesso Anakin, in cammino verso il Lato Oscuro, ma poco sostenuto dalla sceneggiatura, né tanto meno dalla regia. L’interpretazione del giovane Christensen in effetti è un bel buco nell’acqua, semplicemente perché senza personalità: l’attore rimane sempre dietro il vetro dell’obiettivo, non ha la forza (o la Forza…) per rendere tridimensionale la propria interiorità. E così, in una sceneggiatura approssimativa e una regia che non coglie i primi piani giusti al momento giusto, Anakin ci sembra più virtuale degli esseri digitali ricostruiti a computer. E’ un peccato, ci saremmo accontentati forse anche di un Di Caprio alla “The beach”, che non sarà certo un mostro di recitazione ma almeno ci mette autorità quando vuole.
Si diceva comunque che si va a vedere Star Wars per ammirare la stupefacente creazione di un mondo immaginario, dove i sentimenti (perché sono sentimenti) del Bene e del Male si fanno strada a spallate, alternandosi a vicenda sulla scena delle passioni umane. Chi vincerà? C’è speranza per il mondo? E intanto si ammirano i paesaggi, gli sfondi e gli interni, le navicelle e gli spunti tecnologici…mentre si strizza l’occhio a “Quo Vadis?”, “Ritorno al futuro II”, “Il Gladiatore” e così via… Chiamiamola “evasione”, chiamiamolo “sognare”, chiamiamola “trasposizione di sentimenti ed emozioni reali in un mondo immaginario”, lo si chiami come si vuole. Ma si chiama Star Wars.
Francesco Rivelli
Recensione n.3
Lucas continua col suo progetto.
Un progetto titanico, che si propone di rivoluzionare sistematicamente il modo di fare il cinema, ma anche quello di fruirlo, in uno slancio che ha sempre nuovi obiettivi. E’ interessante notare come questo aspetto tipico di tutta la sua produzione, in parte, non sia mai stato disatteso, ed era molto facile fallire. Nonostante quindi risultati piu’ o meno buoni o convincenti, e’ importante sottolineare come cmq il ragazzo californiano, cresciuto tra ranch e bestiame, sia una figura di indubbio valore, uno che volenti o nolenti, ha influito moltissimo nella storia del cinema. E questo nuovo slancio produttivo, senza precedenti, di puntare verso una tripla trilogia, ha un qualcosa di irraggiungibile, un prodezza a cui ben pochi potevano aspirare.
Il secondo capitolo della nuova saga, parte quindi con i presupposti di un progetto che ormai e’ avviato, che insomma non ha piu’ tentennamenti o indecisioni. La macchina funziona, il primo episodio nonostante tutto ha avuto successo, e Lucas quindi si libera di molte paure addirittura, osando andare contro allo status tecnico, collaudatissimo, sacro, quasi intoccabile, di cento anni di cinema. Le riprese di questo film, che come quasi tutti sapranno, sono state effettuate quasi interamente in numerico, rivelano la voglia di voler incidere non solo nell’immaginario collettivo , manche quella di voler indicare un nuovo corso tecnico e, soprattutto, produttivo/distributivo.
Se da una parte uno e’ portato quasi inconsciamente, a considerare che le immagini che vede nel film sono il frutto di sofisticate manipolazioni informatiche, e non piu’ chimiche, dall’altra e’ portato a dare un valore intrinseco a quello che vede, proprio per la sua natura *nuova*. E questo aspetto di visione a metà, di giustificazione nella perplessita’, e’ un po’ lo spirito che si puo’ provare vedendo questo “attacco dei cloni”.
Il film e’ ingenuo, ma anche molto sfaccettato. Mostra continuamente dei limiti, quasi imbarazzanti a volte, ma al contempo riesce veramente a stupire per alcuni dettagli, alcune idee. E cosi’ la scrittura del film, come la psicologia dei personaggi, risultano se non ridicole, cmq troppo poco curate per un film di tale rilevanza produttiva. Anche molti dettagli tecnici lasciano perplessi, eppure molte aspetti del film definiscono nuovi standard visuali nell’ambito del cinema di intrattenimento.
E il segreto del film e di quello che ci gira attorno, sta in questa strana dualita’: nell’aspetto fanciullesco (non solo per l’ampio target) del costrutto cinematografico, che a tratti puo’ annoiare, sembrare fuoriluogo, immaturo, ma anche affascinante, e nell’immenso sforzo di andare oltre, di testimoniare un immenso sforzo nell’anelare a nuovi orizzonti mediatici, nel definire un contatto con la societa’, con un pubblico che sia piu’ vasto di quello che ci si puo’ immaginare. E’ per questo che nonostante a tratti mi sia annoiato, mi siano sembrati imbarazzanti certi passaggi, cmq ho provato quasi un senso di rispetto.
B A r r Y Z
Recensione n.4
Fin dal principio il cinema è stato narrazione, racconto, trucco, magia, finzione.
Se ricerchiamo due padri alle due correnti di celluloide, che incrociandosi e sovrapponendosi hanno creato la fortuna dell’industria cinematografica, dobbiamo risalire ai fratelli Lumière e a George Meliès.
I primi hanno canonizzato la ripresa realistica, l’arcaico prototipo tecnologico del documentario o del realismo contemporaneo. Meliès che proveniva dal teatro Houdini, dal mondo della magia, del trucco, della prestidigitazione con la sua esperienza nella galassia della settima arte ha posto le basi della èmessinscena’ e della relativa figura del regista in campo cinematografico. Da sempre ci si divide fra Melièsiani e Lumièriani, amanti del cinemacinema o del realismo fotografico (all’interno della doppia natura del cinematografica, arte e industria nel medesimo tempo).
Questa pomposa introduzione vuole chiarire lo sguardo che bisogna inseguire nell’avvicinarsi all’ultimo film di George Lucas, Episode II:l’attacco dei cloni (della saga di guerre stellari).
Fin dai suoi esordi Lucas ha mostrato un interesse predominante per la tecnologia e l’innovazione tecnica in campo cinematografico. Con Guerre stellari nel è77 ha demolito ogni record d’incasso, portando agli occhi di tutti il suo mondo epico. La capacità di creare una nuova mitologia è indubbia. La sua intuizione è stata quella di miscelare il western e la fantascienza, creando con gli strabilianti effetti speciali universi figli dell’era tecnologica, ma anche delle arcaiche iconografie di popolazioni precristiane.
Il sintetico e l’umano nelle saga di guerre stellari si confrontano continuamente, la fantasia, debordante nel ricreare mondi, si abbevera alla mitologia classica. La narrazione è mossa dalla ricetta più antica del mondo la lotta fra il bene e il male, la libertà democratica e corrotta, contro la possibile tirannia assolutistica.
Quello che a mio parere bisogna mettere al primo posto quando si parla di George Lucas è la sua capacità industriale e di marketing. Un contratto sul merchandising ha permesso alla sua società di affrancarsi dalle regole degli studio. Per primo è riuscito a sconfiggere le cinque sorelle di Hollywood con le loro stesse armi. Ha fondato la casa di effetti speciali Light and Magic (vincendo 26 oscar), ha fatto da mecenate agli artisti che come lui nei primi settanta osteggiavano lo strapotere di Hollywood (primo fra tutti Francis Ford Coppola). Credo quindi che l’industria cinematografica abbia conosciuto la sua piena maturazione industriale (marketing e merchandising) grazie alle sue visioni profetiche. Con Episode II il cinema industria compie un altro balzo in avanti, infatti è il primo film interamente digitale. La pellicola è eliminata dalle fasi di produzione, questo permette un migliore uso degli effetti digitali ed in futuro permetterà allo stesso Lucas (2005-Episode III) di distribuire via satellite il film in duecento sale autorizzate annullando ogni costo di distribuzione, aprendo ancora una volta la strada al futuro.
Il popolo dei fans della saga erano rimasti delusi dal primo prequel di due anni fa. Credo che non rimarranno delusi da questo secondo episodio, un vero specchio della postmodernità tecnologica contemporanea. Il racconto accellera il ritmo, lascia meno spazio al grottesco, all’ironia dell’episodio precedente, per tuffarsi nell’azione avventurosa pura. In questo campo il regista ha sempre dato il meglio di sè. Episode II non lascia un attimo di respiro (escludendo la deboluccia parte riservata alla storia d’amore che si consuma tra Anakin e la Senatrice sulle rive del lago di Como).
In più momenti la pellicola strabilia rendendo tutti gli scenari dei fantasy precedenti obsoleti. L’integrazione fra il tridimensionale computerizzato e gli attori in carne ed ossa è stupefacente. La scena, da peplum gladiatorio, del combattimento nell’arena, appartiene già alla storia del cinema.
L’estetica da videogame così come l’abbandono della pellicola farà storcere il naso a molti (in passato molti si scandalizzarono per l’avvento del sonoro o del colore), Altri imputeranno al film di essere solo un grosso giocattolo tecnologico, se fossi in Lucas appellandomi al nume tutelare di Meliès risponderei che il cinema in fondo è solo un giocattolo, l’importante è riuscire a costruirne di come non se ne erano mai visti prima.
Paolo Bronzetti
Recensione n.5 – parodia
Siamo su Coruscant, capitale della Repubblica, e il film inizia con la tipa pagata per prendersi missili al posto di Amidala che si prende un missile al posto di Amidala. “Strasob, perdonatemi perche’ vi ho deluso!” esala la poverina nell’ultimo respiro, mostrando di avere ancora tutti i denti malgrado si sia presa in bocca un missile che ha distrutto un’intera astronave. “Doveva prendersene due?!” si chiede il pubblico. L’azione si sposta quindi presso Obi-Wan, che arriva con il suo discepolo ANAKIN. “Anakin! Ma sei davvero tu?? Quando mi dicevano che il futuro Darth Vader era diventato piu’ grande di me speravo in Viggo Mortensen… o almeno in Jean Reno – che gia’ volevo farmi quando tu non eri ancora nato!”, pigola una sorpresa Amidala, all’apparizione di una bietola che non c’entra nulla A) con Darth Vader da bambino, B) con Darth Vader in primo luogo. “Oh, principessa, l’ultima volta che ci siamo visti avevo quattro anni, ma gia’ avevo il pisellino duro pensando a voi – un effetto collaterale dei Midichlorian, mi dicono, poco importa se su questo brillante concetto George ha gia’ calato il sipario. Insomma, mi amo e vi tormento… cioe’, VI amo e MI tormento…”. “Non parlate cosi’ che mi fate ridere”, conclude Amidala arrossendo, e se ne va.
L’occasione dell’incontro e’ una grave crisi di qualche tipo, sulla quale Amidala non e’ d’accordo. “Il giorno che la Democrazia finisce, la Democrazia e’ finita, quindi dobbiamo difenderla a tutti i costi”, proclama pestando il piedino, “e se il New York Times pubblichera’ foto che dimostrano che in realta’ un tempo facevo la Regina affermero’ che e’ una montatura!” Tutti applaudono, perche’ nel Senato della Repubblica sono tutti amici, anche se poi si accoltellano sotto il tavolo tipo i DS, e quindi gli JEDI addetti alla sua scorta decidono che, se la vita della neo-senatrice e’ in pericolo, la cosa migliore e’ farla dormire da sola e senza guardie.
“Acciderba, Anakin, percepisco due millepiedi velenosi nella stanza di Amidala!”, sclama Obi-Wan durante la notte, “e quindi questa dimostrazione della potenza delle percezioni-Jedi dimostra senz’altro che il futuro Imperatore Malvagio non puo’ essere il tipo a due metri da noi, come volevano farci credere!” Contenti di questa conferma, i due Jedi salvano Amidala e si gettano all’inseguimento del killer saettando tra il traffico volante di Coruscant (ed evocando in loro gli spiriti di STARSKY & HUTCH grazie a un nuovo POTERE-JEDI). Dopo alcuni livelli di un videogioco, i due si fermano.
“L’abbiamo perso tra i set del Quinto Elemento e quelli di Blade Runner dannati tu e i tuoi Midichloran!”, fa Obi incazzato. “E’ vero, ma se nel Quinto Elemento Leloo saltando nel vuoto a caso centra proprio il taxi di Bruce Willis, allora senz’altro saltando nel vuoto a caso anch’io centrero’ qualcosa di interessante, perche’ io sono uno JEDI”, fa Anakin arrogante, e salta, centrando infatti proprio l’auto volante del killer. “E che cazzo, questo e’ il futuro Darth Vader, eh, mica l’ultimo dei pirla!”, concorda il pubblico.
Dopo altre disavventure i due cuccano il killer, che pero’ muore subito fulminato da BOBA FETT. “C’e’ qualcosa che non torna”, mugugna Obi. “Primo, perche’ ha fatto fuori il killer e non noi due, che eravamo senza dubbio una preda migliore? Secondo, cosa ci fa Boba Fett qui? Credevo che fosse un personaggio della Trilogia Classica!”. “Sara’ il papa’”, ipotizza Anakin, “in Guerre Stellari i papa’ saltano sempre fuori nei momenti piu’ impensati – lo sento”. “Queste tue pirlate saranno la mia morte”, si lamenta Obi. I due tornano quindi da Amidala, sulla cui sorte il Consiglio Jedi sta discutendo.
“C’e’ venuta una fantastica idea: mandiamo via Amidala, dalla cui sopravvivenza – per ragioni non chiare – dipende la Pace nella Galassia, scortata solo da un apprendista Jedi, con i Midichlorian scombinati, e esplicitamente rincitrullito dai ferormoni di Natalie Portman!” vota all’unanimita’ il Consiglio. “Ovviamente Amidala partira’ in segreto e sotto falsa identita’, mentre, per far si’ che nessuno si accorga della sua assenza, metteremo al suo posto Jar Jar-Binks”. Tutti concordano, perche’ se lo dicono gli Jedi deve essere una cosa furba, e cosi’ vediamo Amidala mentre prende un pullman spaziale per Naboo, tutta travestita e di nascosto, e apertamente scortata in un luogo pubblico da due degli Jedi piu’ noti della galassia. I piu’ attenti noteranno anche un cameo di Bin-Laden che prende lo stesso pullman. Tutti si salutano, e Obi decide di fare visita a un cugino di DANNY AIELLO con quattro braccia.
“Ascolta, per ragioni troppo complicate da spiegare, questo dardo che ha ucciso il sicario mancato mostra un collegamento tra i nemici di Amidala e un misterioso pianeta chiamato Kamino, cancellato da ogni carta stellare”, spiega il cugino di Danny Aiello. “Nun farti fottere dal fatto che nell’Archivio Galattico il pianeta nun ce sta: i fetusi hanno fatto i giochini-Jedi per cancellarlo – fidati di Danny, la migliore cucina regionale su Coruscant”. Armato con questa informazione di prima qualita’, Obi confronta Yoda nell’asilo dei piccoli Jedi: “Maestro, in questa olomappa c’e’ una regione stellare dove dovrebbe esserci un pianeta, ma il pianeta non c’e’. Eppure i pianeti vicini mostrano il suo influsso gravitazionale!” “Forse qualcuno ha cancellato il pianeta con il bianchetto!” esclama un piccolo apprendista Jedi, sinceramente sorprendendo i due Maestri con la sua acutezza. “E’ stato uno Jedi”, medita Yoda, “Solo uno Jedi poteva cancellare il pianeta dalla mappa, ma non togliere il suo influsso gravitazionale sui pianeti vicini – cosi’ da rendere la sua assenza un pugno in un occhio per chiunque. Tutto cio’ non mi piace: devo meditarci su”. Mentre Yoda medita, Obi decide di andare la’ a dare un’occhiata.
La trama dunque si divide, seguendo con montaggio alternato le vicende parallele di Obi su Kamino e la storia d’amore su Naboo (la cui attuale Regina, mostrando un regale autocontrollo, non ha sfondato il soffitto nell’apprendere che Jar Jar ha sostituito Amidala al Senato proprio nel mezzo della piu’ grave crisi mai accaduta nella storia della Repubblica). La musica, adattandosi al racconto, culla lo spettatore nel sonno con dolci nenie mentre i due colombi si scambiano frasi trovate nei Baci Perugina, e lo risveglia con marziali tromboni ogni volta che si torna alla parte interessante, ovvero l’indagine di Obi – e tutto cio’ dimostra come Williams alla fin fine la veda sempre piu’ lunga di George. Anakin trova comunque il tempo per citare Michael Douglas che fa lo scherzone sul prato in ATTRAZIONE FATALE.
Intanto su Kamino Obi si imbatte nella New York sommersa di A.I., popolata dalle stesse creature azzurre che si vedono alla fine del film di Spielberg (e di INCONTRI RAVVICINATI). “Certamente siete qui per quella faccenda la’!” lo accoglie una creatura azzurrina. “Uh?” fa Obi, applicando le tecniche di investigazione-Jedi. “Ma si’, quella cosa la’, la faccenda dei cloni…” “Ah, ehm…” fa Obi, “certamente! Portatemi da, uh… Chi volete voi!”, ordina, e grazie alle tecniche di investigazione-Jedi scopre che un Maestro Jedi morto da dieci anni ha ordinato all’insaputa di tutti un esercito di cloni pagando con la carta di credito aziendale del Concilio. “Qui c’e’ qualcosa che non quaglia”, conclude Obi on i suoi poteri di analisi-Jedi “e percio’ seguiro’ Boba Fett e suo figlio, cioe’, e suo padre’, cioe’, e lui stesso piu’ da piccolo, in modo da scoprire chi si nasconde dietro a tutto cio'”.
Intanto Anakin fa alcuni brutti sogni nei quali, mettiamo, vede la sua mamma su Tattoine rapita da predoni tusken. “Devo andare a salvarla”, spiega la mattina dopo a Amidala, “ma devo anche proteggervi, quindi verrete con me: la vostra sopravvivenza e’ importante per la Pace della Repubblica, e quindi certamente nessuno verra’ a cercarvi in uno dei posti piu’ selvaggi, pericolosi e malfamati della galassia”. I due arrivano cosi’ su Tattoine, e dopo una lunga indagine-Jedi scoprono che la mamma e’ stata rapita un mese prima da predoni tusken. “Abbiamo cercato di salvarla partendo in trenta”, spiega il nuovo compagno di mamma, “e siamo tornati in quattro – e le mogli degli altri ventisei mi hanno massacrato di botte perche’ li ho coinvolti in quell’impresa pericolosa. Percio’ ora, come vedete, sono imobilizzato su questa sedia a rotelle, e non posso piu’ fare nulla. Oh, povera moglie mia!
Ma tanto, pazienza, perche’ ormai sara’ morta. Burp!” Anakin pero’ ha delle sensazioni-Jedi che gli dicono il contrario, e parte da solo per liberare la mamma, trovandola infine in un ACCAMPAMENTO TALEBANO. Nel frattempo scopriamo anche che Tattoine ha tre lune – una rivelazione in piu’ di questa serie di film. La mamma di Anakin, in effetti, e’ ancora viva, e prigioniera dei Talebani tusken, ma purtroppo e’ messa male. “Oh, figlio mio”, dice piangendo alla vista di Anakin, “da ieci anni non ti vedevo, e poi mi hanno rapita. Ma il mio cuore di mamma mi diceva che se avessi saputo tenere duro dieci anni e un mese, allora ti avrei rivisto. E ora che ti ho rivisto posso anche mori'”, e muore. Tutto cio’ fa comprensibilmente girare i coglioni a Anakin, che, accompagnato dal tema del Lato Oscuro, accende la sua spada laser in mezzo all’accampamento. “Evvai col massacro etnico!” esclama il pubblico, sistemandosi meglio sulle poltrone in anticipazione della scena. Per tale ragione, tutti rimangono comprensibilmente unpo’ spiazzati quando il film stacca invece su una scena che non c’entra nulla.
Al Senato e al Consiglio degli Jedi stanno intanto dibattendo un serio problema: qualcuno dovrebbe presentare una mozione che da’ al Supremo Cancelliere Palpatine pieni poteri, cosi’ che egli possa operare in modo adeguato durante questa crisi – della quale nessuno ha comunque ancora capito nulla. Ma chi puo’ essere cosi’ cretino da fare una cosa del genere? Casualmente c’e’ li’ Jar Jar, e questo da’ l’occasione a Lucas di congedarsi dal suo personaggio preferito facendogli compiere uno degli atti piu’ importanti dell’intera saga, ovvero la salita definitiva al potere di Palpatine. Ovviamente, pero’, se gli Jedi sono d’accordo, deve essere una cosa furba. “Vista la grave situazione e gli imbecilli che mi circondano”, dichiara solenne Palpatine, “non posso fare a meno di diventare Imperato… di accettare i pieni poteri. E prometto che vi rinuncero’ non appena la situazione cambiera’”. I fan della Trilogia Classica, ovviamente, sanno che cio’ e’ vero: infatti quando in un remoto futuro arriveranno in scena personaggi solo un poco piu’ furbi, Palpatine verra’ felicemente spazzato via.
Mentre accadevano tutte queste importanti cose, Obi ha inseguito Boba o chi per lui fino a un pianeta circondato da un campo di asteroidi, nell’attraversamento del quale ci ha appena dimostrato di essere un pilota migliore di Han Solo, e di conoscere i suoi stessi trucchi da ben prima che lui nascesse (e quindi, indirettamente, confermando una cosa che tutti gia’ sapevamo, e cioe’ che se c’era Obi ai comandi del Millenium Falcon invece che Han nel primo Guerre Stellari, col cavolo che si facevano fregare dal raggio trattore della Morte Nera – mica cazzi).
Arrivato sul pianeta, Obi (che non e’ stato capace di schermare la sua astronave dalle testate a ricerca automatica dei missili di Fett e quindi non deve avere quel potere-Jedi), decide comunque di atterrare in mezzo a alcuni enormi e misteriosi edifici tecnologici fregandosene di qualunque radar o dispositivo di allarme. “Vedi come si fa a inflitrare agenti a Baghdad senza farsi notare?”, spiega a un suo collega un agente della CIA seduto tra il pubblico, “mandi un elicottero con su l’agente e lo fai atterrare in pieno giorno in una delle piazze della citta’. Prendi appunti: se lo fanno gli Jedi deve essere una cosa furba!” E infatti lo e’, perche’ vediamo come Obi si infiltri tranquillamente nella strana base nemica senza che nessuno se ne accorga. All’interno scopre che i malvagi mercanti del primo film, alleati con dei robot cattivi stile anni ’30, stanno costruendo un enorme esercito di robot utilizzando l’assistenza e le tecnologie di SARUMAN – il quale, immaginiamo, ha convinto i mercanti sulle sue abilita’ di assemblatore di eserciti razie a una brochure su come egli abbia gia’ saputo costruire i temibili Uruk-Hai ne LA COMPAGNIA DELL’ANELLO. “I malvagi mercanti, dei robot cattivi degli anni ’30 e SARUMAN stanno complottando qualcosa!”, mugugna Obi. Grazie ai soliti poteri analitici-Jedi Obi trae la conclusione che tale cosa non deve essere nulla di buono, e decide di comunicare la cosa a Anakin e al Consiglio. Nel frattempo un Anakin un po’ fuori di se’ e’ tornato da Amidala. “Mi hanno ucciso la mamma, e io per vendetta li ho massacrati tutti, uomini, donne e bambini!”, fa, agitando i pugni per aria e inveendo, non si sa perche’, anche contro Obi. “Povero Anakin”, pensa Amidala subito coinvolta, “il suo Maestro e’ un rompipalle, la mamma e’ morta e io non glie la do – il tutto in un’ora e mezzo di film – non c’e’ dunque da stupirsi che stia sclerando verso il lato oscuro! Devo pensare a una soluzione diplomatica! Mmm.. Magari se gliela do si rasserena un po’, e rimane dalla nostra parte!” Capiamo cosi’ come ella sia ormai irrimediabilmente travolta gia’ “tanto tanto tempo fa in una galassia lontana lontana” dal complesso della crocerossina che in ogni epoca rovina le ragazze invaghite del tipo “coi problemi”. Intanto Anakin, che ha percepito le intenzioni di Amidala grazie alle sue intuizioni-Jedi, si rivolge al pubblico strizzando l’occhio: “Vedete come si fa? FINGO un massacro etnico – che se ci fate caso nessuno ha visto – porto a casa il risultato con atalie e intanto resto ancora per un po’ nel Lato Luminoso. Bim bum bam, amici!”. “Ma hai capito che figo?” fa il pubblico, al quale il mancato massacro non stava andando giu’, ma che ora e’ sinceramente ammirato, “era tutto un piano-Jedi! Eh, ma infatti questo diventa Darth Vader, mica l’ultimo dei pirla!” e la platea rasserenata si sistema tutta contenta per gustarsi l’ultima mezz’ora.
Proprio mentre Amidala sta per comunicare la sua Scelta d’Amore, pero’, arriva la comunicazione d’allarme di Obi (la cosa – indirettamente – fa capire perche’ Obi riesca sempre a farsi stare sui coglioni da Anakin) “Allarme, su questo pianeta desolato Saruman e i mercanti ne stanno combinando una delle loro, assemblando un enorme esercito di robot. Non solo, ma un robot-guardiano uguali a quelli che ho distrutto a decine in questi due film mi ha appena colto di sorpresa, e, per qualche inspiegabile ragione, contro questo in particolare non ce la sto facendo. Aaaargh! Passo e chiudo”.
“Accidenti, Anakin, dobbiamo liberare il tuo Maestro!” esclama Amidala, la quale ha dopotutto deciso di seguire la regola culturale delle donne di tutti i tempi in base alla quale l’uomo deve provare il proprio valore prima che ella si conceda. “E se lo liberiamo vedrai che ci sara’ la sorpresa!” conclude radiosa. Anakin mugugna un po’, vedendo il suo piano disfarsi per colpa di quel cazzone di Obi (fatto che getta saldamente le basi narrative per il loro futuro rapporto nel primo film della serie), ma alla fine, vistoche non c’e altro da fare, finge anche lui radiosita’. “Come faremo a infliltrarci se non sappiamo ancora in cosa o dove?”, si informa Amidala. “Atterreremo in mezzo ai primi edifici che troviamo e entriamo dalla porta”, spiega Anakin, “Vedrai che funzionera’: e’ un antico piano-Jedi che mi ha insegnato il mio Maestro”. I due dunque partono per aiutare Obi.
Ovviamente anche il Consiglio degli Jedi e’ preoccupato. “Mettere in stesso paniere uova tutte saggio non e'”, sentenzia Yoda-do-Nascimiento. “Quindi VOI andate a aiutare Obi, mentre IO vado su Kamino a raccattare ‘sto esercito di cloni, che dopotutto abbiamo anche gia’ pagato”. Se lo decide Yoda deve essere una cosa saggia, e quindi tutti concordano. Gli Jedi partono dunque anche loro per salvare Obi. Nella frenesia del momento, nessuno ovviamente trova il tempo di chiedersi CHI avrebbe pagato ‘sto esercito di cloni, visto che colui che lo ha ufficialmente ordinato e’ morto da dieci anni.
Sul pianeta Isengard intanto le cose non vanno mica bene. Anakin e Amidala hanno sbagliato porta, e si sono trovati in un videogioco platform di Supermario. Cio’ ha condotto alla loro cattura, e alla condanna, insieme a Obi, ad essere divorati da creature orribili nell’arena del GLADIATORE. Neppure il fatto che si e’ scoperto che R2-D2 puo’ volare rende la coppia meno depressa. “Qual era la sorpresa?” chiede Anakin, mentre lui e Amidala stanno per essere condotti nell’arena. “Eh?” fa Amidala”, che era distratta. “La sorpresa! Quella di cui parlavi su Tattoine!”, “Ah, si’, che ti amavo! Ma ormai (sospira) non credo che sara’ piu’ necessario”.
I due vengono dunque incatenati insieme a Obi nel centro dell’arena, mentre terribili creature in CG vengono fatte entrare dai cancelli. “Maestro, dobbiamo pensare a Amidala e proteggerla”, esclama Anakin, incurante del fatto che un rinoceronte tricornuto grande come un cingolato Jawa sta galoppando verso di lui a quattro volte la velocita’ del suono. “Non temere!”, lo rassicura Obi, “Ella infatti ha gia’ badato a nascondersi in bocca una graffetta, a aprire con essa le manette, e a liberarsi, proprio come Anthony Hopkins nel SILENZIO DEGLI INNOCENTI. Inoltre e’ riuscita a fare tutto cio’ nel centro di una arena davanti a un milione di spettatori senza che nessuno si accorgesse di nulla – e questo prova che ha davvero del talento! Ora pensiamo a liberarci!”
I due, usando il raro e temibile potere del mistico culo-Jedi (lo stesso che permettera’ a Luke di centrare proprio un’antenna mentre sta cadendo nel vuoto ne L’IMPERO COLPISCE ANCORA) riescono dunque a liberarsi, e cio’ conduce a una battaglia di sapore mitico nella quale si scopre che una normale senatrice della repubblica puo’ tenere testa a creature alte venti metri tanto quanto due Jedi con quarant’anni complessivi di addestramento. Tutto cio’, ovviamente, era gia’ stato previsto dagli spettatori, i quali non avrebbero certo pagato il biglietto per lo spettacolo di due minuti di alcuni mostri che mangiano tre incatenati. “Che bello!”, fa Amidala tutta contenta, mentre gli altri due sudano sette camice, “Leon non mi aveva mai fatto ammazzare nessuno, ma qui posso scatenarmi!” e per le successive due ore spara con un blaster finto contro uno schermo blu sul quale saranno piu’ tardi sovrapposte creature in CG. “Lucas ha piu’ rispetto per i suoi attori di Besson”, concorda il pubblico, che in massa decide che boicottera’ il prossimo film del regista francese.
Intanto nell’arena i nostri tre cominciano a essere in difficolta’, ma, niente paura! Infatti, come tutti sapevano, stavano arrivando gli Jedi. In verita’, molti indizi visivi fanno pensare che essi fossero seduti sugli spalti fin dall’inizio, celati grazie grazie ai soliti trucchi-Jedi, e che non siano intervenuti prima solo perche’ la battaglia nell’arena era comunque interessante. Sia come sia, gli Jedi infine balzano fuori tra lo stupore della platea. “Ma come, in Guerre Stellari Darth Vader percepisce la presenza di Obi-Wan non appena questi mette piede sulla Morte Nera, e qui Saruman non ha percepito la presenza dell’INTERO CONSIGLIO JEDI?!?”, si chiede il pubblico. Saruman in realta’ e’ piu’ furbo di cosi’ “Bwahahah! Siete caduti nella mia trappola, che consisteva nel fare arrivare qui l’intero Consiglio Jedi in modo che le mie armate potessero sterminarlo! poco importa se i tre che siete venuti a salvare sono qui per un mix di eventi casuali e decisioni imbecilli: tutto cio’ dimostra solo che la Forza e’ dalla mia e che siete dei falliti. Arrendetevi!” “AAAAAH!” Fa il pubblico, “allora C’ERA il piano! Eh, d’altro canto, questo qui e’ Saruman, Dracula e Sherlock Holmes tutti insieme, mica l’ultimo dei cretini!” e la platea si rimette a sgranocchiare pop-corn di nuovo coinvolta dalla trama, in anticipazione del rush finale.
Nell’arena le cose si mettono di nuovo male, con gli Jedi assaltati da ondate su ondate di qualsiasi cosa. Ma, niente paura! Infatti, come tutti sapevano, sta arrivando Yoda con l’armata dei cloni (che, scopriamo, viene venduta con mezzi d’assalto e astronavi da trasporto comprese nel prezzo). Saruman tira fuori le sue truppe e sullo schermo si scatena la piu’ grande guerra tra armate in CG che si sia mai vista al cinema. Gia’ che c’e’, SAMUEL JACKSON taglia la testa al cacciatore di taglie con la sua FICHISSIMA SPADA-LASER PORPORA: “You don’t messa with me, yu’mutterfucka, cuz’ I’m cool even when JOHN TRAVOLTA isn’t arounda”, digrigna Jackson davanti al corpo decapitato. Questa tragica visione ispira propositi di vendetta a Fett-figlio – propositi che, come sappiamo, si concluderanno in modo non meno ridicolo ne IL RITORNO DELLO JEDI.
Nel frattempo, per Saruman e i suoi accoliti le cose non vanno molto bene. “Questa pruoiezione oluografica palesemuente piruatata da Command & Conquer muostra che le nuostre armuate stuanno vuenenduo muassacrate”, si dispera un mercante con un curioso accento di Kiev. “Beh, magari non e’ proprio cosi’, questa e’ ancora una beta-pirata scaricata dal net…” cerca di bluffare Saruman, ma poi, vista la malaparata, decide che e’ meglio saltare su uno scooter volante e darsela, portando con se’ i piani della MORTE NERA (casualmente ideata dai mercanti). Il suo piano di fuga in caso di emergenza, infatti, prevede l’uso di un’astronave nascosta a QUATTROMILA CHILOMETRI da dove l’emergenza avrebbe potuto verificarsi. Obi, Anakin e Amidala si gettano all’inseguimento.
“Accidenti, Maestro, e’ successo un casino!”, esclama Anakin, “Amidala e’ caduta dal mezzo con cui stiamo inseguendo Saruman, e ora abbiamo di fronte un grave dilemma morale: seguiamo l’amore, e la salviamo, oppure continuiamo a inseguire il cattivo?” “Seguiamo il cattivo, perche’: uno, un cattivo che sta portando con se’ i segreti che minano la Pace nella Galassia e’ senz’altro piu’ importante di Amidala”, ragiona Obi, “e, due, Amidala te la vuoi bombare tu e non io, e quindi chi se ne fotte”. Stroncato dalla logica di Obi, Anakin deve cedere, ma vediamo come in lui i MUGUGNI DEL LATO OSCURO siano ormai palesi.
Infine, i nostri arrivano all’hangar ove Saruman ha celato il veicolo di fuga (incidentalmente, il loro veicolo viene colpito e distrutto un secondo dopo che i due saltano giu’ – ulteriore prova del mistico potere del culo-Jedi). “Ho fatto un mazzo cosi’ a Gandalf, non sarete voi due a fermarmi”, dichiara pero’ Saruman, trasudando carisma e accendendo la sua spada-laser rossa. E infatti procede subito a annichilire Obi e Anakin in un duello a meta’ tra L’IMPERO COLPISCE ANCORA e il momento-strobo del sabato sera in disco. Gia’ che c’e’ taglia anche un braccio a Anakin. Ma quando tutto sembra perduto, sulla scena arriva anche Yoda, che ha evocato in se’ con il solito potere-Jedi lo spirito di DRAGONBALL e quello del mago cinese di GROSSO GUAIO A CHINATOWN. Lui e Saruman giocano per un po’ a squash conun paio di fulmini e quindi decidono di passare alle cose serie: “Visto che questo nostro scontro non puo’ essere deciso dalla Forza, verra’ deciso da un duello di spade-laser!” proclama Saruman. Questo si configura come un autentico EPOCALE COLPO DI SCENA, in quanto per QUATTRO FILM E MEZZOsia il pubblico che i personaggi stessi del film erano stati convinti che combattere con la spada-laser e usare la Forza per uno Jedi fossero la stessa cosa.
Yoda accende dunque la sua spada-laser dalla lama verde (ovviamente in linea con lui stesso), piroetta un po’ insieme a Saruman e Infine l’inevitabile momento drammatico arriva: Saruman sta fuggendo sulla sua astronave portando con se’ i piani della MORTE NERA, e per coprirsi la ritirata ha fatto crollare un’immensa struttura addosso a Obi e Anakin feriti. Yoda sta tenendo su tale struttura con la Forza, e se si distrae per i due sara’ la fine. Cosa fara’? A) Salvera’ i due Jedi o B) Colpira colui che ha con se i piani e le conoscenze che GETTERANNO LA GALASSIA IN UNA GUERRA TERRIBILE E LUNGHISSIMA CHE PROVOCHERA MILIARDI DI VITTIME? Yoda ovviamente salva i due Jedi, Saruman scappa e, paradossalmente, la cosa a Anakin non piace: “L’avevo detto che eravate un coglione, cazzo!” salta su strillando e dando addosso a Obi. “Vedete che era piu’ giusto salvare Amidala?” Il fatto che pero’ Amidala arrivi li’ proprio in quel momento e gli spari la lingua in bocca davanti a tutti lo rasserena un po’. “Mi raccomando, Anakin”, lo ammonisce la senatrice, “questo deve restare il nostro segreto!” Tra l’altro, vediamo come anche Amidala deve avere appreso qualche trucco-Jedi: infatti ella ha saputo raggiungere da sola l’hangar, malgrado il fatto che, quando i nostri avevano scoperto il rifugio segreto, la senatrice fosse svenuta e piantata a faccia in avanti in una duna.
Insomma, per una volta non e’ tutto bene quel che e’ finito bene. Saruman porta i piani della MORTE NERA al misterioso Sidous (un “enigmatico cattivo” palesemente accreditato nei titoli di coda come interpretato dallo stesso attore che impersona Palpatine), e, grazie a Jar Jar, la galassia e’ precipitata nella guerra civile. Yoda mugugna tra se’, astronavi enormi decollano cariche di truppe e, in un quieto angolo del Lago di Como, don Abbondio sposa Amidala e un triste Anakin. “Abbiamo la tecnologia per clonare miliardi di guerrieri”, spiega Anakin, ma se mi tagliano un braccio devo rassegnarmi a una protesi meno sofisticata di un braccio di C-3PO…” I due guardano le acque del lago, e pensano malinconici al futuro che verra’…
DIRETTO DA: GEORGE LUCAS
VOTO-BERENZO: * * su * * * * *
Recensione n.6
Oltre a un certo punto, la pressione che viene dall’innovazione tecnologica, che richiede di acquistare continuamente prodotti nuovi e di acquisire continuamente nuove abitudini, può divenire sia economicamente che psicologicamente troppo gravosa, e ingenerare una reazione di chiusura, se non di fastidio… L’innovazione tecnica e sociale nella comunicazione incontra, dopo qualche tempo, non solo la resistenza crescente dei consumatori, ma anche la resistenza delle stesse imprese (da Mediastoria, di Peppino Ortoleva).
Più o meno quel che è successo negli ultimi anni, che hanno visto una battuta d’arresto in una espansione che alla fine degli anni 90 sembrava inarrestabile. La crisi del modello economico di Internet basato sulla pubblicità appare, col senno di poi, assolutamente ovvia. Ma nell’incertezza derivante da tutte queste novità tecnologiche che mettevano in ansia noi non-tecnofili (non voglio dire tecnofobi, sarebbe esagerato) davamo credito ad ‘esperti’ che, se non erano dei veri e propri truffatori, ne sapevano tanto quanto. Inoltre l’ideologia liberista è oggi così pervasiva da produrre gli stessi effetti di offuscamento intellettuale di quella marxista del passato. E visto che si discute solo in quei termini si finisce per farsi prendere sempre alla sprovvista (‘La Libertà è Informazione!’ – ma davvero!). Così che l’articolo sulla CNN sul prossimo film di George Lucas appare un autentico trip di nostalgia del futuro. L’autore ricorda che all’uscita di The Phantom Menace Lucas, profeta delle nuove tecnologie digitale, si aspettava che le attuali 18 sale negli Stati Uniti attrezzate per la nuova tecnologia, sarebbero diventate almeno 200 se non di più in occasione dell’uscita di Episode II. In realtà oggi sono 19. L’articolo prosegue castigando sia il pubblico che i gestori dei cinema americani per non essere all’altezza delle visioni lucasiane. Ma con il Nasdaq a meno di un terzo del suo picco del 2000 la faccenda appare triste.
Mi chiedo però se in questo mancato salto tecnologico non possa entrare un altro fattore, direttamente legato al film di Lucas, a The Phantom Menace. Fatto: a me non è piaciuto: ma questi sono giudizi personali, come i giudizi della maggior parte dei critici, cui non piacque. Altro fatto: ebbe un enorme successo di pubblico. Ma, ed anche questo è un fatto, non pari alle aspettative, sia di Lucas che dell’industria in generale. La mia personalissima opinione è che parecchi dei milioni di persone che sono andate a vedere The Phantom Menace siano rimaste deluse – alcuni lo hanno anche ammesso. La campagna pubblicitaria di tre anni fa fu lunga ed ossessiva, tutte le maggiori riviste americane dedicarono più copertine al film ed agli attori. Le minori ne dedicarono molte di più. Un giornale americano pronosticò un netto incremento del turismo: masse immense di europei e giapponesi sarebbero venute negli USA a vederlo, incapaci di tollerare un minimo ritardo. Code di mesi. Aspettative messianiche. Una nuova religione. E poi? Jar Jar Binks e quel bambino paffuto ed inespressivo. Il nuovo Star Wars fece un mucchio di soldi ma non impensierì minimamente il primato di Titanic. La campagna pubblicitaria in questi giorni, sia in America che qui, è in tono decisamente minore, come per un Planet of the Apes qualsiasi. Probabilmente sarà migliore del precedente (come minimo: niente bambino e molto meno Jar Jar Binks) ma sicuramente sarà solo un altro film che ci piacerà o meno. La rivoluzione è stata rimandata. Non posso certo mettere in rapporto di causa-effetto la delusione collettiva di The Phantom Menace, che magari esiste solo nella mia mente, con il fatto oggettivo del crollo del Nasdaq. Ma una qualche forma di rapporto mi sembra che ci sia.
Inoltre, due parole su cinema e tecnologia. L’avvento del sonoro impiegò alcuni anni ad essere assorbito pienamente nel linguaggio cinematografico. Ancor più tempo impiegò il colore, almeno un quarto di secolo. Ancora all’inizio degli anni 60 la maggioranza dei film americani ed italiani era in bianco e nero. La quantità di innovazioni tecnologiche degli ultimi decenni non avrà forse abbassato il livello del cinema come pensano alcuni. Ma non vedo proprio che lo abbia innalzato. I film non saranno ‘peggiori’ che negli anni 70, ma non mi pare proprio che siano ‘migliori’: termini vaghi ma comprensibili. Era mancata la fase di assestamento, di digestione: ad una nuova tecnologia ne seguiva immediatamente un’altra. Per i tecnofili questo era un miglioramento ‘di per sé’: per gli altri magari no, compresa la maggior parte degli artisti e dei creatori. Si spera che la fase di assestamento sia arrivata ora.
Moritz Benedikt
Recensione n.7
Dieci ottimi motivi per andare a vedere Star Wars II
1. E’ il nuovo capitolo all’interno della saga più amata, più ricordata, più citata, più imitata, più importante della storia del cinema.
2. Hayden Christensen è un perfetto Anakin Skywalker, e le sue espressioni facciali sono inquietanti come solo un jedi prossimo al lato oscuro puo’ rivelare.
3. Epica e cinema si incontrano ancora una volta, e non sarà l’ultima (vedi i prossimi capitoli de Il Signore degli Anelli, Star Wars e Matrix)
4. Si puo’ finalmente tornare a sognare al cinema passando due ore di evasione e di entertainment, senza chiedere, per una volta, che un film faccia riflettere sulla propria vita e sui problemi esistenziali.
5. Dopo più di vent’anni di attesa, finalmente si capisce come mai Yoda sia il MAESTRO di TUTTI gli Jedi in uno scontro memorabile, che come raramente succede al cinema, ha fatto scatenare urla e applausi incontenibili all’inizio della famosa scena. A proposito, se prima e dopo il duello è claudicante col bastone, è solo perchè durante ha usato la forza, non mi pare ci volesse molto a capirlo.
6. Gli FX sono straordinari SEMPRE (a parte la mucca di Naboo, ok ok…), con picchi straordinari nei duelli tra Jango Fett e Obi Wan. Le bombe sismiche che lancia Fett con relativa esplosione ritardata sono un capolavoro di concept e di Audio Effects.
7. La storia finalmente decolla e ha tutti i presupposti per un finale straordinario, degno “collante” con l’adorata vecchia trilogia. Staremo a vedere.
8. Jar Jar Binks appare per 30 secondi di film e fa la mossa più importante e disastrosa dell’intera saga, e con ogni probabilità morirà nel prossimo episodio, o su Alderaan all’inizio del quarto. (grazie George, ora hai concesso a tutti il pieno diritto di odiarlo in santa pace e di attendere la sua morte sfregandosi le mani… 🙂
9. R2 e C3 tornano insieme, e con loro la demenzialità che mancava totalmente in E1… Fantastici, mi hanno provocato dei deja vu da brividi.
9 e mezzo.) Nanni Moretti ha detto che è noioso.
10. La colonna sonora è eccezionale, abile nel miscelare vecchi temi con i nuovi. NON è assolutamente una ripetizione della morte nera, che si sente solo dopo la metà quando Anakin torna dalla strage dei Tusken (la prima ora di film è composta totalmente di musica nuova). Il tema nuovo, quello principale è eccezionale e degno degli altri che supportano la saga. E poi John Williams non di discute. MAI.
Non sono finiti qui, ad ogni modo complessivamente direi che è un film BELLISSIMO, che si integra perfettamente con il “mood” della vecchia trilogia. Non ne è ancora completamente all’altezza, ma poco ci manca.
C.S. da IAC
Recensione n.8
L’aspetto più interessante di questo “Episode II” è senza dubbio il filo autobiografico e metaforico che traspare in filigrana. Nel rapporto maestro-allievo che lega il giovane arrogante Anakin al Maestro Jedi Obi-Wan si ravvede infatti una proiezione del rapporto conflittuale Lucas-Coppola.
Come Anakin, anche Lucas era un giovane apprendista molto dotato e sicuro di sè che si ritrovò ad essere pupillo prediletto di colui che all’epoca era un mito e un modello per tutti gli aspiranti registi, ovvero Francis Ford Coppola, il primo studente di cinema ad aver fatto un film. Anche Lucas, come Anakin, instaurerà un rapporto di amore-odio col suo maestro fino a coltivare il sogno supremo di superarlo per diventare più potente di lui, favoleggiando una supremazia sul mondo del cinema da dittatore assoluto e da Dio onnipotente, ovvero riuscendo laddove il proprio maestro aveva fallito (il crollo della American Zoetrope contrapposto all’Impero della LucasFilm).E sempre come Anakin, infatti, anche Lucas abbagliato da queste smisurate ambizioni espansionistiche di potere assoluto si sposterà sul lato oscuro della Forza, diventando supremo e incontrastato Moloch della Nuova Hollywood e finendo per incarnare la metamorfosi da tutti interpretata come il Male per antonomasia del cinema contemporaneo, ovvero il film inteso come becero prodotto di consumo e intrattenimento fatto di effetti speciali e merchandising (laddove Coppola, invece, inseguiva un fantomatico ideale di film d’arte). Nel rapporto Anakin-Obi Wan che è il fulcro narrativo di questo Episode II, quindi, si consuma l’ennesima metafora edipica del contrasto padre-figlio, laddove il figlio mangia il padre e ne prende il posto nella mecca del Cinema. Tematica che del resto era già il fulcro portante di tutta la produzione anni 70 di Coppola, da Il Padrino fino ad Apocalypse, come a preconizzare il destino che egli stesso avrebbe dovuto subire ai danni del giovane arrogante discepolo.
George Kaplan