Scheda film
Titolo originale: Star Wars – The force awakens
Regia: J. J. Abrams
Soggetto: basato su personaggi creati da George Lucas
Sceneggiatura: Lawrence Kasdan, J. J. Abrams e Michael Arndt
Fotografia: Dan Mindel
Montaggio: Maryann Brandon e Mary Jo Markey
Scenografie: Rick Carter e Darren Gilford
Costumi: Michael Kaplan
Musiche: John Williams
Suono: E. J. Holowicki e Stuart McCowan
USA, 2015 – Fantascienza – Durata: 135′
Cast: Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Mark Hamill, Carrie Fisher, Billie Lourd, Harrison Ford
Uscita: 16 dicembre 2015
Distribuzione: Walt Disney Pictures
“Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto…”
Cancellate gli ultimi tre capitoli, i tre prequel interamente diretti da George Lucas in sequenza (anche se chi scrive salverebbe volentieri il dolentissimo La vendetta dei Sith). È quello che fa con un bel colpo di spazzola J. J. Abrams con questo suo Il risveglio della forza, chiamato dalla Disney, nuova proprietaria dei diritti, a proseguire una delle saghe cinematografiche più amate d’ogni tempo e che hanno attraversato ben due secoli. Un film che, grazie alle prevendite attive già da un mese, ha già incassato (enormemente) prima d’uscire.
Impossibile raccontare la trama senza scivolare nello spoiler, pertanto basterà ci limiteremo a poco più del contenuto della classica e familiare scritta lanciata tra le stelle dopo il titolo iniziale: Luke Skywalker, praticamente l’ultimo degli Jedi, è sparito; quel che rimane dell’Impero si è riorganizzato nel Primo Ordine; il generale Leia Organa (Carrie Fisher), già principessa, manda sul pianeta Jakku il suo miglior pilota, Poe Dameron (Oscar Isaac), alla ricerca di una possibile traccia del fratello scomparso nel nulla…
Non c’è niente da fare: il male (narrativamente) funziona e attrae più del bene. Le storie dei Jedi che si volevano tanto bene, a partire dal primo capitolo filologico, La minaccia fantasma, acquistano mordente ed interesse soltanto nel terzo episodio, La vendetta dei Sith, in cui Anakyn Skywalker viene condotto al “Lato Oscuro”, così come qui il ritorno del “male”, riorganizzato nel Primo Ordine, crea maggiore tensione drammatica e coinvolgimento. Nella stessa maniera in cui nella Divina Commedia di Dante l’Inferno era di gran lunga più interessante della contemplazione dei santi nel Paradiso, qui Kylo Ren, il Leader Supremo Snoke ed il generale Hux destano fin troppa curiosità rispetto già allo steso Luke.
La cura Abrams, dopo aver rivitalizzato Star Trek, tra poco al terzo, nuovo episodio, si rivela efficace anche con la saga di Star wars e consiste innanzitutto nel rifondarla – quindi prepariamoci ad ulteriori colpi di scena nei prossimi capitoli – e nel ricollegarsi direttamente alle vicende e ai personaggi dell’episodio sesto, Il ritorno dello Jedi, circa trent’anni dopo, riabbracciando quella “fantascienza sporca” che in pieni anni settanta l’epopea aveva contribuito a sdoganare, motivo per cui stavolta sono stati preferiti scenari “live” all’uso della computer grafica eccessivamente diffusa nei primi tre capitoli, troppo pulita e poco attraente.
Il film, che sceglie volutamente e giustamente una struttura narrativa pressoché sovrapponibile all’episodio quarto, Una nuova speranza, emoziona e coinvolge, anche grazie ad un 3D assolutamente ben sfruttato, tanto che in più di occasioni si rischierà di sentirsi in sella ad una delle astronavi.
Insomma, Il risveglio della forza indubbiamente funziona, anche se qualche fan irriducibile storcerà il naso e pure noi qualche appunto ad Abrams non riusciamo a risparmiarlo: la sceneggiatura, alla quale ha contribuito pure il veterano Lawrence Kasdan, ha un che di eccessivamente meccanico ed un po’ di enfasi in più al primo colpo di scena non avrebbe guastato; ma quel che più stona è il personaggio di Kylo Ren, perfetto finché mantiene la maschera, mentre quando rivela il volto imberbe e fin troppo capelluto di Adam Driver delude parecchio; un vero e proprio caso di mis-casting, tanto più reale se sono poi vere le voci secondo le quali per il ruolo sarebbero stati presi in considerazione inizialmente due attori con un più corposo physique du role quali Michael Fassbender e Hugo Weaving (!). Lodi invece alla bellissima e bravissima Daisy Ridley, nella parte di Rey, personaggio fondamentale della storia, nella quale a sua insaputa alberga la Forza, ed a John Boyega, lo stormtrooper Finn che si auto-ribellerà passando dalla parte della Resistenza.
La chiave del film è tutta nella frase di Han Solo (Harrison Ford) quando sale a bordo del Millennium Falcon: “Siamo a casa!”. La sensazione è proprio quella: ritrovare dei vecchi e cari amici, come se li avessimo salutati poco prima. Certo, Han Solo (e il suo interprete Harrison Ford) e Leia Organa (e la sua interprete Carrie Fisher) invecchiati fanno più tenerezza che altro, ma sono una necessaria garanzia! Sono come le numerose rovine di astronavi che vediamo disseminate lungo la pellicola in veste di pesanti ed indicative scenografie: quello che ormai è poco più di una leggenda – gli Jedi, la Forza… – è in realtà tutto vero e la loro presenza, come pietre miliari, lo testimonia.
Anche se per le nuove generazioni potrebbe sembrare strano che noi ci emozionammo quasi quarant’anni fa per Guerre stellari, una “fantasyentifica” storia di donne, cavalieri, armi ed amori, anche grazie a Il risveglio della forza potremo far loro capire che… sì, era ed è tutto vero! Che la Forza sia con voi!
Voto: 8
Paolo Dallimonti