Scheda film
(Tr. Lett.: La (r)evoluzione della bistecca)
Regia: Franck Ribière
Soggetto e Sceneggiatura: Franck Ribière e Vérane Frédiani
Fotografia: Antoine Aybes-Gille
Montaggio: Vérane Frédiani
Musiche:David Martinez
Suono: Quentin Bourgeois
Francia/G.B./Irlanda, 2014 – Documentario – Durata: 109‘
Cast: Yves-Marie Le Bourdonnec
Il giro del mondo in tante bistecche
Se siete vegetariani, lasciate perdere! Peggio ancora se siete vegani! Da una parte il vostro fragile cuore non reggerebbe, dall’altra il vostro stomaco, tra mucche, bistecche e manzi, avvertirebbe troppo forte il richiamo… della carne!
Il regista Franck Ribière, una volta aver scritto il documentario con la moglie Vérane Frédiani, è andato in giro per il mondo con il celebre macellaio gourmet Yves-Marie Le Bourdonnec alla ricerca della migliore carne su questa terra, dopo averci esposto i vari problemi della carne francese.
Tante sono le tappe affrontate per incontrare allevatori, macellai e cuochi specializzati, figure che spesso si fondono e si confondono. La Brooklyn del ristorante Peter Luger, di cui parlano gli eredi; l’Argentina con le sue carni prelibate e rinomate quali l’Angus ed il Brasile con lo chef Marcos Bassi, scomparso pochi mesi dopo le riprese; gli allevamenti statunitensi di Tom Mylan; il Canada dell’allevatore Jean Guy Godbout, del ristorante Joe Beef (Montreal) e del giornalista Mark Schatzker, autore di “Steak”, che si è allevato una mucca tutta sua e se l’è macellata e gustata; la Scozia di Alison Tuke e del Castello di Glengorm, la Londra del ristorante Hawksmoor e lo Yorkshire settentrionale del celebre allevatore e macellaio Tim Wilson; il Giappone del rinomato e singolare manzo di Kobe e le sue accurate classificazioni, carne battuta comunque dal manzo di Matsusaka servito al ristorante Satou a Tokyo; la Svezia della razza Wagyu, trafugata dal Giappone stesso sotto forma di embrioni nella versione ufficiale e tramite sperma rubato stando a quella ufficiosa; l’Italia del toscano Dante Cecchini e dei suoi ristoranti per tutte le tasche; la Francia dell’allevatrice Bérénice Walton a Bazadais e del ristorante Maison Bras a Laguiole (Aubrac); la Spagna de “La Bodega “El Capricho” di José Gordón in quel di León e della “sua” razza Rubia Gallega, che risulta fornire la bistecca migliore di tutte; infine quasi una piccola chiosa in Corsica, a Tallone, con la passione dei cittadini di per cucinare la carne in occasione della festa del santo patrono con estrema cura ed attenzione.
Pur con uno stile abbastanza rozzo e un andamento piuttosto confuso, benché lineare (dall’America all’Europa passando per l’Asia), Ribière, Frédiani ed il loro eroe Le Bourdonnec spaziano in lungo ed in largo per diversi continenti stimolando continuamente i nostri succhi gastrici con tanto di inevitabile acquolina in bocca. Lasciati da parte gli allevamenti industriali, la loro missione è la ricerca della qualità, con un continuo gioco al rialzo: appena individuata la bistecca più buona, ecco spuntarne un’altra migliore, dal Giappone alla Svezia fino ancora alla Spagna.
Quella che i nostri tracciano ed evidenziano è l’ormai diffusa tendenza allo “Slow Food”, la contro-rivoluzione industriale che, dopo aver sfamato (solo) l’occidente, superato (e accantonato) il “quanto”, ora pensa al “come”, lasciando che tutti gli elementi della natura, flora e fauna, si compenetrino per il migliore dei risultati. Forse è tardi, ma non è poco. È l’uovo di Colombo – allevamenti lenti = qualità delle carni – ma molto più gustoso!
Steak (r)evolution è poco più di un interessante servizio televisivo, senza alcun merito o connotazione cinematografica, ma stimola di certo la curiosità dello spettatore che, dopo la visione, non potrà che correre verso una steak-house, magari tra quelle citate dal documentario.
RARISSIMO perché… è un documentario di taglio televisivo.
Note: il film è uscito da noi dal 18 giugno solo sulle piattaforme televisive Infinity e Premium Play con il titolo
Steak (r)evolution – Alla ricerca della bistecca più buona del mondo.
Voto: 6 e ½
Paolo Dallimonti