Scheda film
Regia e Soggetto: Lluís Miñarro
Sceneggiatura: Lluís Miñarro, con la collaborazione di Sergi Belbel
Fotografia: Jimmy Gimferrer
Montaggio: Núria Esquerra
Scenografie: Sebastián Vogler
Costumi: Mercè Paloma
Suono: Dani Fontrodona
Spagna, 2014 – Drammatico/Storico – Durata: 105‘
Cast: Àlex Brendemühl, Bárbara Lennie, Lorenzo Balducci, Lola Dueñas, Francesc Garrido, Àlex Battlori, Gonzalo Cunill
Uscita: 30 maggio 2016
Distribuzione: Boudu-Passepartout in collaborazione con Festival del Cine Español e Exit Media

Sale: 10

Re solo

La vicenda storica e “reale” – si perdoni il gioco di parole! – di Amedeo Ferdinando Maria di Savoia, eletto Re di Spagna il 2 gennaio 1871, essendo stato preferito tra gli altri ad Alfonso di Borbona ed alla Repubblica Federale, ed in carica fino all’11 febbraio 1873, quando abdicò. Un monarca giusto al posto sbagliato: un sovrano potenzialmente illuminato bloccato da una corte conservatrice in un momento difficile per la nazione, al cui regno seguì una fugace repubblica.
Il regista Lluís Miñarro sceglie di ambientare la narrazione esclusivamente in interni per trasmettere la claustrofobica prigionia di un re che per motivi sicurezza sarebbe meglio non far uscire e di astrarlo, raccontando ad esempio attraverso anacronistiche “slide”, come si chiamerebbero oggi, il suo rapporto con la moglie, chiamata a visitarlo per non farlo impazzire.
Intorno a lui una corte decadente, ben rappresentata dall’assistente Alfredo, ben interpretato dal nostro Lorenzo Balducci, una sorta di maniaco sessuale che non esita ad intrattenere rapporti autoerotici con un melone (che poi verrà regolarmente servito a tavola), che corre nudo per le stanze reali o che perfino si infila a letto tra Re e Regina, non disdegnando pure di concupire l’altro servitore.
Tra dettagli, particolari ed altri divertenti anacronismi, come il brano “A présent tu peux t’en aller” dei Les Surfs in alcuni momenti, Miñarro conduce la “narrazione” indugiando in inevitabili simbolismi e mantenendo un ritmo costantemente lento al fine di aumentare la claustrofobia e l’impotenza provate dal povero sovrano, che attraverserà appunto la storia spagnola come una “stella cadente”. Questo però alla lunga incide sulla scarsa fruibilità di un film quasi viscontiano, zeppo di piani fissi e di trovate “teatrali”, come la Morte che entra in scena prima dell’attentato cui Amedeo comunque scampò.
Rimane un “divertimento”, come precisa un’annotazione sotto il titolo prima dei crediti e come sottolineano subito gli attori che ci strizzano l’occhio sui titoli di coda, impreziosito dalle interpretazioni, tra le altre, di Alex Brendemühl, che avevamo già apprezzato ne Il medico tedesco di Lucía Puenzo nei panni di Josef Mengele in fuga e recentemente in Truman – Un amico vero di Cesc Gay nel ruolo del confuso veterinario e dell’almodovariana Lola Dueñas, la cuoca Eloïsa.
Ultima e non trascurabile curiosità: il film è quasi interamente girato in Catalano, lingua del regista, nato a Barcellona nel 1949, il che aggiunge un’ulteriore nota stravagante e bizzarra.

RARO perché… è un film sui generis

Voto: 6

Paolo Dallimonti