Scheda film

Regia: Alessandro Melazzini
Soggetto e sceneggiatura: Alessandro Melazzini
Fotografia: Alessandro Soetje
Montaggio: Paolo Turla
Musiche: Sebastiano Forte
Prodotto da: Alpenway Media Production GmbH
Italia/Germania, 2014 – Documentario – Durata: 71’

Uscita: 25 settembre 2014 e 2 ottobre 2014
Distribuzione: Alpenway Media Production GmbH

 Il silenzio bianco

Cinque minuti di lirica poesia audiovisiva per portare sullo schermo lo spettacolo mozzafiato dei paesaggi dello Stelvio, accompagnati nel loro succedersi dalle note di una colonna sonora ambientale, affidata unicamente alle folate del vento, al fluire delle acque e al frantumarsi del ghiaccio. Uno spettacolo, questo, reso possibile da riprese aeree di forte impatto visivo che restituiscono l’immensità e l’imponenza di uno scenario che oggi rappresenta uno museo a cielo aperto, mentre ieri è stato il più duro dei campi di battaglia. È l’ouverture di incantevole bellezza con la quale Alessandro Melazzini apre il suo nuovo documentario (suo il pregevole Monaco, Italia. Storie di arrivi in Germania) dal titolo Stelvio – Crocevia della pace, che approda nelle sale dopo un fortunato percorso nel circuito festivaliero internazionale con una serie di proiezioni mirate nelle principali città italiane tra fine settembre e gli inizi di ottobre 2014.
Poi quella magia così coraggiosamente impressa sullo schermo viene bruscamente interrotta dall’irruzione della parola, che si sostituisce a quello che da molti è stato battezza “il silenzio bianco”. La bellezza e la cura formale nella costruzione di ogni singola inquadratura rimangono il leit motiv di un’operazione che, purtroppo, invece di proseguire sulla strada del documentario di creazione preferisce imboccare quella più sicura del reportage paesaggistico e storico, infarcito da una successione di interviste a personaggi autoctoni più o meno noti che riportano il tutto sui binari classici. Il tutto finisce di fatto con il depotenzializzare un’opera che aveva tutte le carte in regola per continuare a sorprendere lo spettatore di turno con una confezione stilistica e fotografica di altissimo livello, ma anche con una serie di scelte drammaturgiche fuori dagli schemi.
Stelvio – Crocevia della pace soffre proprio questa lotta intestina fra il desiderio di avventurarsi in dinamiche creative altre e l’esigenza di ripiegare su soluzioni più sicure. La riprova sta nell’avere deciso di puntare sull’evocazione, affidandosi a immagini del presente che richiamano al passato che fu tra trincee, grotte, sentieri e pendii, quando tanti altri addetti ai lavori avrebbero utilizzato i materiali di repertorio per costruire un ponte tra ciò che è e ciò che è stato. Al contrario, ci si trova al cospetto di un prodotto che per il resto si limita ad assecondare i dettami imposti dalla solita cartolina promozionale, chiamata ad attirare potenziali visitatori sulle bellezze locali, sull’importanza storica dei luoghi mostrati e sulle innumerevoli attrazioni sportive (alpinismo, sci e ciclismo) ed enogastronomiche.

Voto: 6

Francesco Del Grosso