Scheda film
Regia e Montaggio: Giovanni Columbu
Soggetto: tratto dai vangeli di Matteo, Marco, Luca, Giovanni
Sceneggiatura: Giovanni Columbu e Michele Columbu
Fotografia: Massimo Foletti, Uliano Lucas, Francisco Della Chiesa e Leone Orfeo
Scenografie: Sandro Asara
Costumi: Stefania Grilli e Elisabetta Montaldo
Suono: Marco Fiumara, Enrico Medri, Andrea Sileo e Elvio Melas
Italia, 2012 – Drammatico – Durata: 80′
Cast: Fiorenzo Mattu, Pietrina Menneas, Tonino Murgia, Paolo Pillonca, Antonio Forma, Luca Todde, Giovanni Frau
Uscita: 21/28 marzo 2013
Distribuzione: Sacher
Sale: 9/19
Cristo sardo
Che cosa hanno in comune la Palestina dell’Anno Domini 33 con la Sardegna del XXI secolo? A parere di Giovanni Columbu, già regista due lustri prima di Arcipelaghi, si direbbe molto, scegliendo di ambientare la passione del Cristo nella sua terra, così come i pittori rinascimentali collocavano gli episodi del Vangelo nei propri luoghi, dipingendoli con i costumi della loro epoca. Più o meno quanto di simile hanno quelli che Gesù proclamava beati – “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli; beati gli afflitti, perché saranno consolati; beati i miti, perché erediteranno la terra (…); beati i puri di cuore, perché vedranno Dio (…)” – con i malati psichiatrici provenienti da alcuni centri di salute mentale che ha scelto come parte degli interpreti, i quali assistono agli eventi con lo sguardo altrove, gli occhi bassi o quasi rivolti dentro se stessi. Rompe però con l’iconografia rinascimentale o comunque classica succitata, nonché con quella cinematografica hollywoodiana e “zeffirelliana”, ispirandosi alla descrizione contenuta nella profezia di Isaia – “…non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere” – scorgendo in Fiorenzo Mattu un Gesù evidentemente brutto, basso, con gli occhi a palla ed il naso schiacciato, al fine di renderlo più umano dell’umanoe relegare la bellezza soltanto alla dimensione interiore.
Concepito inizialmente come una sorta di Rashomon evangelico, idea che ha lasciato il posto a quella di un sogno rituale con ambientazione sarda, Su re ha visto ridurre la sua sceneggiatura nel corso degli anni ad una serie di appunti, lasciando lo spazio all’improvvisazione ed alla sperimentazione, costringendo gli operatori a riprese più simili al documentario che alla finzione. Ed in questo fondamentale è stata la fotografia di Massimo Foletti, Uliano Lucas, Francisco Della Chiesa e Leone Orfeo, capaci di passare dai toni freddi e realisti degli esterni a quelli caldi e chiaroscurati degli interni, come anche di costituire una sorta di seconda unità che osservasse gli eventi anche a distanza per evocare un maggiore senso di straniamento.
La narrazione non lineare di Columbu procede rievocando in flashback nell’occasione della crocefissione i fatti dei giorni precedenti, come l’ultima cena, e soffermandosi inoltre sui dettagli, accontentandosi spesso solo di questi, ad esempio nell’impiccagione di Giuda, mostrata inquadrando nulla più che il suo busto e le mani penzolanti.
Mentre i 400 costumi preparati per il film in collaborazione con il teatro Lirico di Cagliari si alternano sullo schermo con gli abiti più vecchi e dismessi degli stessi interpreti, in un accostamento surreale accanto alle riproduzioni delle armature romane, un vento sempre visivamente presente sui volti dei personaggi, che si manifesta scuotendoli, come anche nell’audio, sovrastando come unica e sola colonna sonora i dialoghi rigorosamente in sardo, si impone come un altro dei protagonisti principali del film.
Sovrapponendo in primis il fantasma pasoliniano de Il vangelo secondo Matteo a quella Sardegna pastorale illustrata anni dopo in Padre padrone dai fratelli Taviani – complice anche la presenza “distributiva” di Nanni Moretti – Su re di Giovanni Columbu si eleva come opera atemporale se non addirittura trans-temporale, un’interpretazione poetica dei quattro vangeli tra le più infedeli, ma allo stesso tempo fedelissima.
RARO perché… è un’opera semplice ed estremamente suggestiva, ma forse non per tutti.
Note: il film esce il 21 marzo in 9 sale nella sola Sardegna ed il 28 anche nel resto del territorio nazionale per un totale di 19 sale.
Voto: * * *½
Paolo Dallimonti