Scheda film
Regia e Sceneggiatura: Guido Lombardi
Soggetto: da un’idea di Guido Lombardi e Gaetano Di Vaio
Fotografia: Francesca Amitrano
Montaggio: Annalisa Forgione
Scenografie: Maica Rotondo
Costumi: Francesca Balzano
Musiche: Giordano Corapi
Suono: Daniele Maraniello
Italia, 2014 – Drammatico – Durata: 95‘
Cast: Peppe Lanzetta, Salvatore Striano, Salvatore Ruocco, Carmine Paternoster, Gaetano Di Vaio, Gianfranco Gallo, Antonio Pennarella
Uscita: 2 ottobre 2014
Distribuzione: Microcinema
Sale: 38
Cinque personaggi (poco) ricercati da un autore
Napoli, giorni nostri. Carmine (Paternoster) è un idraulico cui tocca riparare la perdita di una fogna in prossimità di una banca. È lui ad avere l’idea della rapina, per cui contatta Gaetano (Di Vaio), un ricettatore, il quale convoca tutta una serie personaggi che hanno già più di una volta oltrepassato il limite della legalità: il fotografo di matrimoni Sasà (Salvatore Striano), al contempo cardiopatico e migliore scassinatore sulla piazza, con una donna troppo bella per dirle ancora addio; Ruocco (Salvatore Ruocco), nipote di Gaetano e pugile dotato quanto indisciplinato (è stato squalificato per aver rotto una sedia in testa ad un arbitro); “O Sciomèn” (Peppe Lanzetta), leggendario criminale partenopeo, ormai appartenente ad un’altra epoca, che una lunga detenzione ha lasciato fragile e depresso.
Niente li accomuna, se non un desiderio di riscatto a lungo represso, e quando dovranno restare nella tana ad attendere Gaetano che non sembra fare ritorno dopo aver compiuto il colpo, i loro nervi saranno messi a dura prova. Nascono incomprensioni, gli accordi presi sembrano svanire, mentre la lunga ombra d’”O Jannone” (Gianfranco Gallo), potente boss cittadino che ha saputo della rapina, inizia a profilarsi su di loro…
Delude Lombardi alla sua attesissima opera seconda, dopo il piccolo miracolo di La-Bas – Educazione criminale di due anni prima. “Prendine cinque”, letteralmente, basandosi anche in maniera quasi meta-cinematografica sulla vera vita vissuta degli interpreti stessi, e mettili in scena. Ma non basta. Non basta neanche il jazz nel titolo (il classico omonimo del David Brubeck Quartet registrato nel 1959, con appunto un ritmo irregolare come i personaggi raccontati), neppure un valido quintetto di volti napoletani più o meno noti, compreso quella specie di mostro sacro di Peppe Lanzetta, e non bastano nemmeno gli sfasamenti temporali ed i riferimenti, più intenzionali che riusciti, a I soliti ignoti e Le iene.
Il risultato annaspa tra lo stereotipo ed il cliché, disperdendo quanto di buono poteva esserci nelle premesse, naufragando nella prevedibilità di personaggi (de)scritti in maniera troppo poco originale per non essere prevedibili. Cinque solitudini in cerca di denaro e riscatto – e qui risiede il tentativo di denuncia del film – cinque personaggi che avrebbero potuto essere scelti meglio dal loro autore.
RARO perché… la distribuzione si è concentrata per ovvi motivi prevalentemente in Campania.
Voto: 5
Paolo Dallimonti