Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Jeff Nichols
Fotografia: Adam Stone
Montaggio: Parke Gregg
Scenografie: Chad Keith
Costumi: Karen Malecki
Musiche: David Wingo
USA, 2011 – Drammatico – Durata: 120′
Cast: Michael Shannon, Jessica Chastain, Shea Whigham, Tova Stewart, Katy Mixon, Natasha Randall, Ron Kennard
Uscita: 29 giugno 2012
Distribuzione: Movies Inspired
Sale: 4
La tempesta imperfetta
Curtis (Michael Shannon), un’operaio specializzato, comincia ad avere ricorrenti visioni circa un’imminente e devastante perturbazione atmosferica che starebbe per abbattersi. Nuvole fitte e minacciose, fulmini in lontananza, stormi di uccelli in bizzarre formazioni di volo, pioggia arancione e densa come olio sono manifestazioni presenti solo nella sua mente che si sta ammalando o presagi di un’apocalisse prossima ventura? Tra i timori della moglie Samantha (Jessica Chastain), acquista un container che interra in giardino, dedicandosi sempre più a quella che ogni giorno che passa si trasforma in un’ossessione, arrivando a perdere anche il lavoro. Finché una notte la tempesta sembra essere arrivata e l’intera famiglia scappa nel rifugio…
Jeff Nichols, al secondo – ed unico edito da noi – dei suoi tre film, tutti interpretati da Michael Shannon, attore feticcio, affronta l’imprescindibilità degli umani destini unita a tematiche post-11 settembre e pre-2012: il pericolo sconosciuto, non del tutto prevedibile, che viene da non si sa dove, forse anche da dentro; la devastazione quasi annunciata, ma alla quale non tutti credono, tanto da sconfinare addirittura nell’autodistruzione.
Grazie alla bravura del suo protagonista, ormai abbonato a ruoli di disturbati mentali – da Bug a My son, my son, what have ye done, tanto per citarne un paio – grazie anche ad un vero e proprio physique du role, col suo sguardo tra il torvo e lo stralunato, riesce a tenere altissima la tensione per ben due ore. Con qualche sfumatura horror, le visioni di Curtis – uomo con un senso in più ed una figlia (sorda) che invece ne ha perso un altro – riescono ad avvincere ed a farci immedesimare con lui stesso, avvicinandosi al punto di vista di un uomo che si chiede spesso se sia solo lui a percepire certe immagini e che non riesce a capire – e noi con lui – che cosa stia accadendo veramente e dove (si) stia andando.
Pur se ad un certo punto, verso la fine, il film sta per avvicinarsi ad un episodio della serie Ai confini della realtà che trattava un’argomento simile, lo scarta decisamente, stupendo così il pubblico, riabbassando quindi la tensione per poi rialzarla nella visita presso lo psichiatra e farla scemare di nuovo, fino all’ultima ed irrivelabile scena.
Un film davvero sorprendente – col suo titolo, letteralmente “trova rifugio”, dai molteplici significati – che contrappone il granitico Shannon alla fragile Chastain e che, pure nelle sue due ore di durata, riesce a spiazzare in continuazione, mantenendo elevata la suspense, rigorosamente non hitchcockiana, poiché le carte in tavola sono accuratamente tutte coperte, sovrapponendo e fondendo i punti di vista di protagonista e spettatore.
Raro perché… è un gran bel film, forse troppo inquietante.
Voto: * * *½
Paolo Dallimonti