Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Christopher Nolan
Fotografia: Hoyte Van Hoytema
Montaggio: Jennifer Lame
Scenografie: Nathan Crowley
Costumi: Jeffrey Kurland
Musiche: Ludwig Göransson
Suono: Willie D. Burton
G.B./USA, 2020 – Fantascienza – Durata: 150′
Cast: John David Washington, Robert Pattinson, Elizabeth Debicki, Kenneth Branagh, Aaron Taylor-Johnson, Clémence Poésy, Fiona Dourif
Uscita: 26 agosto 2020
Distribuzione: Warner Bros Pictures
Non è più tempo d’eroi
Un agente senza nome (John David Washington) viene coinvolto come infiltrato in una pericolosa missione antiterrorismo al Teatro dell’Opera di Kiev. Ma è solo un test per essere reclutato in un’operazione ancora più vasta e misteriosa per la quale gli viene data una parola che gli aprirà molte porte, non sempre sicure: Tenet. Insieme al collega Neil (Robert Pattinson) dovrà vedersela con un oligarca russo (Kenneth Branagh) che sfrutta flussi temporali invertiti e che ha degli obiettivi a dir poco apocalittici…
Impossibile e vietatissimo da ogni etica spoilerare la trama dell’ultimo film di Christopher Nolan, l’undicesimo per la precisione. Quindi cercheremo di arrampicarci come dei funamboli nel parlarne e di farvi capire cosa ne pensiamo senza rovinarvi la sorpresa della visione.
Traendo spunto dall’ultimo Dunkirk, in cui la narrazione si svolgeva su tre piani temporali differenti, e ricollegandosi al suo primo film mainstream, Memento, questa volta il regista inglese gioca con il Tempo. Non si tratta esattamente di viaggi o almeno non solo, ma di flussi temporali invertiti in cui, grazie ad un potente macchinario, è possibile percorrere in senso inverso quella che secondo i fisici è la quarta dimensione Questo dà luogo a lunghe sequenze in cui alcuni personaggi si muovono in scenari in cui tutti gli altri agiscono al contrario e che, se non si riesce ad entrare nello spirito e nel meccanismo del film, rischiano di diventare insostenibili, sfociando a tratti nel ridicolo involontario.
L’ispirazione però sembra venire anche da altre pellicole nolaniane, soprattutto Inception, cui Tenet è molto debitore, anche nel soggetto e nella costruzione di diverse scene, tanto che molti avevano creduto potesse esserne un sequel, come anche da The prestige per i macchinari tecnologici e per il mood magico o ancora da Interstellar per i messaggi dal futuro. Tanto da far venire il dubbio che il regista di Insomnia abbia cominciato a perdere la sua capacità creativa, un po’ come fu l’anno scorso per Tarantino con C’era una volta a… Hollywood.
Christopher Nolan mantiene sicuramente alto e inalterato il suo marchio, quello di un regista colto e abilissimo che riesce ogni volta a coniugare cinema d’autore e intrattenimento mainstream, riferendosi qui al celeberrimo quadrato del Sator a Pompei, palindromo (SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS) e leggibile anche se ruotato, un simbolo quindi del flusso del tempo. Utilizzando in sceneggiatura tutte e cinque le parole come nomi di personaggi o altro, esso contribuisce a trasformare il film in un gigantesco e personale Cubo di Rubik, un enigma che cambia continuamente faccia.
I temi complessi trattati ogni volta dal regista (l’illusionismo, le fasi del sogno, l’astrofisica) sono sempre corroborati da spiegazioni semplici ed efficaci per poterli comprendere e con essi il film, mentre qui le chiavi d’accesso a questo nuovo rompicapo sono molto più spartane ed essenziali, come se volesse lasciare lo spettatore ancora più libero – e però a proprio rischio e pericolo – nel labirinto. Quello che gli interessa maggiormente è il meccanismo del rompicapo, tanto che spesso i personaggi finiscono per risultare eccessivi e stereotipati.
Ambiziosissimo, magniloquente, a tratti difficile da seguire, tanto da meritare almeno una seconda visione, e suscettibile di molteplici interpretazioni a più livelli. Tenet è comunque un film da vedere, ma potrebbe essere l’apice, ineguagliabile, della carriera di un geniale autore. E dopo?
Voto: 7
Paolo Dallimonti