Scheda film
Regia: Eli Roth
Soggetto: Eli Roth e Jeff Rendell
Sceneggiatura: Jeff Rendell
Fotografia: Milan Chadima
Montaggio: Michel Aller e Michele Conroy
Scenografie: Peter Mihaichuk
Costumi: Leslie Kavanagh
Musiche: Brandon Roberts
Suono: Thomas Hayek
USA, 2023 – Horror – Durata: 107′
Cast: Patrick Demspey, Rick Hoffman, Gina Gershon, Milo Manheim, Addison Rae, Nell Verlaque, Karen Cliche
Uscita in sala: 16 novembre 2023
Distribuzione: Eagle Pictures

Potremmo dire che esiste un film horror quasi per ogni festività importante, mentre il Ringraziamento è rimasto per lo più incontaminato. Sicuramente le ragioni di questo sono diverse, tra cui il fatto che il Ringraziamento è una festività specifica del Nord America e un film che si concentra su di esso potrebbe non attirare il pubblico internazionale.
Secondariamente poi, le persone associano questo giorno alle foglie autunnali, alle felici riunioni di famiglia e al cibo; perché rovinarlo con sangue e viscere? (Lo si potrebbe dire di qualsiasi altra festività).
Qualunque sia la ragione, il Giorno del Ringraziamento necessitava di un adattamento horror, e chi si è fatto carico di questo compito? Eli Roth, appassionato di tortura e horror, entrato in scena nei primi anni 2000, presentando uno degli esempi fondamentali dei film di tortura: Hostel.
Quasi due decenni dopo, porta le sue tendenze cruente al genere slasher: Thanksgiving dà una svolta meschina, cattiva e cruenta al genere, ma conserva comunque tutto il divertimento e il mistero che puoi aspettarti da un film della saga di Scream.
Sembra perfetto, vero? Ovviamente non lo è, tuttavia, è uno dei migliori slasher degli ultimi anni, portando l’amato genere in luoghi che altri registi non avrebbero mai raggiunto con le sue uccisioni creative e il sangue viscerale.

La parte introduttiva del film è sorprendentemente efficace e profondamente sconvolgente. Fa un ottimo lavoro nel presentare l’insieme di Plymouth (Massachusetts), dagli adulti al gruppo di adolescenti, fino allo sceriffo della città (Patrick Dempsey).
È il Ringraziamento, appunto, ma ormai tutti sanno che il Black Friday inizia di giovedì, quindi intere folle (rivolte sarebbe una parola più adatta sicuramente) aspettano l’apertura delle porte dell’ipermercato locale per poter ottenere l’offerta migliore sulle piastre per waffle e altri prodotti.
Per una serie di ragioni, ossia quando il gruppo principale di adolescenti ottiene l’accesso anticipato grazie al padre (proprietario del negozio) di una delle ragazze del gruppo, Jessica (Nell Verlaque), la folla sfugge al controllo e ne consegue un sanguinoso disastro: tre persone muoiono e molte altre rimangono ferite.
Un anno dopo la piccola città è perseguitata da questa tragedia. Non sono stati effettuati arresti perché le telecamere di sicurezza non funzionavano quella notte e diverse persone cercano ancora vendetta, ma una in particolare ha preso in mano la situazione; una dopo l’altra, le persone che hanno assistito alla tragedia vengono perseguitate da un killer vestito da pellegrino.

La scena iniziale nel negozio è inquietante da guardare perché l’assassino non si è ancora nemmeno fatto vivo. L’horror non è estraneo all’uso di concetti onnipresenti come il patriarcato, il dolore e la gentrificazione per guidare i suoi temi e il fattore paura. Qui, Roth usa il capitalismo e il consumismo come punto di partenza. Rimani così sconvolto da ciò che hai visto queste persone comuni farsi a vicenda che il confine tra assassino e vittime inizia a confondersi. Usare il capitalismo come sfondo per l’orrore non è una novità, ma Thanksgiving va oltre e pone la domanda: “Siamo davvero tutti capaci di atti atroci quando c’è uno sconto del 50% sugli iPhone?”
La sceneggiatura è piuttosto semplice in quanto sono le uccisioni le star dello spettacolo qui. Roth rende in modo brillante ogni calpestio, pugnalata e sparatoria minuziosamente viscerale, con intestini in mostra e vittime segate a metà o cotte al forno. Questo genere non è noto per il suo sangue, e i film completamente splatter potrebbero essere troppo per alcune persone; in questo senso Thanksgiving è il punto d’incontro perfetto per i fan che desiderano la cattiveria nell’horror mainstream ma che potrebbero non essere pronti a film come Hostel II.

Gli slasher degli ultimi anni hanno cercato di espandere la portata per offrire nuove interpretazioni, fondendo il genere con altri, ma questa tendenza di dover dare una svolta drastica al genere slasher ha un po’ stancato. Dateci semplicemente degli adolescenti e un assassino mascherato, è tutto ciò di cui abbiamo veramente bisogno, se viene eseguito bene.
Gli slasher, a differenza di altri sottogeneri, non sono mai stati conosciuti per le loro narrazioni complesse o per le esplorazioni profonde di temi umani, tantomeno ne hanno mai avuto bisogno. Allora perché trasformarli in qualcosa
che non dovrebbero essere? Sì, la sceneggiatura del film è piuttosto semplice e la rivelazione dell’assassino potrebbe non essere così sorprendente, ma Thanksgiving sa esattamente che tipo di film vuole essere. Non perde tempo inserendo una sottotrama con concetti esistenziali o facendo di tutto per creare uno slasher come nessun altro. È troppo occupato a prendersi gioco del consumismo americano in modo camp.
Con Thanksgiving Roth riporta l’horror alle origini e ci ricorda che può essere brutto, cruento e nodoso, ma sempre divertente e mai noioso.

Nota: il film nasce originariamente come mock-trailer omonimo diretto dallo stesso Eli Roth all’interno della versione integrale, distribuita solo nei paesi anglofoni, di Grindhouse di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez, distribuito da noi e nel resto del mondo come due film differenti con scene aggiunte, rispettivamente A prova di morte Planet Terror, entrambi nel 2007 a qualche mese di distanza.

Voto: 7

Giulia Stirpe