Scheda film

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Peter Greenaway
Fotografia: Sacha Vierny
Montaggio: Chris Wyatt
Scenografie: Ben van Os, Jan Roelfs
Costumi: Ellen Lens, Dien van Straalen
Musiche: Michael Nyman
G.B./Francia/Germania/Belgio/Olanda, 1993 – Drammatico – Durata: 122′
Cast: Julia Ormond, Ralph Fiennes, Philip Stone, Jonathan Lacey, Don Henderson, Celia Gregory, Jeff Nuttall
Uscita: 1993
Distribuzione: Istituto Luce Italnoleggio Cinematografico

 Una vecchia megera partorisce…

Una vecchia megera partorisce un figlio splendente: sua figlia, vergine, ne reclama la maternità perché si gridi al miracolo, ma la Chiesa non le crede e lei uccide la creatura divina; per punizione viene violentata a morte. Fittamente dettagliato e riccamente decorativo come una tela di Bosch o di Ensor (le affinità con l’Entrata di Cristo a Bruxelles sono molto evidenti, per tematica anticlericale – il potere spirituale paragonato, per egoismo, a quello temporale – e deformazione grottesca), un film di corrusca bellezza (messinscena sinuosa tutta lente carrellate laterali e luci preziose di Sacha Vierny) ma forsennatamente estenuante con cui il più minuzioso e cerebrale dei registi inglesi (è gallese, ma vive in Olanda) vuole riflettere sul fatto che la realtà è più falsa della stessa menzogna, visto che riesce veramente a ingannare tutti (il film, in pratica, è una rappresentazione teatrale di un fatto realmente avvenuto a metà ‘600 nella cittadina francese di Mâcon, con l’attrice che viene stuprata veramente sulla scena e muore senza che nessuno spettatore – nonostante venga detto esplicitamente – se ne accorga e, quindi, perlomeno non applauda di fronte al macabro misfatto). Esauriti, però, gli sperimentalismi linguistici del primo periodo, a Greenaway resta solo la propria predilezione per la ridondanza verbale e iconica e giusto qualche idea: ispirato a due foto di Oliviero Toscani per la Benetton (sulla mercificazione dell’infanzia), un film riservato a pochi non necessariamente felici. Vistosi errori di continuità, ma l’esaltato pittore-regista.-artista fissato coi numeri Greenaway ebbe a dire spocchiosamente: “la continuità è noiosa”. Musiche, ovviamente, di Michael Nyman.

Voto: * * *

Roberto Donati