(Italia, 2005)
Con Christian De Sica, Paolo Conticini, Sebastian Torchia
Una modesta commedia musicarella di Christian De Sica
Due meccanici romani amici per la pelle, Franco e Dino, partono alla volta degli Stati Uniti per concorrere ad un raduno di moto la cui improbabile vincita potrebbe risanare i loro infiniti debiti. Gliene succederanno di tutti i colori, tra cui l’incontro con Semmy, un altro italiano in cerca di fortuna, con cui realizzeranno il loro sogno di diventare showmen e cantare nei più grandi teatri di Las Vegas…
Prodotto anche da Guido e Maurizio “Oliver Onions” De Angelis, il film è un tentativo di fare qualcosa di nuovo nel desolante panorama del prodotto medio italiano. Dice De Sica di aver voluto tentare un ritorno al film di “genere”. Iniziativa e progetto lodevoli, almeno sulla carta, ma resta da capire che genere di film sia questo!
In sostanza una commediola che non vola molto più in alto dei polpettoni natalizi cui l’attore/regista ci ha ormai da anni abituato, con battute e situazioni raramente divertenti, mai del tutto originali, infarcita qua e là di numeri musicali, spesso privi di significato. Belle le performance nei teatri, peraltro girate magnificamente a Sofia, con le canzoni di Frank Sinatra ben interpretate dai tre e le coreografie di Franco Miseria, ma spesso sembra che tutto sia meramente in funzione di queste esibizioni, nelle quali si respira fin troppo compiacimento. Pare che si stia pure lavorando ad una versione teatrale, che forse potrebbe essere la migliore collocazione dell’operazione e sarebbe potuta essere tranquillamente l’unica, senza passare per il grande schermo.
La mano non è mai leggerissima, le gag se non si nutrono di parolacce sembrano non poter aver vita: De Sica lo ha scritto con gli stessi sceneggiatori, Brizzi e Martani, che gli sfornano i copioni ogni Santo Natale, ma per fortuna qui si è cercato di contenere ogni eccesso. La comicità non va mai oltre l’equivoco linguistico e l’irritante e risibile scimmiottamento di Totò & Peppino, pur se in qualche breve momento qualche risata la smuove. Non parliamo poi di come in certi punti, tanto per cambiare, tutti i cittadini statunitensi inizino a parlare correntemente l’italiano.
Rimangono comunque apprezzabili una velata e personale critica al “Sogno Americano” e l’idea che i tre protagonisti abbiano gli stessi nomi dei tre Grandi che, con l’aggiunta Peter Lawford e Joey Bishop, costituivano l’originale THE CLAN.
Per quanto riguarda il cast: De Sica ripete la stanca imitazione di certi atteggiamenti e vezzi di Sordi, avendo tra l’altro dimenticato, lui come quasi tutti, che a sua volta Albertone li aveva mutuati proprio da suo grande papà Vittorio; Torchia è bravo come ballerino e cantante, ma nelle parti recitate è stato addirittura doppiato (!); Max Tortora, talentuoso come sempre, è sottoutilizzato e sarebbe stato molto meglio quale coprotagonista al posto di Conticini; quest’ultimo, belloccio e poco espressivo, soprattutto come comico, continua misteriosamente a lavorare soltanto in presenza di De Sica, neanche fosse la compagna!
Il cameo di Anna Longhi è gradevole, ma alla fine contribuisce solo a veicolare e giustificare qualche parolaccia in più.
Curiosità: l’inizio del film è pressoché identico a quello de IL CONTE MAX, remake diretto e intepretato da Christian De Sica nel 1991, in cui interpretava anche lì la parte di un meccanico, allora affiancato da Antonello Fassari. VOTO: * * . . .
Paolo Dallimonti