Scheda film
Regia: Ridley Scott
Soggetto e Sceneggiatura: Cormac McCarthy
Fotografia: Darius Wolsky
Montaggio: Pietro Scalia
Scenografie: Arthur Max
Costumi: Janty Yates
Musiche: Daniel Pemberton
USA/G.B., 2013 – Thriller – Durata: 117′
Cast: Michael Fassbender, Penélope Cruz, Cameron Diaz, Javier Bardem, Bruno Ganz, Brad Pitt, Cesar Aguirre
Uscita: 16 gennaio 2014
Distribuzione: 20th Century Fox
Procuratore di guai
Cormac MacCarthy, alla tenera età di età di ottant’anni, ha già “donato” al cinema un paio dei suoi romanzi, trasposti sul grande schermo in opere di buona fattura: dopo il mediocre Passione ribelle diretto da Billy Bob Thornton nel 2000 e tratto da “Cavalli selvaggi”, nel 2005 i fratelli Coen girano Non è un paese per vecchi, mentre John Hillcoat nel 2009 realizza l’ottimo The road. Nel 2013 il buon vecchio Cormac decide di compiere il grande salto, scrivendo di suo pugno una sceneggiatura originale.
La storia è quella di un avvocato senza nome (Michael Fassbender) che, privo di troppi scrupoli, si invischia nel traffico di droga alla ricerca di facili guadagni. Ma il mondo della criminalità organizzata, al confine tra Messico e Stati Uniti, è un universo molto pericoloso e presto, appena un carico scompare misteriosamente, tutto inizia a vacillare intorno a lui. Mentre i suoi contatti e le persone a lui care cadono come mosche e non sembra restargli nulla più che la fuga o l’isolamento, ai nostri occhi comincia a delinearsi la mente dietro l’elaborato piano che lo sta conducendo alla rovina…
Per la cronica crisi di idee che affligge Hollywood ci voleva proprio uno scrittore come McCarthy a riportare nuova linfa nelle immagini filmate: paradossalmente il copione non fa una grinza, scorrendo dall’inizio alla fine, lanciando una serie di elementi che poi torneranno come la proverbiale pistola di Cechov, che, una volta comparsa in scena, poi dovrà per forza sparare. E così l’affascinante quanto inquietante bolito – un agghiacciante cappio metallico che si stringe automaticamente al collo del malcapitato – e il raccapricciante snuff movie, dopo essere stati nominati, torneranno puntualmente nelle scene finali a chiudere tristemente i cerchi vitali di alcuni personaggi.
E se qualcuno volesse tacciare lo scrittore/sceneggiatore di eccessiva letterarietà in certi dialoghi, forse prolissi, sarebbe come accusare Antonioni ad esempio di aver scritto col suo “Quel bowling sul Tevere” un romanzo troppo cinematografico. Quello che conta è che McCarthy è un narratore di razza, e l’indeterminatezza dei personaggi, come l’anonimato del protagonista, quel “procuratore” del sottotitolo italiano, ed una certa diluizione del racconto da parte di lunghi discorsi contribuiscono al senso di mistero ed alla suspense tipica dell’autore.
Cinque personaggi si stagliano simbolicamente sulle scene di un film fatto di cacce, cacciatori e prede. In ordine di apparizione: il carnefice quasi inconsapevole (l’avvocato Michael Fassbender), la vittima sacrificale Laura (Penélope Cruz), la dark-lady cacciatrice Malkina (Cameron Diaz), il pupazzo jolly Reiner (Javier Bardem) e l’arlecchino ruffiano Westray (Brad Pitt).
Una danza macabra su partitura di Cormac McCarthy che Ridley Scott, in forma come non era ormai dai tempi di American gangster (2007), orchestra e dirige senza risparmiarsi elementi gore – teste e dita mozzate – ed il look da spot dei tempi migliori (fondamentale in questo senso il direttore della fotografia Darius Wolsky) per uno spettacolo a tratti criptico e pure vacuo, ma indubbiamente coinvolgente, dedicandolo alla memoria dello scomparso fratello Tony.
Voto: 7
Paolo Dallimonti