Scheda film
Regia: Carlo Shalom Hintermann, Lorenzo Ceccotti (animazione)
Sceneggiatura: Carlo Shalom Hintermann, Lorenzo Ceccotti, Bambini di Camp Sundown
Fotografia: Giancarlo Leggeri
Montaggio: Piero Lassandro
Musiche: Mario Salvucci, Federico Pascucci
Giappone/Danimarca/Finlandia/Italia/Canada/USA, 2011 – Documentario/Animazione – Durata: 94′
Cast: Gregory Snegoff (voce di Father Night), doppiato da Pino Insegno
Uscita: 19 giugno 2014
Sale: 12
Il documentario incontra il cartone animato
Un modo sicuramente originale per trattare un argomento non dei più facili, la Xeroderma Pigmentosum (XP), rarissima malattia che impedisce alle cellule umane di riparare i danni provocati dai raggi ultravioletti, e le sue devastanti conseguenze (cancro della cute e invecchiamento precoce). Se i raggi del sole fanno male non si può fare altro che vivere a ritmi alternati, dormendo quando gli altri sono svegli e provando a vivere quando il mondo va a letto. Inevitabile un pressoché totale isolamento. Ecco quindi perché due determinati genitori di una bambina ammalata di XP hanno deciso di fondare l’associazione no-profit XP Society: per dare un aiuto concreto alle famiglie con figli malati, per trovare solidarietà e garantire alla loro piccola una socialità e uno scambio altrimenti negati. Così è nato Camp Sundown, un campo estivo vicino a New York che accoglie pazienti e ricercatori da tutto il mondo. La logica è quella della condivisione per dare la possibilità a chi soffre di XP di non essere più solo. Il documentario animato, diretto da Carlo Shalom Hintermann e dal regista d’animazione Lorenzo Ceccotti, alterna momenti di vita quotidiana all’interno del campo con cartoni animati dove è invece l’incanto a prendere il sopravvento. Da una parte, quindi, la realtà nuda e cruda, dall’altra il tentativo di sondare l’irrazionale, di dare spazio all’inconscio. Il cartone animato trae infatti origine dai sogni degli stessi bambini e ragazzi protagonisti che hanno così avuto modo di trovare il loro avatar bidimensionale a cui affidare desideri, paure e speranze. L’ibrido che ne deriva affascina. L’approccio in punta di piedi della regia evita derive sensazionalistiche ma punta tutto, forse troppo, sull’accettazione. È vero che i bambini ammalati di XP hanno gli stessi sogni di qualunque altro bambino, ed è giusto proteggerli e aiutarli a vivere il più possibile con normalità il loro disagio, ma è anche vero che tale malattia rende esteriormente diversi e fare finta che questo non incida, o non debba incidere, suona poco credibile. Forse la soluzione potrebbe essere accettarsi, prima di farsi accettare. Anche se probabilmente è più facile a parole, e in teoria, che nella pratica quotidiana, dove, magari, ci si deve scontrare contro muri di intolleranza. Un po’ più di leggerezza, comunque, avrebbe giovato al pur pregevole risultato.
RARO perché… è un documentario molto godibile su un tema altrettanto difficile.
Luca Baroncini
#IMG#Al sole si muore
XP non è (solo) una delle versioni meno peggio riuscite del sistema operativo più diffuso del mondo, ma è (anche) purtroppo l’acrostico di “Xeroderma Pigmentosum”, una malattia genetica, subdola quanto rara, che colpisce i sistemi di riparazione della pelle, rendendola estremamente sensibile se non indifesa di fronte alla luce, in particolare solare. I soggetti affetti, soprattutto bambini, poiché l’esordio è naturalmente precoce, sviluppano, in seguito all’esposizione al sole o a forti fonti di illuminazione artificiale, danni evidenti che vanno da semplici lentiggini a gravi ustioni fino alla formazione di tumori cutanei. Quello che è vita per la quasi totalità degli esseri viventi, per questi pochi “fortunati” si trasforma in qualcosa da evitare o da fuggire il più possibile.
Dan e Caren, i genitori di Katie, alla quale nel 1994, all’età di due anni, fu diagnosticata la malattia, anche per aiutare la propria figlia ed evitare che rimanesse isolata, hanno deciso di istituire dei campi estivi da svolgersi prevalentemente di notte, i “Camp Sundown”, frequentati da ragazzi provenienti da tutto il mondo.
Carlo Shalom Hintermann segue i partecipanti a questa coraggiosa ed originale iniziativa, li lascia raccontare le loro storie, le paure, i sogni. E sono proprio questi ultimi, attraverso segmenti in animazione diretti da Lorenzo Ceccotti (del team Rainbow, quello per intenderci fondato da Iginio “Winx” Straffi) a prendere forma e vita e ad alternarsi alle immagini dal vero raccolte dal regista attraverso l’obiettivo della propria macchina da presa. Il racconto di Father Night (e di Mother Day) è stato infatti scritto insieme ai ragazzi del Campo.
La malattia e il dolore (in un momento emotivamente molto alto viene ricordato uno dei ragazzi che non c’è più) si mescolano così con la poesia, in un film toccante e sincero.
Apprezzato già alla Festa del Film di Roma 2011 ed acquisito all’epoca dall’ormai scomparsa distribuzione Boudu, The dark side of the sun arriva finalmente in sala dopo oltre due anni e mezzo, grazie alla tenacia di Microcinema, ma con un difetto che ne abbassa purtroppo la qualità e la resa finale: il doppiaggio italiano, che si è avvalso degli ottimi talenti di Leo Gullotta e Pino Insegno, affida alla voce di quest’ultimo quella di Father Day e di Dan, io narrante della vicenda dal vero, sconfinando in una fastidiosa monotonia da sovraccarico. È vero che così il film “arriva” meglio e a tutti, ma non sarebbero forse stati meglio i sottotitoli (o una qualsiasi altra voce) per la parte documentaristica, tenendo i due attori nostrani solo per i segmenti animati?
Voto: 6 e ½ (versione doppiata) / 7 (versione originale)
Paolo Dallimonti