Scheda film
Regia: James Franco
Soggetto: basato sul libro “The Disaster Artist: My Life Inside The Room, the Greatest Bad Movie Ever Made” di Greg Sestero e Tom Bissell
Sceneggiatura: Scott Neustadter e Michael H. Weber
Fotografia: Brandon Trost
Montaggio: Stacey Schroeder
Scenografie: Chris L. Spellmnan
Costumi: Brenda Abbandandolo
Musiche: Dave Porter
Suono: James Eric
USA, 2017 – Biografico/Commedia – Durata: 104′
Cast: James Franco, Dave Franco, Ari Graynor, Seth Rogen, Alison Brie, Jacki Weaver, Paul Scheer
Uscita: 22 febbraio 2018
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Un cult per caso
Tratto dall’omonimo romanzo di Greg Sestero e Tom Bissell, il film racconta della travagliata ed ambigua amicizia tra lo stesso Sestero e Tommy Wiseau, autore del film culto “The Room”, pellicola indipendente losangelina del 2003.
Questa storia in realtà inizia a circa 600 km da L.A., nella più “alternativa” San Francisco alla fine degli anni 90, quando il diciannovenne Greg, impacciato e belloccio attore conosce, l’impavido Tommy Wiseau, che a recitare in “A Streetcar Named Desire” è un totale disastro ma ha proprio quella sfrontatezza che a Greg manca. I due diventano amici e colleghi, si trasferiscono nella città degli angeli, dove tutto è possibile, soprattutto coronare le ambizioni di due attori. Iniziano a progettare insieme un film, Tommy in effetti ha inspiegabilmente tasche molto profonde, pur essendo disoccupato. Quando arriva il giorno di girare non si bada a spese e i Wiseau trasforma in breve tempo “The Room” nel più costoso film low budget della storia.
Ma si sa, i soldi non bastano e il disastro è dietro l’angolo.
Quel gran genio di Brian Wilson ha detto: “Se ripeti un errore ogni quattro battute, non è più un errore”. Non posso essere più d’accordo con lui. The Room, involontario cult movie del 2003 da cui prendono spunto James Franco & co, in effetti è un errore. Sinceramente non saprei dirvi se si tratta del più brutto film della storia, in fondo dicevano la stessa cosa anche di Edward D. Wood Jr.
Il film, in effetti, all’uscita in sala fu un fiasco, deriso dal pubblico e a dir poco stroncato dalla critica che lo definì”il Quarto potere dei film brutti”.
Poi però accadde qualcosa, la pellicola era così assurdamente brutta che la gente tornava a vederla e ci portava anche amici e parenti, all’uscita in home video “The Room” era ormai un cult, un successo nato proprio dalla ripetizione di questo errore, che ha permesso al film di diventare qualcosa che prima non esisteva, non più un dramma sentimentale ma una commedia involontaria a dispetto degli originali intenti di Tommy Wiseau.
Ora però è giusto spostare l’attenzione su “The Disaster Artist”, questa curiosa operazione filmica, che ha voluto rendere omaggio, con schietta ammirazione alla coppia Wiseau/Sestero, artefici o responsabili di The Room.
The Disaster Artist è un film che puzza di anni 90, di moquette piene di acari in scarne videoteche di città, dove si affollavano pseudo attori e artisti, in cerca di ispirazione cinematografica, di gelati burrosi e pizze congelate, gente come Joey Tribbiani e i suoi maldestri tentativi di emergere ad ogni costo.
Franco coinvolge nel suo progetto moltissime star di Hollywood, tutti sinceri ammiratori dell’esilarante recitazione sopra le righe di Wiseau e tutti innamorati di questa improbabile commedia/dramma generazionale che per molti ha segnato la fine di un secolo e la nascita della Y Generation, quella capace di diventare famosa anche solo con un account Youtube.
Tra gli attori che recitano o che semplicemente appaiono in un cameo di “The Disaster Artist”, troviamo oltre ai fratelli Franco anche Seth Rogen, Alison Brie, Sharon Stone, Melanie Griffith, Zac Efron, Bryan Cranston, Zach Braff, J. J. Abrams, Lizzy Caplan, Kristen Bell, Kate Upton fino al principe delle commedie indipendenti Kevin Smith.
Insomma il fior fiore di Hollywood per rendere omaggio a cosa?! Al peggior film della storia?! Ad una pellicola francamente imbarazzante?! No ovviamente, c’è qualcosa che non torna, qualcosa che capirete solo guardando “The Disaster Artist”, opera empatica ed anarchica, dove Franco punta tutte le sue fiches sulla nostalgia verso quegli anni in cui non esistevano social network e per diventare virale in effetti qualche talento dovevi pur averlo.
Anni in cui nessuno poteva sbattere il mostro in prima pagina tanto facilmente (ogni riferimento allo stesso Franco è puramente casuale) e se per caso pisciavi per strada nessuno twittava in contemporanea il suo disgusto.
Ma soprattutto anni in cui la fame di successo era gratificante più del successo stesso.
Come diceva Kris Kristofferson: “Mi piacerebbe scambiare tutti i miei domani per un solo ieri.”.
Ecco, sarebbe interessante chiederlo a Tommy Wiseau e a Greg Sestero.
Voto: 8
Giuseppe Silipo