Scheda film
Regia: Daniele Misischia
Soggetto, sceneggiatura: Daniele Misischia, Daniele Ciccotti
Fotografia: Angelo Sorrentino
Montaggio: Federico Maria Maneschi
Scenografia: Noemi Marchica
Costumi: Ginevra De Carolis
Musiche: Isac Roith
Suono: Liviana Burcheri
Italia, 2017 – horror – Durata: 100’
Cast: Alessandro Roja, Carolina Crescentini, Claudio Camilli, Benedetta Cimatti,
Uscita: 14 agosto 2018
Distribuzione: 01 Distribution

(Non) prendete quell’ascensore

Claudio Verona è un uomo d’affari privo di scrupoli che sta cercando di raggiungere in breve tempo il suo studio per un importante incontro di lavoro. Una volta arrivato, Claudio rimane bloccato in ascensore mentre all’esterno si scatena un’epidemia che in breve tempo trasforma tutti i presenti in zombi assetati di sangue.

Il trentatreenne Daniele Misischia gira il suo primo lungometraggio con l’appoggio di chi, i fratelli Manetti, ha visto in lui qualche cosa di più di un appassionato del genere splatter dei ‘70ies, bensì un regista con le carte in regola per mischiare pathos e temi horror a piacimento proprio e del pubblico pagante. Con l’appoggio quasi esclusivo di un solo attore, Alessandro Roja, il quale ha fortemente creduto in quest’opera prima, e con la voce della spaventata Carolina Crescentini nel ruolo di Lorena, la moglie dell’affarista; il film riesce a mantenere incollati gli spettatori alla poltrona fra il desiderio iniziale di lasciarsi alle spalle il traffico asfissiante di una Roma al solito imbottigliata nelle ore di punta, che sta per impedire al protagonista di arrivare a un appuntamento di lavoro assolutamente imperdibile, e il cinismo di un uomo che non riesce a rivolgersi a chi lo circonda senza comandarlo a bacchetta. Il tutto prima di un finale che vedrà lo stesso Verona rivalutare la sua vita, ormai a un passo dalla morte, come una escalation di maltrattamenti ai danni dei suoi amici e collaboratori.

L’ascensore inoltre diventa fra le mani del regista sia fonte di protezione da possibili attacchi dall’esterno o in alternativa come una cella dalla quale cercare di fuggire, con il cellulare quale unico modo per comunicare con il mondo, a volte con l’uso dei messaggi, altre volte con telefonate pronte per essere interrotte nel più classico dei cliffhanger.

Una trama quindi semplice, ma ben sviluppata, dove Roja fa la sua parte spaventata e cinica con una virata caratteriale non troppo improvvisa, ma immaginabile a causa degli eventi. Vedremo se Misischia saprà dare seguito a questa sua opera prima, magari riuscendo a virare le sue scelte anche in termini di genere.

Voto: 6 e ½

Ciro Andreotti