Scheda film
Regia e Sceneggiatura: Andrew Niccol
Soggetto: dal romanzo “The host” di Stephenie Meyer
Fotografia: Roberto Schaefer
Montaggio: Thomas J. Nordberg
Scenografie: Andy Nicholson
Costumi: Erin Benach
Musiche: Antonio Pinto
USA, 2013 – Fantascienza – Durata: 130′
Cast: Saoirse Ronan, Diane Kruger, William Hurt, Max Irons, Jake Abel, Marcus Lyle Brown, Frances Fisher
Uscita: 28 marzo 2013
Distribuzione: Eagle Pictures
Tratto dall’omonimo romanzo di Stephenie Meyer…
Tratto dall’omonimo romanzo di Stephenie Meyer, diventata famosa per aver inventato la saga di Twilight, The Host racconta l’invasione di una razza aliena che, giunta nel nostro pianeta, si impossessa dei corpi degli esseri umani, cancellandone la personalità e realizzando una società di progresso, pace, rispetto per gli altri (se sono alienizzati) e progresso tecnologico, tanto da immaginare che possa essere una buona cosa, la loro invasione. Ma non è così, visto che le personalità degli esseri umani conquistati, svaniscono lasciando spazio a quelle degli alieni. Un gruppo di ribelli riesce ad evitare la colonizzazione e combatte disperatamente, per trovare il modo di liberare il mondo da questi alieni non violenti. Fra questi ribelli c’è Melanie, una ragazza forte e coraggiosa, che durante una missione viene catturata dagli alieni e le viene inserito un ospite. Melanie, però, ha una forte volontà e ama profondamente due persone che fanno parte della resistenza, il fratello e il fidanzato, cosicché la sua volontà, anche se oppressa dal nuovo alieno, pensa costantemente. L’alieno che è entrato nel suo corpo, deve confrontarsi con la personalità di Melanie, mai assopita. Ne nasce una battaglia fra le due personalità, che si contendono il controllo di un solo corpo e che avrà conseguenze per tutti, sia gli uomini della resistenza che gli alieni.
L’idea del film richiama L’invasione degli ultracorpi (e tutte le pellicole ad esso seguite), con la differenza che gli alieni sono quasi sempre pacifici e che la personalità di Melanie riesce a convivere con l’ospite inatteso. La realizzazione della storia è diretta da un regista che ama pochi effetti speciali e molti dialoghi e che racconta con equilibrio e intelligenza una lotta dentro ad un corpo, quello di Melanie, il quale esprime con equilibrio questa difficile conflittualità. Il regista rispetta bene l’idea di fondo del romanzo e ne migliora la qualità, trovando un giusto equilibrio fra storia e immagini, fra narrazione ed evoluzione psicologica del personaggio.
Voto: * * *
Fulvio Caporale
#IMG#“E non ci lasceremo mai/abbiamo troppe cose insieme/se ci arrabbiamo poi…/ci ritroviamo poi/un corpo e due anime…”
In un futuro prossimo, sul pianeta terra sembra finalmente regnare la pace. Ma la quiete, la pulizia e la sicurezza che pervadono il nostro mondo hanno un qualcosa di strano, un che di poco umano. Gli uomini sono stati infatti posseduti dalle “Anime”, una razza venuta da un altro pianeta che si è impossessata dei loro corpi, lasciando nelle iridi dei loro occhi un tenue alone celestino, annullando in cambio la violenza e la competizione, ma anche appiattendo tutto il vitale caos precedente in favore di un’anomala armonia. Quando facciamo la conoscenza della protagonista terrestre di questa storia, la giovane Melanie Stryder (Saoirse Ronan), la ragazza sta scappando inseguita da un gruppo di Anime, preferendo porre fine, invano, alla propria vita piuttosto che farsi annientare. Ma appena la spietata “Cercatrice” (Diane Kruger) – così si chiamano quelli tra gli alieni destinati a procacciare nuovi corpi – impianta in lei un’entità di nome Wanderer, questa stessa scoprirà suo malgrado che Melanie è ancora viva nel suo corpo occupato. Il dialogo tra le due spingerà Melanie a convincere Wanderer ad andare dalla sua famiglia, composta dal fidanzato Jared (Max Irons), dal fratellino Jamie (Chandler Canterbury), dallo zio Jeb (William Hurt) e dalla zia Maggie, tutti sopravvissuti rintanatisi in una comunità di ribelli nascosta nel deserto. Intanto però l’inarrestabile Cercatrice non smette di seguire ogni sua traccia…
Dopo aver massacrato l’horror con i quattro romanzi della serie Twilight, tutti trasposti sul grande schermo con somma gioia dei produttori – un po’ meno del pubblico raffinato e/o cinefilo – la scrittrice Stephenie Meyer tenta la sua opera divulgativa – ma sarebbe meglio dire “in-vulgativa” – a favore del genere fantascientifico. Lo fa col romanzo “L’ospite” (The host), uscito nel nostro paese per i tipi di Rizzoli nel 2008, limitando per fortuna i danni ad un solo tomo. Pur cambiando lo sfondo ed il tipo di storia, resta però immutato il grosso dell’impianto: storie d’amore, con più ragazzi invaghiti più o meno della stessa fanciulla; una ragazza divisa tra due mondi e che porterà dentro di sé in un modo o nell’altro entrambi gli universi; una schiera di antagonisti in rivalità col genere umano che mira alla protagonista della storia per le sue singolari peculiarità.
Nulla riesce ad aggiungere l’estro creativo di Andrew Niccol, ben lontano dai fasti immaginativi di Gattaca – La porta dell’universo e di The Truman show, che si piega con deferenza e sufficiente mestiere ad un teen-movie velato di fantascienza, in cui gli accenni al mondo futuribile sono volutamente assai “poveri”, ricordando il lucasiano L’uomo che fuggì dal futuro ed il videoclippone dei Daft Punk Electroma, pur con qualche gustosa trovata come i supermercati più che essenziali, per non dire “comunisti”, orrore di qualsiasi società capitalista.
La brava (e spaesata) Saoirse Ronan e l’ottimo (e sprecato) William Hurt appaiono davvero di troppo in quella che è solo l’ennesima love-story cinematografica ammantata di ogni altro ben di dio pur di elevarla, senza risultato, almeno alla soglia della potabilità.
Stephenie Meyer salverà senz’altro i botteghini di Hollywood, ma non ne preserverà l’anima, corrompendola o addirittura rubandogliela, così come fanno con gli umani le creature aliene fuoriuscite dalla sua penna.
Voto: * *½
Paolo Dallimonti