Scheda film

(Tr. Lett.: L’uomo di ghiaccio)

Regia: Ariel Vromen
Soggetto: Anthony Bruno, “The Iceman: The True Story of a Cold-Blooded Killer”
Sceneggiatura: Ariel Vromen, Morgan Land
Fotografia: Bobby Bukowski
Montaggio: Danny Rafic
Scenografie: Nathan Amondson
Costumi: Donna Zakowska
Musiche: Haim Mazar
USA, 2012 – Thriller/Drammatico – Durata: 103’
Cast: Michael Shannon, Winona Ryder, Chris Evans, James Franco, David Schwimmer, Ray Liotta, Stephen Dorff
Uscita nel paese d’origine: 3 maggio 2013

L’uomo di ghiaccio (ma non di punta) di Ariel Vromen

Richard Kuklinski copia pellicole pornografiche e ha una fidanzata carina ma svagata alla quale mente spudoratamente. Affossato da un’infanzia indesiderabile, ha infatti sviluppato una personalità dissociata che lo spinge a essere allo stesso tempo uno spietato killer pronto a uccidere chiunque gli ostacoli il cammino e il padre amorevole di due splendide bambine nate dal seguente e apparentemente felice matrimonio con la fidanzata Debbie. Assoldato come sicario da Roy Demeo, Richard abbatte criminali e innocenti per i marciapiedi newyorchesi; si preoccupa per il futuro della propria famiglia accumulando una vera fortuna finché un giorno, umiliato da Demeo e congedato per “cattiva condotta”, dovrà trovare la soluzione alla sua disfunzionalità.
Tratto dalla biografia di Richard Leonard Kuklinski, killer su commissione sullo sfondo di un’America anni Sessanta, e liberamente ispirato all’opera letteraria di Anthony Bruno, “The Iceman: The True Story of a Cold-Blooded Killer”, The Iceman narra le gesta di un disadattato e si colloca nel ventennio che passa tra il 1960 e il 1980, quando Kuklinski proverà infine ad alienarsi dalle famigliole mafiose e verrà avvicinato dall’infiltrato che lo arresterà sul vialetto di casa e a pochi passi dalla rinuncia professionale. Deceduto a Trenton nel 2006, Kuklinski si è fatto strada nelle nostre menti come il killer più feroce degli Stati Uniti, celebre per i suoi metodi di tortura sadici e spietati e conosciuto ai più col nome di “uomo di ghiaccio” perché il primo cadavere a lui ricondotto era stato tenuto congelato in un frigorifero per almeno due anni. Nella sua carriera sosteneva di aver collezionato più di 100 omicidi, e di aver iniziato all’età di 13 anni.
Se c’è una cosa di cui siamo sicuri è che un tipo così, che nella vita reale era alto un metro e 96 centimetri e aveva all’attivo non meno di 33 vittime ufficiali, poteva essere interpretato soltanto da uno come Michael Shannon. Armato di un budget che sfiora (e forse sorpassa) i venti milioni di dollari, The Iceman vanta in effetti il cast più interessante per un film di genere mafioso. Assieme alla faccia che Hollywood ha ormai etichettato come la più disturbante e disonesta del cinema americano, quella del Micheal Shannon che abbiamo già visto (e ammirato) in film come Bug (2006), Revolutionary Road (2009) e i recenti My Son My Son What Have Ye done? e Take Shelter, compaiono difatti i nomi, azzeccatissimi, di Winona Ryder, Chris Evans, Ray Liotta e David Schwimmer (quasi irriconoscibile con il codino e i baffi). Ma se il cast ci prende, la pellicola, nel suo insieme, si affaccia al pubblico con una fotografia e una recitazione sì impeccabili, ma decisamente carenti di spessore nella messa in scena finale, che non è mai coraggiosa né elettrizzante.
Girato tra New York, Shreveport e Los Angeles, presentato in anteprima alla 69esima Mostra del Cinema di Venezia nonché al Toronto International Film Festival, The Iceman conferma i requisiti essenziali del buon film a tema statunitense, e raddoppia le aspettative nel toccare i punti di riferimento più tecnici, ma manca in quel qualcosa che è essenziale a renderlo memorabile e meritevole di una seconda visione. Il giovane regista israeliano formatosi negli States, Ariel Vromen, dirige un’opera estranea, che non riesce mai a scavare troppo a fondo nell’intrigante personaggio di Kuklinski né tantomeno in quello di sua moglie, donna che non chiede né pretende di sapere e anzi si aggrappa con tutte le sue forze all’ignoranza di un matrimonio secondo lei più che riuscito. In tal contesto, Shannon e la Ryder ce la mettono davvero tutta e The Iceman non è sconsigliato nemmeno agli spiriti critici, che però non esiteranno a dimenticare un qualcosa di già visto, sospettosamente incompleto e nel complesso poco accattivante.
RARISSIMO perché… è un thriller superficiale da un’interessante storia vera.

Note: il film non è ancora uscito in sala.

Voto: * * *

Eva Barros Campelli