Scheda film
(Tr. Lett.: L’intervista)
Regia: Evan Goldberg e Seth Rogen
Soggetto: Seth Rogen, Evan Goldberg e Dan Sterling
Sceneggiatura: Dan Sterling
Fotografia: Brandon Trost
Montaggio: Zene Baker e Evan Henke
Scenografie: Jon Billington
Costumi: Carla Hetland
Musiche: Henry Jackman
Suono: Chris Duesterdiek
USA, 2014 – Commedia – Durata: 112′
Cast: James Franco, Seth Rogen, Randall Park, Lizzy Caplan, Diana Bang, Timothy Simons, Reese Alexander
Uscita nel paese d’origine: 24 dicembre 2014
Il mondo salvato da una canzone
Può un film essere famoso e creare grane alla casa di produzione prima ancora di uscire? Accade a The interview, ultima follia di James Franco e Seth Rogen (in co-regia insieme ad Evan Goldberg), stessa “ditta” di Facciamola finita, altra delirante pellicola in bilico tra realtà e fantasia.
La storia è quella di Dave Skylark (James Franco), conduttore dello show omonimo, un tipico esempio di televisione spazzatura, tra il trash ed il sensazionalismo, che pur facendone un uomo di successo lo rende lo zimbello delle altre reti. Pur con fatica, insieme al suo fidato autore Aaron Rapaport (Seth Rogen), ben conscio e stanco della situazione, comprende la necessità di una svolta, che giunge inaspettata quando leggono sui giornali che Kim Jong-un (Randall Park), feroce capo di stato della Corea del Nord, è un loro grande fan. Perchè non concordare un’intervista con lui al fine di nobilitare e riscattare la trasmissione? Alla vigilia della partenza la vicenda si complica quando la CIA si presenta al loro cospetto affidandogli un’importantissima missione: ucciderlo…
“Scherza coi fanti e lascia stare i santi”, recita l’adagio popolare, ma mai come in questo caso la profanazione rischia di rivelarsi doppia e senza uscita: il dittatore nordcoreano è sia un militare che un semidio, almeno per come è riuscito, con la forza, a farsi venerare dal suo popolo. Lo sa bene la Sony che prima del Natale 2014 si è vista piratare da hacker della Corea del Nord (che hanno poi rivendicato l’atto come Guardians Of Peace, aggiungendo altre minacce) gran parte dei suoi computer, finendo col diffondere pubblicamente molte informazioni private, ivi compreso il budget dI The interview. Per tutta risposta la casa di produzione giapponese si è ben guardata dal distribuire il film nelle sale per timore di ulteriori ritorsioni. La cosa non è piaciuta al presidente Obama e, pure grazie al sostegno di star come Sean Penn e George Clooney (anche perché nel frattempo l’onda mediatica era montata), il 24 dicembre 2014 la pellicola arriva in streaming sul canale Google Play (scalzando iTunes che si era dichiarato tra i primi interessati), con l’annuncio che avrebbe subito raggiunto anche le sale.
The interview si presenta sulla carta molto simile a The dictator di Larry Charles (e Sacha Baron Cohen), sia per tematiche che per l’umorismo irriverente. Purtroppo i risultati sono ben distanti dall’esilarante film del 2012, che toccava punti di comicità senza freni, e la spinta venuta dai fatti di prima di Natale, lungi dal destare sospetti, di certo si è rivelata senz’altro provvidenziale.
Parliamoci chiaro, The interview parte da un’idea vincente ed incredibilmente realizzata e tocca volutamente vertici di trash e di follia tali dal non poterlo sconsigliare, ma fa spesso sorridere e poche volte ridere di gusto, sconfinando spesso nel triviale più gratuito. Il motivo di tale parziale riuscita risiede probabilmente nel fatto che i suoi autori hanno toccato ogni possibile genere cinematografico, vanificando però la coesione narrativa: commedia, spionaggio, comico, war-movie, western, azione, horror, drammatico, musical e, trattandosi di fantapolitica, naturalmente fantastico. Questo però è paradossalmente anche il suo punto di forza, poiché l’estrema contaminazione, insieme ad una scrittura tutto sommato solida, lo rende al final della fiera davvero irresistibile.
Per concludere, guardando la pellicola l’indignazione della Corea del Nord non appare affatto lecita, ma almeno comprensibile: Kim Jong-un viene fatto passare per un effeminato, un frustrato ed un insospettabile fan di Katy Perry e si sa, come si vede anche nel film, l’ironia non è affatto dote in cui eccellono i dittatori.
Potrà tutto questo contribuire alla causa del popolo nordcoreano? Probabilmente non era nelle intenzioni dei suoi autori, ma il clamore su certi argomenti non fa mai male e già un attivista sudcoreano (ex-nordista) ha dichiarato che col contributo di una ONG statunitense grazie ad una mongolifera sgancerà dal cielo della Corea del Nord centomila copie del film tra DVD e chiavette USB. Staremo a vedere…
RARISSIMO perché… se è uscito a stento in patria il suo destino potrebbe fermarsi là.
Note: il film NON è (ancora) uscito in sala da noi.
Voto: 6 e ½
Paolo Dallimonti