Scheda film

(Tr. Lett.: Gli ultimi giorni di Tacheles)
Regia, Soggetto e Sceneggiatura:Stefano Casertano
Montaggio (supervisione): Falko Seidel (Openframes)
Musiche: Maya Stern
Suono: Benjamin Ostarek (Landemusikakademie Berlin)
Germania/Italia, 2014 – Documentario – Durata: 93′
Uscita nel paese d’origine: —

 Sfratto d’artista

La casa d’arte Tacheles era una comunità composta da un centinaio di artisti, attiva fin dal 1990 in un edificio parzialmente demolito al centro di Berlino e visitata ogni anno da almeno 500.000 persone. Nel settembre 2012 gli edifici sono stati letteralmente svuotati, benché alcuni dei suoi membri siano rimasti nei cortili antistanti in mezzo a pioggia, neve e qualche volta sole. Resistono, si ribellano e lottano contro lo sfratto, sperando in una nuova possibile sede, che sia un’ex stazione di spionaggio della guerra fredda sperduta nelle periferie della capitale tedesca o addirittura una villa in Turchia. Quando tutto sembra perduto, una speranza pare affacciarsi all’orizzonte, ma un pezzo importante del panorama socio-culturale berlinese potrebbe esserne ormai andato per sempre…
L’italiano Stefano Casertano ha cercato per due anni un gruppo di artisti da seguire e raccontare e, poco prima di abbandonare il progetto, ha incontrato la gente di Tacheles. Ha così raccolto e testimoniato la battaglia dei “sopravvissuti”, tutti artisti dediti principalmente alla pittura, scultura e lavorazione del ferro. Di varie nazionalità, alcuni anche italiani, ognuno di loro presenta la propria storia e la propria arte. Il regista romano ha dichiarato di voler narrare con questo suo The last days of Tacheles la costante lotta contro il destino. Gli artisti sanno bene come la loro “bella vita”, come uno di loro la chiama, sia legata ad una fine certa, ma ciononostante non smettono di combattere né di produrre arte, cosicché la ribellione e la creazione artistica assurgono alla più pura espressione del romantico senso dell’esistenza. Quando qualcuno si reca in Turchia a visitare quella fantomatica villa in cui tutti potrebbero trasferirsi la vicenda, sempre secondo Casertano, assume perfino toni biblici, nel senso di una “terra promessa”, per la quale attraversano addirittura lo stretto dei Dardanelli, come un loro personale Mar Rosso, scontrandosi però tragicamente con la dura realtà: la villa è poco più di una rovina!
Ispirandosi al neorealismo italiano, dice ancora il regista, la narrazione mischia momenti più drammatici ad altri più leggeri. Uno dei membri di Tacheles all’inizio, mentre tenta di bruciare dei quadri, afferma che “l’arte dev’essere spettacolo, altrimenti nessuno le presterebbe attenzione”. Appunto.
The last days of Tacheles non va oltre la cronaca, pur ricca ed esaustiva, grazie anche alla certosina raccolta di contributi di altri filmaker, in assenza però di particolari guizzi registici o narrativi. Tuttavia testimonia indiscutibilmente come la perfezione di certi stati, cui noi italiani guardiamo spesso con retorica invidia, possa scontrarsi contro fermenti culturali e artistici che non sanno proprio che farsene di un mondo perfetto.
RARISSIMO perché… la realtà di Tacheles, pur nobile, non interessa a molti.
Note: passato al RIFF 2014, il film NON è MAI uscito in sala. 

Voto: 6

Paolo Dallimonti