Scheda film
Regia e Sceneggiatura: Alessandro Ruggeri
Soggetto: da un’idea di Andrea Pirri Ardizzone, Alessandro Ruggeri e Andrea Scarcella
Camera: Alessandro Ruggeri, Andrea Scarcella, Bruno Sisti e Francesca Zonars
Montaggio: Emanuele Paragallo e Alessandro Ruggeri
Musiche: Leo Anibaldi, Cosimo Damiano, Massimo Nardi aka “Maskk”
Sound Design: Valerio Lombardozzi

Il tempo sospeso e il tempo rimpianto, bellezza, distopie, evasioni, lotte e sopravvivenze tra arte e delirio nella scena rave internazionale nel documentario corale di Ruggeri

E poi? Nel sottosopra di un mondo di meraviglie e rimpianti e perdita. Nel turbine di musica, scoperta, paure e deliri. Bellezza, felicità, eversione, distrazione. Echi, ombre, rimpianti. O anche possibili trasformazioni? Lo spazio (libero) immaginato, immaginario, perseguitato e rieditato della scena rave attraverso gli ultimi quattro decenni e non solo. Dai prodromi inglesi alle contaminazioni romane. Sino al paradosso (risolvibile?) del rave imbrigliato nella corrente capitalista coeva, quella da cui era fuggito se non nascosto per darsi “altra” e non solo alterata vita e resistenza.

Ascesa, decadenza e sopravvivenze del mondo rave nel documentario avvolgente e filosofico, ma anche diretto nella sua psichedelica linearità, The last rave, di Alessandro Ruggeri.

Come nascono i rave nella cornice inglese, dagli scantinati ai grandi spazi fossili della seconda industrializzazione al ritorno al futuro nelle “summer of love reloaded” versione nomade e techno, in mezzo alla natura. In mezzo una vera rivoluzione musicale e sociologico-antropologica deviata dalla mass-medialità e dal perbenismo più becero. E poi? Giù nel girone romano, nel fumo dark della Capitale fervente di innovazione e disperazioni. Fino alla cannibalizzazione del Capitale. Lo smarrimento. Il desiderio di rinascita. Prima è stata la TAZ, la rivendicazione libera e creativa, anarchica, punk, senza etichette, fatta di PLUR: Peace, Love, Unity, Respect. Poi i diversi gradi di emersione e mutazione da una subcultura ad una controcultura ad una cultura dispersa. E poi? La domanda resta aperta, come la teoria storica ed estetica espressa da Ruggeri con questa opera fresca e insieme matura.

Ruggeri traccia con minimalismo e riflessione pluridimensionale (come lo stesso concetto e atto del rave) una storia del mondo rave, raccontata da protagonisti assoluti, antagonisti e artisti multiformi di diverse generazioni. Un dialogo socratico e insieme un confronto dialettico intergenerazionale. Diario, reportage, viaggio, tra le pieghe degli strati e stati allucinati di una società che intanto è cambiata.

Cronologicamente sequenziale, tra momenti onirici e caleidoscopici trip sensoriali realizzati con strumenti essenziali, ma densi di sensualità e attesa, di quel respiro caldo e affannato della bolgia e del ricordo.

Ultimo, ma non ultimo? Al più tardi un “last rave”.

Voto: 7

Sarah Panatta