Scheda film

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Srdjan Dragojevic
Fotografia: Dusan Joksimovic
Montaggio: Petar Markovic
Scenografie: Kiril Spaseski
Costumi: Jelena Djordjevic e Stefan Savkovic
Musiche: Igor Perovic
Serbai/Slovenia/Croazia/Montenegro/Macedonia, 2011 – Commedia – Durata: 115‘
Cast: Nikola Kojo, Milos Samolov, Hristina Popovic, Goran Jetvic, Goran Navojec, Dejan Acimovic, Toni Mihajlovki
Uscita: 9 maggio 2013
Distribuzione: Cineclub Internazionale

Sale: 3

 Mai dire gay!

L’inizio è a dir poco letterario e spiazzante: una serie di legende di epiteti usualmente ed amabilmente scambiati tra bosniaci, croati, serbi e kosovari albanesi ai danni, a turno, di ciascun gruppo etnico. L’ultimo insulto, quello su cui tutti sembrano inevitabilmente essere d’accordo, è quello riservato alle “checche”.
Sulla base di queste premesse inizia The parade di Srdjan Dragojevic, che vede nell’attuale Belgrado un gruppo di omosessuali serbi, capeggiati da Mirko (Goran Jevtic), battersi per i propri diritti, primo fra tutti quello di poter sfilare lungo le vie della città in una sorta di “Gay Pride” per reclamare il rispetto nei propri confronti quotidianamente negato.
Ad attenderli, orde inferocite di neonazisti, mentre la polizia sembra fregarsene altamente.
A Mirko ed al suo compagno, il veterinario Radmilo (Milos Samolov), non resta che rivolgersi a Limun (Nicola Kojo), un piccolo boss locale, omofobo ed impegnato più o meno legalmente nella gestione di servizi di sicurezza. L’idea scatena l’imbarazzo dello stesso Limun e dell’intera comunità gay, ritrovandosi il primo a dover “indurire” il gruppo, radunando allo scopo su e giù per la ex-Jugoslavia una serie di ex-combattenti, nemici nella trascorsa guerra civile – dopo che i suoi amici serbi hanno rifiutato per altrettanta omofobia – mentre la seconda cercherà di ammorbidire i suoi difensori. Il gran giorno arriverà e con esso diverse sorprese inattese, alcune delle quali amarissime…
Attivo in patria come regista e sceneggiatore fin dal 1992, dopo una lunga serie di successi iniziata con We are not angels e culminata nel 2009 con Saint George shoots the dragon e nel 2010 con la sceneggiatura originale del televisivo Montevideo di Igor Mirkovic, Srdjan Dragojevic parte per questa sua ultima fatica dai ricordi di gioventù, quando, giovane punk sul finire degli anni settanta, si riuniva con i suoi compagni in un piccolo parco al centro di Belgrado, stesso luogo di raduno degli omosessuali. Entrambi i gruppi erano oggetto delle violenze dei giovani benpensanti della capitale, poiché strani e diversi ai loro occhi. Gli anni sono passati e le mode pure, con tendenze ancora più bizzarre di quegli ingenui punk di oltre trent’anni prima, destando meno scalpore in “quelli che ben pensano”, ma ancor oggi, nella Serbia degli anni dieci, gli omosessuali continuano – come testimonia l’insulto multietnico dell’inizio – a mettere d’accordo tutti i violenti, scatenando i loro più bassi istinti. Unendo questi ricordi ad un vero tentativo, nel 2001, di realizzare un “Gay Pride” a Belgrado, sfociato in uno spargimento di sangue, nasce l’idea di The parade, film necessario e doveroso, girato anche durante la vera sfilata omosessuale serba del 2010, la prima “di successo”, in cui il successo è stato già soltanto che i partecipanti ne siano usciti vivi.
Dragojevic affronta con un solo film una discreta quota di argomenti: la tematica gay in un paese ancora eroso da tensioni fasciste; l’inutilità delle guerre insieme al paradosso di amicizie oltre ogni confine; l’omofobia che alberga solitamente in individui che in fondo hanno paura più della propria diversità che di quella altrui (non a caso quando Limun si riunisce con i suoi nemici/amici di guerra è tale il loro trasporto che riusulta difficile capire quali siano i veri gay!).
Il regista afferma (e dimostra) di aver sempre tenuto ben presente la lezione della commedia all’italiana, capace di stemperare con l’ironia storie anche drammatiche ed allo stesso tempo di screziare con elementi tragici vicende dai connotati pure farseschi. Così nel finale, che non riveleremo, giunge inatteso il dramma, lasciando allo spettatore l’amaro in bocca, come pure la convinzione di aver assistito ad un film riuscito.
Qualche lungaggine di troppo ed alcune sbavature non danneggiano però The parade, forte di un potente soggetto e di attori superlativi, tutti da noi poco conosciuti, anche se Nicola Kojo s’è visto ne La vita è un miracolo di Kusturica, Milos Samolov in Jagoda: Fragole al supermarket di Dusan Milic e Goran Jevtic in un paio di fiction nostrane.
Onore al merito quindi alla distribuzione Cineclub Internazionale, che porta la pellicola in un pugno di sale in versione maniacalmente sottotitolata ed addirittura chiosata, per meglio far comprendere alcuni contesti, sottraendola così da una parte all’oblio e dall’altra al forse peggiore massacro del doppiaggio.
RARO perché… è un film su delle minoranze ed è perciò destinato ad altrettante minoranze.

Note: il film, uscito in pochissime sale, il 17 maggio 2013 approda anche al Nuovo Cinema Aquila di Roma.  

Voto: 7

Paolo Dallimonti