Regia: Matthew Vaughn
Sceneggiatura: J.J. Connolly
Fotografia: Ben V. Davis
Musiche: Ilan Eshkeri, Lisa Gerrard
Montaggio: Jon Harris
Anno: 2004 Nazione: Gran Bretagna Durata: 105′
Data uscita in Italia: 10 giugno 2005 Genere: thriller XXXX Daniel Craig
Slasher Sally Hawkins
Duke Jamie Foreman
Clarkie Tom Hardy
Per chi non ama i gangster-movie, i film sulla malavita organizzata, sulle realtà oscure, questa è l’opportunità giusta per vedere un film riappacificandosi con un certo cinema che non si è mai risparmiato in revolverate, sangue e “bastardate”.
La visione dell’opera in questione naturalmente è consigliata anche a coloro che non disdegnano questo tipo di cinema.
“The Pusher” rientra nella schiera di quei film che ci offrono spaccati antropologici di un certo tipo di società, che nel caso specifico è quella di chi opera nello spaccio di droga (cocaina e pasticche prevalentemente) e nei vari illeciti delle mafie moderne, sempre più collusi e sfumati con le realtà politiche, imprenditoriali, della “beneficenza” e della cultura.
Il film non si compiace di sparatorie, sangue, scene splatter, ma la suspance non manca e nemmeno i colpi di scena, come le scene forti e dure, ma il tono del film è continuamente ricondotto nel descrivere la storia del protagonista, interpretato da un convincente Daniel Craig, che, mentre pensa di uscire dal giro, si trova invischiato in un paio di “lavoretti” che si complicano, dovendo lui stesso fare un affare con un balordo (Il Duca) che poi si scoprirà aver commesso un furto di droga a pericolosi mafiosi e criminali di guerra serbi, ma da qui ne succederanno delle belle….
Le scene crude quindi rientrano in una logica descrittiva e stemperate in delle personalità complesse, quali sono quelle dei veri malavitosi, pieni di contraddizioni, capaci di grandi crudeltà come di gesti fatti di lealtà e di una propria umanità. L’assunto è questo: chi fa il malavitoso in un certo senso lavora per una azienda dove non devono mancare precisione, cure contabili, affidabilità, inoltre bisogna ripulire il denaro, investire in attività lecite che a loro volta devono essere curate con la stessa professionalità delle attività serie, cioè quelle mafiose. In fin dei conti non sono attività differenti da altre lecite, che di diverso hanno solo la “patente” di legalità.
Il regista esordiente ha saputo conferire al tutto una certa freschezza nella confezione del film, una padronanza dei tempi della narrazione, del montaggio, delle musiche e della sintassi stilistica ed emotiva.
Il produttore è quello di “Snatch – Lo Strappo”, e il film mantiene qualche evidente legame con i temi e lo svolgimento di quest’opera, che vide il contributo di attori come Benicio Del Toro e Brad Pitt, ma in “The Pusher” il taglio è decisamente più vicino alla cultura ed allo stile europeo, anche se ci offre un nuovo e buon motivo per rivedere, o vedere nel caso di chi non l’avesse visto, “Snatch”.
Come dice uno dei personaggi del film, “la vita è una torta a strati”, a voi sta il capire in quale strato state, dove volete arrivare (forse non vi piace la torta o lo strato dove siete ubicati) e di che cosa è fatto lo strato dove state….
Magari, come dice un altro personaggio del film, per capirlo potreste concentrarvi a fare un lavoro banale, come smontare una pistola e rimontarla, occupando una piccola parte della mente in un piccolo lavoro per liberare la parte più importante e grande della mente verso riflessioni più impegnative.
A voi il gioco…
Gino Pitaro newfilm@interfree.it