Scheda film
Titolo originale: The revenant
Regia: Alejandro G. Iñárritu
Soggetto: dal romanzo di Michael Punke
Sceneggiatura: Mark L. Smith e Alejandro G. Iñárritu
Fotografia: Emmanuel Lubezki
Montaggio: Stephen Mirrione
Scenografie: Jack Fisk
Costumi: Jacqueline West
Musiche: Alva Noto e Ryuichi Sakamoto
USA, 2015 – Avventura – Durata: 156′
Cast: Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Will Poulter, Domnhall Gleason, Forrest Goodluck, Paul Anderson, Kristoffer Joner
Uscita: 16 gennaio 2016
Distribuzione: 20th Century Fox

“Sono tornato (ricco e) spietato come il Conte di Montecristo!”

Non pago del successo della scorsa stagione cinematografica col simbolico e surreale Birdman, il regista messicano Alejandro G. Iñárritu, ormai naturalizzato statunitense, tenta un’altra sfida: l’epopea vera di un uomo in un film girato in condizioni estreme per cui si è attirato le critiche di gran parte di cast e troupe. Di tutto il cast tranne uno, che potrebbe ringraziarlo a vita.
Una cosa è certa: se Leonardo Di Caprio non vince l’Oscar neanche stavolta, alla quinta nomination, non lo vince più. Protagonista della pellicola e costretto a recitare per quasi mezzo film solo con gli occhi ed attraverso urla di rabbia, l’attore statunitense regala una delle (sue) performance migliori di sempre.
Negli anni venti del XIX secolo, Hugh Glass (Leonardo Di Caprio), uomo di frontiera e mercante di pelli nell’estremo nord del continente americano, appena scampato insieme a suo figlio Hawk (mezzosangue indiano) e ad alcuni dei suoi sodali ad un massiccio attacco indiano per sottrargli la merce, viene attaccato da un orso, restando in fin di vita. Il capitano Andrew Harry (Domnhall Gleason), capo della spedizione, non riesce ad abbandonarlo al suo destino, ma, col peggiorare delle condizioni meteorologiche, non può neanche portarlo con sé. Lo affida perciò a tre volontari: il figlio, il giovane Bridger (Will Poulter) e lo spietato mercenario John Fitzgerald (Tom Hardy). Quest’ultimo però ha interesse solo nel denaro e non esiterà presto ad eliminare Hawk e ad ingannare Bridger, abbandonando così Glass a se stesso. Ma l’uomo riuscirà miracolosamente a sopravvivere e ritornerà in cerca di vendetta…
La storia del vero Hugh Glass è raccontata nel romanzo di Michael Punke “The revenant: A novel of revenge” ed è una vicenda della frontiera americana, quindi soggetta ad ogni tipo di mistificazione e storpiamento, volontario o involontario, autoctono o indotto.
Già adattata molto liberamente nel 1971 da Richard C. Sarafian in Uomo bianco va’ col tuo dio (Man in the wilderness), trent’anni prima del libro di Punke, col nome del protagonista cambiato, interpretato da Richard Harris, la storia non interessa in sé e per sé, con i suoi picchi di dubbia verosimiglianza, ma conquista per l’avventura di un uomo che ha già fatto delle scelte (in flashback apprendiamo che ha sposato un indiana e l’ha difesa uccidendo degli occidentali come lui), si è immerso completamente nella natura (per salvarsi dal freddo ad un certo punto si infilerà nel cavallo da poco morto ed appena scuoiato) e nutre fede in un dio panteista, compenetrato nelle cose materiali e non, al punto che nel finale rinuncerà alla vendetta per mano propria, ma la rimetterà “nelle mani di dio”, lasciando che essa si compia.
Un grande western estremo che fa pensare al cinema di Malick, in particolare a La sottile linea rossa: per durata, per paesaggi ed ambientazioni proibitivi tra Argentina, Canada, Messico e Stati Uniti, per la fotografia estremamente realistica, per la cura dei dettagli (la scena del combattimento con l’orso, pur girata con il pesante contributo della computer grafica, è di una verosimiglianza virtuosistica).
Estremo infine come la storia che racconta, in bilico tra realtà e leggenda, così com’è il miglior cinema.

Note: il film ha vinto gli Oscar 2016 come miglior regista ad Alejandro G. Iñárritu, miglior fotografia ad Emmanuel Lubezki e miglior attore protagonista andato a Leonardo Di Caprio.

Voto: 7 e ½

Paolo Dallimonti