Scheda film
Regia e Sceneggiatura: Bruce Robinson
Soggetto: dal romanzo di Hunter S. Thompson
Fotografia: Dariusz Wolski
Montaggio: Carol Littleton
Scenografie: Chris Seagers
Costumi: Colleen Atwood
Musiche: Christopher Young
USA, 2011 – Avventura – Durata: 120′
Cast: Johnny Depp, Aaron Eckhart, Michael Rispoli, Amber Heard, Richard Jenkins, Giovanni Ribisi, Bill Smitrovich
Uscita: 24 aprile 2012
Distribuzione: 01 Distribution
Paura e delirio a San Juan
Un legame indissolubile, come indissolubile era la profonda amicizia che li legava, ha unito e continua a unire Hunter Stockton Thompson e Johnny Depp, anche adesso che sono trascorsi quasi sette anni dalla morte del celebre scrittore statunitense. Un legame tanto forte quanto fraterno, che spinse l’attore a organizzare una grande festa in quel del Colorado proprio il giorno della scomparsa dell’amico, il 20 agosto 2005, durante la quale, per volontà dello stesso Thompson, furono sparate in cielo con un cannone le sue ceneri. Un’amicizia che dalla vita di tutti i giorni si è trasferita sul grande schermo in più di un occasione, quasi a volerla imprimere per sempre in immagini, suoni e parole, trasformandola in Arte.
Dopo Paura e delirio a Las Vegas diretto da Terry Gilliam, le dissacranti pagine firmate dallo scrittore americano classe 1937, simbolo indiscusso della controcultura e della beat generation, dell’energia vitale e anti-istituzionale degli anni Sessanta, che nel caso del romanzo del 1971 (“Paura e disgusto a Las Vegas”) materializzavano anche un’esperienza visionaria della droga, stavolta si prestano alla causa cinematografica per consegnare allo sguardo nostalgico dello spettatore di turno un’altra delirante tragi-commedia figlia della travolgente bibliografia di Thompson, ossia “The Rum Diary”. A firmarne lo script e la regia troviamo Bruce Robinson, mentre a vestire i panni del protagonista non poteva che esserci Depp, che nel 2008 aveva prestato corpo e voce ad Alex Gibney per raccontare la vita dello scrittore americano nello splendido documentario biografico dal titolo Gonzo.
Lasciate le vesti e il cranio rasato dello strafatto Raoul Duke, a zonzo per Las Vegas con l’inseparabile Dr. Gonzo a bordo dell’indimenticabile decappottabile Red Shark, Depp si cala in quelli di Paul Kemp, un giornalista freelance che, appena trasferitosi da New York a Puerto Rico inizia a scrivere per un giornale locale, il The San Juan Star. Qui viene catturato da un vortice di alcool, donne ed eccessi di ogni tipo che trasformano la sua vita in una sfida continua a più livelli. I richiami al romanzo e alla sua trasposizione del 1998 sono evidenti già dal plot dell’origine cartacea e dalla sopraccitata sinossi, quasi a voler creare un ponte ideali tra gli scritti e le rispettive messe in quadro. Restringendo il campo, significative infatti sono le presenze in entrambi i romanzi della figura di un giornalista e di un vero e proprio tour etilico (la narrazione si sposta da Las Vegas alla Puerto Rico degli anni Sessanta) che ne segna il cammino umano e professionale. Probabilmente sono proprio queste analogie ad aver spinto l’attore ad acquistare proprio i diritti di “The Rum Diary”, per dare continuità a una figura (il giornalista Thompson) che si è autorigenerata con le stesse potentissime virtù e gli stessi maledetti vizi, narrativamente nella mente e nella scrittura di Thompson, cinematograficamente attraverso i lavoro dietro la macchina da presa di Gilliam prima e di Robinson ora.
A fare da tramite la performance attoriale e fisica di Depp, che gioca con i toni e i registri con il solito esercizio inventivo di recitazione eccentrica, catartica, mimetica e trasformista. E a giovarne è l’intera operazione, che grazie al contributo del suo protagonista e del resto del cast (due su tutti Rispoli e Ribisi) acquista spessore drammaturgico e ritmo, valorizzando in tutto e per tutto lo humour nero e senza peli sulla lingua della sua origine letteraria. Robinson sin dal processo di scrittura spinge il piede sull’acceleratore, dando vita a una commedia politicamente e moralmente scorretta, costantemente sopra le righe, che usa i dialoghi travolgenti e le situazioni paradossali per trasportare lo spettatore in una serie di situazioni irresistibili (da non perdere le scene della locanda, del Tribunale, della macchina senza sedili e della casa dello stregone), animate sullo schermo da una galleria di personaggi che sprizzano follia e alcool da tutti i pori.
Voto: * * *
Francesco Del Grosso