Scheda film
Regia e Sceneggiatura: Michel Hazanavicius
Soggetto: Michel Hazanavicius, ispirato al film Odissea tragica di Fred Zinnemann
Fotografia: Guillaume Chiffman
Montaggio: Anne-Sophie Bion e Michel Hazanavicius
Scenografie: Emile Ghigo
Costumi: Les Rincali
Suono: Jean Minondo
Francia/Georgia, 2014 – Drammatico – Durata: 130′
Cast: Bérénice Bejo, Annette Benning, Maxim Emelianov, Abdul-Khalim Mamatsuiev, Zukhra Duishvili, Lela Bagakashvili, Yuriy Tsurilo
Uscita: 5 marzo 2015
Distribuzione: 01 Distribution
Insalata russa
1999, secondo conflitto ceceno, una vera e propria guerra dichiarata dalla Russia nei confronti del popolo ceceno, mascherata da operazione antiterrorismo. Il piccolo Hadji (Abdul-Khalim Mamatsuiev), dopo aver visto uccidere i genitori dai militari, fugge portandosi appresso il fratellino neonato. Messolo al sicuro, si unisce alla enorme massa dei rifugiati ed incontra Carole (Bérénice Bejo), capo delegazione francese per l’Unione Europea che con istinto materno si prenderà a cuore la sua situazione. Mentre la sorella Raïssa (Zukhra Duishvili) lo cerca disperatamente, parallelamente seguiamo le vicende di Kolia (Maxim Emelianov), giovane sbandato russo che viene arruolato nell’esercito per un’occasione di riscatto e scende lentamente all’inferno, perdendo via via la sua innocenza…
Lontano anni luce da The artist, preferendo al grigio del bianco e nero il grigiore della guerra, al passato la contemporaneità ed al muto una complessità di lingue che contempla inglese, francese, russo e ceceno, Michel Hazanavicius realizza un’opera(zione) altrettanto ambiziosa e da tempo caldeggiata: il remake di Odissea tragica (stesso titolo in originale) di Fred Zinnemann, sostituendo alla madre del film del 1948 una sorella e ad un soldato americano una delegata europea.
Molti i temi affrontati in questo The search: l’importante denuncia del conflitto ceceno, troppo velocemente dimenticato; il ruolo inutile dell’Europa (alla relazione di Carole in commissione europea tutti sembrano indifferenti se non annoiati); il ruolo dei media (l’uccisione dei genitori di Hadji avviene sotto lo sguardo elettronico di una telecamera tenuta in mano da uno dei soldati ed il film si chiuderà in maniera circolare con un’altra telecamera in possesso stavolta di Kolia, mentre l’attenzione dei mezzi di informazione non è mai stata esorbitante).
Pur nella sua lunga durata, il film di Hazanavicius, anche se sarebbe potuto essere molto più asciutto evitando di disperdersi in narrazioni superflue, vince per la potente sincerità di un progetto che il regista senza il successo dell’Oscar per la pellicola precedente difficilmente avrebbe potuto realizzare. Invece, messoselo alle spalle e ripartendo così da zero, affronta una denuncia accorata, ma allo stesso tempo lucida, che non sempre riesce ad arrivare al cuore dello spettatore, ma di fronte alla quale non si può restare indifferenti.
Voto: 6 e ½
Paolo Dallimonti