Scheda film
Regia e Fotografia: Dario Germani
Soggetto e Sceneggiatura: Antonio Tentori
Montaggio: Marco Iacomelli e Edoardo Viterbor
Scenografie: Antonio Di Giovanni
Costumi: Antonella Balsamo
Musiche: Antonino Politano
Italia, 2022 – Horror – Durata: 78′
Cast: Tonia De Micco, Samuel Kay, Nadia Rahman, Janice Quinol, Roberto Luigi Mauri, Jason Prempeh, Tashi Higgins, Fabrizio Bordignon
Uscita in sala: 21 luglio 2022
Distribuzione: Flat Parioli
Tre passi nel delitto
Quattro ragazze, Sara, Alice, Laurie e Cindy, e tre ragazzi, Riccardo, Jason e Norman, decidono di trascorrere una notte di sballo all’interno di un grande stabilimento cinematografico di sviluppo e stampa. In una sala di proiezione assistono ad una pellicola intitolata “The Slaughter,” che mostra in soggettiva la festa di alcuni giovani interrotta da un individuo che, con il volto nascosto dalla maschera di una bambola, uccide tutti. I ragazzi ignorano di essere controllati, seguiti e ripresi da qualcuno, fino al momento in cui fa la sua apparizione una figura sfoggiante la stessa maschera del killer visto nel filmato. È soltanto l’inizio di un’angosciante notte di terrore…
L’infaticabile Dario Germani torna dietro la macchina da presa dopo Antropophagus II, sempre in doppia veste di regista e direttore della fotografia, con uno slasher vecchia maniera puntando stavolta dritto alla sala per uscire il 21 luglio 2022.
Il problema di questo The Slaughter – La mattanza, fatta salva l’affascinante ambientazione, è innanzitutto la scarsa originalità: sul tema – personaggi intrappolati in una sala cinematografica in balia di assassino/i – si era già espresso qualche anno fa Stefano Calvagna col suo non disprezzabile MultipleX, ma ancor prima di lui Lamberto Bava con Demoni, Bigas Luna con L’angoscia di Bigas Luna, Fulvio Wetzl con il referenziale Rorret e Wes Craven con il suo (auto)ironico Scream 2.
Peggio ancora tale schema narrativo, interamente dall’inizio alla fine, ricalca pedissequamente proprio Antopophagus II, anche nel finalissimo, in cui si spiega come qualcuno abbia ereditato il ruolo di assassino.
Per il resto la sceneggiatura dell’inossidabile Antonio Tentori fa quel che può, citando e scopiazzando qua e là, e pure la scelta di essere meno violento, spingendo meno sul pedale del gore, finisce per danneggiare il film ulteriormente.
Quello che è encomiabile in Dario Germani, con questo horror comunque dignitoso, è senza dubbio la tenacia a volersi proporre come nuovo protagonista di un’ondata di horror indipendenti che cerca di seguire le orme di Joe D’Amato/Aristide Masaccesi e di quanti altri diedero lustro ad una stagione del nostro cinema… forse finalmente ripetibile!
Voto: 6
Paolo Dallimonti