Scheda film
Titolo originale: Ucitelka
Regia: Jan Hrebejk
Soggetto e Sceneggiatura: Petr Jarchovský
Fotografia: Martin Ziaran
Montaggio: Vladimír Barák
Scenografie: Juraj Fabry
Costumi: Katarina Bielikova
Musiche: MIchal Novinsky
Suono: Jirí Klenka
Slovacchia/Repubblica Ceca, 2016 – Drammatico – Durata: 102′
Cast: Zuzana Mauréry, Zuzana Konecná, Csongor Kassai, Tamara Fischer, Martin Havelka, Éva Bandor, Oliver Oswald
Uscita: 7 settembre 2017
Distribuzione: Satine Film
Compagna, compagne e compagni
Se il mondo capitalista è la patria della corruzione e del raggiungimento di fini personali attraverso mezzi anche discutibili, come ebbe modo di descrivere Michael Moore in Capitalism: A love story nel 2009, non molto diversamente pare essere stata la situazione nel mondo comunista.
Ne è la prova quest’ottimo The teacher del ceco Jan Hrebejk, ambientato nell’allora Cecoslovacchia del 1983, in piena Guerra Fredda ed in pieno Regime, che racconta la storia, realmente accaduta, di una professoressa delle scuole medie, qui Maria Drazdechova (Zuzana Mauréry), incidentalmente anche Presidente del Partito Comunista della scuola, che fin dal suo primo insediamento nella nuova classe, si interessa con troppa curiosità ai mestieri dei genitori dei suoi alunni. Forte del suo potere, derivatole da entrambi i ruoli, e con estrema capacità di manipolazione, cercherà di assicurarsi i vari servigi dei vari mamme e papà, inficiando invece il rendimento scolastico degli allievi dei genitori meno collaborativi… Presto qualcuno inizierà ad aprire gli occhi, ma non sarà facile alzare la voce e farsi sentire…
The teacher è la metafora, neanche troppo velata, del Regime dei paesi oltrecortina e dei difetti, errori e vizi che ne hanno decretato l’insuccesso e la fine. Come già rimarcava il lungimirante George Orwell nel 1945 con il simbolico “La fattoria degli animali”, troppo spesso se non sempre “i maiali” di turno hanno preso il sopravvento in una società di uguali. E Jan Hrebejk è molto abile nel raccontare in crescendo la drammatica situazione, partendo con toni ironici da una apparente quasi normalità e rimuovendo velo dopo velo tutti gli strati sotto i quali la corruzione si è sedimentata, portando in scena le differenti ragioni del silenzio che, ognuna a suo modo, hanno condotto alla cristallizzazione del sistema, malato. Ed affonda il bisturi dritto nel cuore di esso, in quella fabbrica primigenia che dovrebbe essere la scuola, in cui i giovani compagni e le giovani compagne dovrebbero essere adeguatamente formati. E se i guai cominciano già e proprio lì…
Il doppiaggio come al solito appiattisce le performance recitative, ma non riesce a nascondere l’ottima prova di Zuzana Mauréry, già vista da noi nel 2002 in Brucio nel vento di Silvio Soldini, la “teacher” del titolo, donna solo in apparenza indifesa, ma capace di ritagliarsi la propria (più che) sopravvivenza tra le maglie slabbrate di un sistema marcio, insensibile perfino di fronte ai suoi giovanissimi alunni. E capace di rimanere a galla fino alla fine, nonostante tutto e tutto, come mostra causticamente l’ultimissima scena.
RARO perché… è un piccolo grande film, ben concepito e ben realizzato, ma forse a noi capitalisti ineressa ancora poco…
Voto: 7 e ½
Paolo Dallimonti