Scheda film
Regia: Giorgio Bruno
Soggetto e Sceneggiatura: Stefano Ceccarelli e Vinicio Canton
Fotografia: Rocco Marra
Montaggio: Angelo D’Agata
Scenografie: Pasquale Tricoci
Costumi: Chiara Aversano
Musiche: Vincenzo Giannelli
Italia, 2021 – Horror – Durata: 90′
Cast: Jonathan Tufvesson, Margaux Billard, Sidney Cressida Rae White, Aciel Martinez Poll, Rocío Muñoz Morales, Hal Yamanouchi, Aaron Stielstra
Uscita in sala: 29 luglio 2021
Distribuzione: Vision Distribution
Le voci girano…
Alex (Jonathan Tufvesson) è un tecnico del suono che durante il suo lavoro accidentalmente inizia a registrare delle strane voci: messaggi disturbanti provenienti dall’aldilà che lo mettono in guardia circa un pericolo imminente riguardante qualcosa o qualcuno.
La ricerca per scoprire il significato di quelle parole farà riaffiorare persone ed eventi misteriosi legati al suo passato. E proprio come il passato che ritorna, un’onda nera, minacciosa e lugubre inizierà a tormentarlo…
Dopo il claustrofobico Almost dead, che aveva qualche punto in comune con The end? L’inferno fuori di Daniele Misischia (del quale aspettiamo Il mostro della cripta), Giorgio Bruno torna con un film più ambizioso, che si muove su spazi aperti, pur non rifuggendo temibili luoghi chiusi e puntando molto, già dal titolo, sull’aspetto sonoro.
Sorta di via di mezzo tra Blow out di Brian De Palma e Il sesto senso di M. Night Shyamalan, They talk ha dalla sua il pregio di proporsi come pellicola dalle aspirazioni internazionali, girata in inglese e (piattamente) doppiata, ricordando per ambientazioni (il collegio ad esempio) e situazioni molti horror spagnoli e per alcune soluzioni saghe ben collaudate, quali The conjuring (il personaggio, ampiamente discutibile, della suora), come anche pietre miliari nazionali di genere, una per tutte Inferno di Dario Argento. Le scenografie naturali della Calabria, dove è stato girato, risultano nella messa in scena altamente competitive e adatte alle ambizioni della pellicola.
They talk però ha anche molte pecche, quelle per cominciare di un casting non proprio perfetto, come Rocío Muñoz Morales che si è ridoppiata col suo accento spagnolo senza che ciò avesse una reale motivazione. Ma i guai arrivano soprattutto per quanto riguarda la trama, troppo confusa e non molto originale – l’unico elemento “nuovo” è quello del tecnico del suono che sente/registra voci – nella quale sono stati infilati elementi già visti e rivisti senza che il risultato se ne giovasse.
Difficile consigliarne la visione nella calura estiva per qualche brivido refrigerante: non pervenuti!
Voto: 5
Paolo Dallimonti