Scheda film
Regia: Taika Waititi
Soggetto: Taika Waititi, basato sui fumetti Marvel di Stan Lee e Jason Aaron
Sceneggiatura: Taika Waititi e Jennifer Kaytin Robinson
Fotografia: Barry Baz Idoine
Montaggio: Peter S. Elliot, Tim Roche, Matthew Schmidt e Jennifer Vecchiarello
Scenografie: Nigel Phelps
Costumi: Mayes C. Rubeo
Musiche: Michael Giacchino e Nami Melumad
Suono: Nick Emond
Nazione, Anno – Genere – Durata: ‘
Cast: Chris Hemsworth, Natalie Portman, Christian Bale, Tessa Thompson, Taika Waititi, Russell Crowe, Jaimie Alexander
Uscita in sala: 6 luglio 2022
Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures
Non c’è più religione
Gorr (Christian Bale), deluso dal dio che era solito adorare, dopo averlo giustiziato con la temibile “Necrospada”, si aggira per l’universo come “il massacratore di dei”, deciso ad annientare ogni divinità possibile e immaginabile. Thor (Chris Hemsworth), è così costretto ad interrompere il suo “pensionamento” per combattere la minaccia insieme a Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e alla sua ex-ragazza Jane Foster (Natalie Portman) – non Jodie Foster, né Jane Fonda – la quale, pur gravemente malata, è riuscita inspiegabilmente a governare il magico martello Mjolnir, trasformandosi nel “Potente Thor”. Letteralmente si imbarcano (su un veliero trainato da due capre urlanti ricevute in dono) in un’avventura ai confini del cosmo per cercare di svelare il mistero del sinistro Gorr…
Dimenticate il pathos e l’epica di Infinity war ed Endgame, provando a volgere sguardo e memoria a Thor: Ragnarok, elevandolo però all’ennesima potenza. Taika Waititi si è ormai impossessato, col beneplacito di Disney e Marvel, del personaggio del figlio di Odino e lo ha trasformato nel suo giocattolone personale, facendogli fare qualsiasi cosa gli passi per la sua folle mente. Col furore creativo che solo (alcun)i Neozelandesi possiedono, fin dai fulminanti esordi di Peter jackson oltre trent’anni fa, il regista di origine Maori mette insieme un film potentemente rock (onnipresenti i Guns N’ Roses con, tra gli altri, “Sweet child o’mine” e “Paradise city” e pure Rhonny James Dio!), ma anche coloratissimo e irresistibilmente pop, passando dagli ABBA ad Enya.
Come in una favola, i fili delle vicende di Thor vengono più volte riallacciati da una voce fuori campo che cerca di non farci perdere nel fluire degli eventi. Waititi forza il registro comico (irressitibile la messinscena nella Nuova Asgard con i camei di Matt Damon e Melissa McCarthy), assapora il trash e attinge a piene mani al kitsch come se fosse la cosa più naturale del mondo, tra capre urlanti, velieri veleggianti su scie multicolor, guerrieri di roccia che rinascono dai loro frantumi come la fenice dalle proprie fiamme, dèi dell’Olimpo mai visti così neanche in Pollon e nuove eroine che lottano letteralmente tra la vita e la morte.
Tra un clamoroso duetto, come quello di Thor con Zeus (un gigionesco Russell Crowe), padre di tutti gli dei, in cui il nostro eroe dimostra come il tuono non sia solo il rumore del fulmine, ed il confronto con Gorr, emerge uno dei temi portanti del film, dall’inizio alla fine: quello della paternità. Il villain perde la figlia e non si dà pace per non essere stato un genitore all’altezza, Thor cercherà ad ogni costo di salvare il figlio di Heimdall dalle grinfie del macellatore di dei e, soprattutto, una bambina, di cui non spoileriamo l’identità, verrà di fatto adottata, suo malgrado, dal nostro eroe.
Non è lesa maestà, lo sapevamo già da Thor: Ragnarok, ma una simpatica follia creativa che, proveniente dalla Nuova Zelanda, si è impossessata delle vicende e del personaggio di Thor. Trascurate pure lo scellerato doppiaggio italiano che, come accade spesso in questi casi, enfatizza eccessivamente il taglio ironico anziché smorzarlo. Assecondate quindi la follia e lasciatevi trasportare, senza se e senza ma: correte al cinema a vedere Thor: Love and Thunder e semplicemente… divertitevi!
Voto: 7
Paolo Dallimonti