Eccoci di fronte all’ennesima trasposizione cinematografica di un opera del “grande bardo” W.Shakespeare. Dopo decine di Amleto e Romeo e Giulietta diamo atto alla regista inglese Julie Taymor di averci regalato l’unica (a quanto ne so) versione su celluloide di Titus (ovvero Tito Andronico). La regista aveva già realizzato una versione teatrale dell’opera (che alcuni magnificano come fantasiosa e impressionante) 5 anni fa ed ora ha deciso di fare il “passo lungo della trasposizione filmica. Film visionario, onirico, baroccheggiante, a tratti grandguignolesco (sangue, vendetta e tragedie abbondano) con diverse contaminazioni trans-generi, narra la triste vicenda di Titus (interpretato da un buon Anthony Hopkins), leale generale dell’esercito romano che paga col sangue suo e dei suoi cari la sua troppa fedeltà all’imperatore e all’ordine costituito; ma anche film sulla vendetta, nella sua forma più cruenta e sanguinosa (Titus, infatti, prima di morire si vendicherà ferocemente eliminando tutti i suoi “aguzzini”).
Uno Shakespeare “prima maniera”, lontano da quello di un altro film, tratto da una sua commedia, di recente uscita nelle nostre sale: “Pene d’amore perdute” di K.Branagh. Nel cast anche Jessica Lange. Molti gli elementi kitsch (le architetture stile Roma del ventennio, le due fazioni coi colori di Lazio e Roma) e moltissime le trovate registiche (dai ralenti, alla scelta delle inquadrature, alla fotografia), notevoli i costumi della Canonero e le scenografie di D.Ferretti. Curiosa anche la trovata del ragazzo dei nostri tempi che si trova inserito nella vicenda a tratti come spettatore, a tratti, addirittura, come interprete! La critica si è divisa, per alcuni è una ventata di nuovo, o almeno qualcosa che prova ad esserlo, per altri un prodotto mal riuscito di una regista con “troppi grilli per la testa”. Nell’insieme il film appare come un bel minestrone con dentro tanto, troppo: ai palati delicati, quelli, tanto per intenderci, che amano il cinema dell’astrazione (dei Bresson, degli Ozu) consiglierei di astenersi dalla visione, agli altri, invece, cui suggerisco caldamente di vedere questo film, suggerisco di non andare soli al cinema: vi assicuro che 3 ore di sangue e morti atroci vi faranno apparire un’ancora di salvezza aver vicino un amico/ragazzo/a durante la visione…
Vito Casale