Recensione n.1

**1/2
spoiler alert: level 1

Film tratto da un arcinoto videogame. Ecco, basterebbe questo per chiudere qui la recensione. Se qualcuno ha qualche dubbio, cortesemente cerchi nella propria memoria qualche pellicola interessante tratta da videogiochi: Mortal Kombat, Super Mario Bros., Street Fighter..? Devo continuare? Ecco, qui ci sono un sacco di soldi in più, il fascino pettoruto (con reggiseni ben imbottiti) della protagonista, altissima tecnologia, eccezionale maestria tecnica nel girare le scene d’azione e… basta. Storia? Attori? Brividi? Tutti gadget non in vendita con questo innocuo ed etereo giocattolone. Se proprio siete in cerca di emozioni, inserite il cd del vero gioco nella vostra Playstation, o PC che sia, e buona partita!

DA TENERE: Angelina è proprio caruccia, questo è innegabile. Certo, i suoi labbroni in primissimo piano in Cinemascope fanno un po’ impressione, ma sicuramente suo marito Billy Bob Thornton non sarebbe d’accordo con questa mia affermazione. Sigh…
DA BUTTARE: Dovevo andare alla toilette; ho provato a mettere in pausa e salvare, ma non c’è stato nulla da fare…
NOTA DI MERITO: La scena della casa di Lara Croft invasa dai cattivoni di turno è girata davvero molto bene, poi subentra una certa noia…
NOTA DI DEMERITO: Sembra di essere al Luna Park, quando una giostra ti deve stupire nel più breve tempo possibile; qui ci tentano, con risultati non sempre soddisfacenti, in ben 100 minuti.
SITO UFFICIALE: http://www.tombraidermovie.com/ Sito non particolarmente esaltante in un sacco di lingue, ma non nella nostra.
Ben, aspirante Supergiovane

Recensione n.2

Da “Super Mario Bros”, passando per “Street Fighter”, fino ai vari “Mortal Kombat”, i videogiochi non hanno portato molta fortuna al cinema. Come se la mancanza di interattivita’ impedisse ogni forma di coinvolgimento. Ed e’ cosi’ anche per l’adrenalinica eroina Lara Croft, che pur cimentandosi in mille acrobazie sullo schermo, non scalda il cuore e non accende la fantasia. Ennesima colpa di una produzione che punta esclusivamente sull’immagine, non preoccupandosi minimamente di raccontare na storia e di portare lo spettatore a vivere l’avventura insieme alla protagonista. Ecco quindi tante sequenze affiancate l’una all’altra in modo molto approssimativo, con l’unico collante di location esotiche, musiche simil-tecno e gadget avanguardistici. Ma poco importa. Cio’ che conta sembra essere unicamente lei: Angelina Jolie alias Lara Croft. Pronti … via: sulla slitta, appesa a un filo, sotto la doccia, sulla jeep, in moto, in Cambogia, a Venezia, in Inghilterra, eccetera, eccetera. La grintosa e languida Angelina Jolie riesce con determinazione ad interpretare la fisicità dell’eroina virtuale, ma non la rende interessante. Sempre sicura di se, senza un attimo di esitazione, sempre al posto giusto nel momento giusto, questa “donna che non deve chiedere mai” appare troppo inattaccabile per destare il benchè minimo interesse. Lo stesso James Bond, per fare un esempio di eroe invulnerabile, sdrammatizza l’impossibilita’ delle sue azioni grazie ad una buona dose di ironia.
La colpa, però, e’ solo in parte della diva americana. La sceneggiatura, infatti, e’ di una banalità sconcertante e prevede una sorta di caccia al tesoro dove in palio c’e’ la possibilità di diventare padroni del tempo (uh! che novità!). Da una parte i buoni, dall’altra i cattivi, tutti alla ricerca di un potente triangolo di pietra. Le lunghe e noiose sequenze d’azione, prive di qualsiasi tensione, sono inframmezzate da siparietti dove i dialoghi prevedono battute tipo “Porco cazzo!”, “Porcaccia!”, “Nel ventre della balena e fuori dal culo del demonio!” (certo, il doppiaggio non aiuta!). E così tra occhi onniveggenti, tempeste del tempo, triangoli magici, si spera stancamente di vedere calare la parola fine su questo baraccone privo di magia, mistero, interesse, sensualità e con un fascino legato esclusivamente al marketing. Il pubblico nelle prime settimane accorre in massa, ma il passaparola non lo premierà. E anche l’appassionato giocatore di videogame, forse, preferirà tornare al suo jostick, in un mondo dove l’eroina e’ virtuale, ma almeno muta, e la fantasia non si e’ ancora scontrata con una roboante ma soporifera realtà.

Luca Baroncini