Scheda film
Regia: Kim Rossi Stuart
Sceneggiatura: Kim Rossi Stuart, Federico Starnone
Fotografia: Gian Filippo Conticelli
Montaggio: Marco Spoletini
Scenografia: Alessandra Mura
Costuni: Alessandro Lai
Musiche: Ratchev & Carratello
Italia, 2016 – Commedia – Durata: 93′
Cast: Kim Rossi Stuart, Jasmine Trinca, Cristiana Capotondi, Camilla Diana,
Renato Scarpa, Dagmar Lassander, Edoardo Pesce
Uscita: 8 settembre 2016
Distribuzione: 01 Distribution
Il lupo perde il pelo e a volte anche il vizio
Tommi era un ragazzino di undici anni, viveva con il padre Renato e la sorella Viola, la quale non perdeva mai l’occasione per fargli scherzi e dispetti, ma che rappresentava un solido legame affettivo sia per lui che per il padre. Era, perché quel ragazzino ora è un quarantenne pieno zeppo di paure, ansie, ossessioni e insicurezze, un uomo che faticosamente e furiosamente cerca di liberarsi delle conseguenze della sua storia. Il padre Renato sembrava prendere la vita, la società e i rapporti in generale come un campo di gara dal quale uscire vincitore, dove ogni santo giorno tentare di forgiarlo, alternando momenti di durezza ad altri di dolcezza. Ciononostante, il trio viveva con intesa, ritagliandosi momenti di divertimento e serenità, almeno sino a quando l’ennesimo ritorno improvviso di Stefania, la madre, non ne fece saltare gli equilibri. In Tommi si era da tempo sedimentata una forte diffidenza nei suoi confronti, che lo portò a resisterle, mentre, contemporaneamente, l’immagine mitica del padre si andava sgretolando davanti ai suoi occhi, tramutandosi in quella di un uomo vittima e carnefice delle sue fragilità. Ora di quel padre, ora che è diventato a sua volta un uomo, Tommi è diventato il riflesso. Della serie tale padre, tale figlio.
Vi starete chiedendo a chi appartengono questo identikit e questa storia? Per chi non lo avesse riconosciuto è del Tommi di Anche libero va bene, l’adolescente protagonista della bellissima ed emozionante opera prima di Kim Rossi Stuart, che si sta parlando. Da anni, ossia dal 2005 e dalla realizzazione della pellicola, abbiamo provato ad immaginarne il futuro, cominciando a disegnarne via via i contorni di un ipotetico profilo caratteriale, perché curiosi del percorso umano e della strada che la sua vita avrebbe preso. Insomma, per undici anni abbiamo lavorato di fantasia, cercando di immaginare che tipo di uomo il piccolo Tommi sarebbe diventato. Evidentemente l’attore e regista capitolino deve avere avuto la medesima esigenza, la stessa curiosità provata da quegli spettatori – noi compresi – che avevano amato alla follia quel suo splendido esordio da regista, tanto da spingerlo una decade dopo a dare una risposta a se stesso e al pubblico in quello che, tecnicamente parlando, si potrebbe definire un sequel a tutti gli effetti.
In Tommaso, presentato fuori concorso alla 73esima Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia e nelle sale a partire dell’8 settembre con 01 Distribution, lo ritroviamo adulto mentre cerca ancora di liberarsi dell’imprinting familiare e delle conseguenze dell’abbandono subito da parte della madre, anch’essa invecchiata e con la quale continua ad avere un rapporto conflittuale e irrisolto. Della sorella Viola e del padre Renato, invece, non ci sono tracce in questo secondo capitolo del romanzo di formazione scritto e messo in quadro da Kim Rossi Stuart, sostituiti in tutto e per tutto da un valzer di donne reali e non che entrano ed escono dalla sua vita con la stessa velocità. La causa delle separazioni e degli allontanamenti è, però, solo ed esclusivamente lui. Si è tramutato, infatti, in un giovane uomo, bello, gentile e romantico, che di mestiere fa l’attore, oscillando perennemente tra slanci e resistenze. Ma presto si rende conto di essere libero solo di ripetere sempre lo stesso copione: insomma è una “bomba innescata” sulla strada delle donne che incontra. Le sue relazioni finiscono dolorosamente sempre nello stesso modo, tra inconfessabili pensieri e paure paralizzanti. Questa sua coazione a ripetere un giorno finalmente s’interrompe e intorno a sé si genera un vuoto assoluto. Tommaso ora è solo e non ha più scampo: deve affrontare quel momento del suo passato in cui tutto si è fermato.
Il Tommaso adulto incarna una delle difficoltà supreme degli esseri umani, perennemente occupati e indaffarati a gestire i disagi relazionali derivanti dal bisogno assolutamente totalizzante di stringere legami sessuali e amorosi soddisfacenti. Di default, il protagonista riversa questo bisogno nelle donne che lo circondano e in quelle che desidera, che trovano spazio nella sua mente sotto forma di visioni, fantasie, proiezioni, sogni e incubi. E la linea drammaturgica si muove proprio lungo questi due binari che si intersecano, a volte in maniera efficace e tante altre volte in maniera meccanica e ripetitiva. Non sempre, infatti, la scrittura e la sceneggiatura riescono a mantenere il giusto equilibrio tra le parti (reali e onirico/immaginifiche), quanto basta per generare momenti di stanca e di flessione, che numericamente finiscono con il sovrastare quelli più riusciti e divertenti. Diversamente da quanto fatto in Anche libero va bene, il regista e attore romano, che qui sveste i panni di Renato per entrare in quelli di Tommaso, si affida solo e soltanto al registro tragi-comico, abbandonando quello drammatico e reale. Il risultato è una commedia piacevole perché capace di regalare sorrisi, ma barcollante e non sempre scorrevole narrativamente negli sviluppi, costruita sia sulle situazioni che sulle parole. L’indecisione su quale delle due strade seguire con più assiduità crea, purtroppo delle indecisioni nell’architettura del racconto e nel modo in cui gestire le sue dinamiche interne. Ciò che abbiamo apprezzato, al contrario, è la decisione di aver focalizzato tutto sul protagonista, tanto che si contano sulle dita di una mano le inquadrature dove è assente. Intelligentemente, l’autore ha capito di non avere le possibilità di portare sul grande schermo un trattato sociologico, psicologico e antropologico, per cui la scelta di affrontare i vari temi al centro del film rigorosamente dal punto di vista del protagonista ci è sembrato cosa giusta e saggia. Questo va sottolineato.
Voto: 6
Francesco Del Grosso