Scheda film
Regia e Soggetto: Daniele Ciprì, Franco Maresco
Sceneggiatura: Daniele Ciprì, Lillo Iacolino, Franco Maresco
Fotografia: Luca Bigazzi
Montaggio: Daniele Ciprì, Franco Maresco, Cesar Augusto Meneghetti
Scenografie: Fabio Sciortino
Suono: Luigi Melchionda, Silvia Moraes
Italia, 1998 – Commedia – Durata: 93′ – B/N
Cast: Salvatore Gattuso, Marcello Miranda, Carlo Giordano, Pietro Arcidiacono, Camillo Conti, Angelo Prollo, Antonino Carollo
Uscita: 20 marzo 1998
Distribuzione: Lucky Red
Tre scenette, tra il triviale e il blasfemo…
Tre scenette, tra il triviale e il blasfemo, per dire che la vita fa schifo e che nel mondo non esiste più nemmeno la traccia di un valore o di un ideale. Film scandalo, vietato e censurato alla mostra di Venezia (con stupore degli autori, che fanno coppia fissa dal 1986, prima con una meritevole opera di cineforum culturale nel malfamato quartiere Brancaccio di Palermo, poi con gli sketch di CinicoTV trasmessi da Raitre con il plauso di Ghezzi e poi al cinema sempre con il loro stile provocatorio, le loro tematiche pre-umane e bestiali e i loro toni destabilizzanti): insopportabile e ruffiano nel voler far passare come arte, grazie a belle immagini e una raffinata fotografia in bianconero di Luca Bigazzi, un cinema che gioca ambiguamente sull’osceno e sull’amorale anche con grande moralità di visione e fa della spazzatura vizio e virtù, pregio e difetto, chiave d’accesso e limite strutturale. Echi pasoliniani e viscontiani (la scelta di girarlo in siciliano stretto, tanto da doverlo sottotitolare) per la rappresentazione cruda, ma fine a se stessa, di una realtà senza speranze. Disturba l’ostentazione gratuita, compiaciuta e insistente delle varie oscenità, e il tutto finisce per passare indenne e per non provocare affatto. Nessuna donna recita, anche se i ruoli femminili non mancano. La Commissione di revisione cinematografica (leggi: censura) tentò di impedirne addirittura l’uscita nelle sale; non riuscendoci invocò la denuncia per vilipendio alla religione di stato e per tentata truffa, ma i registi e la produzione, dopo il processo, ne uscirono indenni, giustamente assolti dal Tribunale di Roma. Prodotto da Galliano Juso.
Voto: ½
Roberto Donati