L’inizio del film del regista americano Antoine Fuqua non lascia ben sperare: il primo giorno della giovane recluta Jake Hoyt, che vuole entrare nella squadra antidroga, accanto al veterano Alonzo Harris, pluri-decorato e specializzato nell’incastrare pesci grossi, che lo deve giudicare.
Sembra il tipico e davvero inflazionato scontro tra personalita’ contrapposte: inesperienza, fragilità e idealismo contro successo professionale, durezza e arroganza necessari. Già si suppone che la coppia male assortita troverà un punto di intesa e alla fine, collaborando insieme con contorno di sparatorie e inseguimenti, si salveranno la vita a vicenda e diventeranno amiconi.
In realtà, e per fortuna, le cose andranno diversamente. I caratteri e le psicologie dei personaggi, infatti, non sono a senso unico, ma ricchi di interessanti sfumature che fanno più volte cambiare il punto di vista dello spettatore nei loro confronti durante la narrazione. In questo senso il film, al di là del genere thriller a cui appartiene, pone molte problematiche attuali su cosa e’ giusto e cosa non lo e’ e il taglio applicato alla storia mette il pubblico nella stessa situazione del giovane protagonista che crede nella giustizia ma vuole anche fare bella figura con il suo superiore.
L’effettiva ambientazione nei quartieri malfamati di Los Angeles aiuta a dare credibilità al film che mantiene per tutta la sua durata, con qualche cedimento solo nel finale (forse frutto di un compromesso con i produttori, chissà!), una tensione molto elevata. Non tutto e’ come sembra, quindi, neanche un film che parte come un road-movie fascistoide su una strana coppia di poliziotti e che si evolve come un conflitto tra bene e male, entrambi dai contorni sfumati.
Molto bravi ed in parte Denzel Washington e Ethan Hawke.

Luca Baroncini