Scheda film
Titolo originale: Transformers: The last knight
Regia: Michael Bay
Soggetto: Akiva Goldsman, Art Marcum, Matt Holloway e Ken Nolan
Sceneggiatura: Art Marcum, Matt Holloway e Ken Nolan
Fotografia: Jonathan Sela
Montaggio: Roger Barton, Adam Gerstel, Debra Neil-Fisher, John Refoua, Mark Sanger e Calvin Wimmer
Scenografie: Jeffrey Beecroft
Costumi: Lisa Lovaas
Musiche: Steve Jablonsky
Suono: Peter J. Devlin
USA, 2017 – Fantascienza – Durata: 149′
Cast: Mark Wahlberg, Anthony Hopkins, Josh Duhamel, Laura Haddock, Santiago Cabrera, Isabela Moner, Jerrod Carmichael
Uscita: 22 giugno 2017
Distribuzione: Universal Pictures
I cavalieri della tavola riscaldata
La fantasia di Michael Bay e degli sceneggiatori in forza alla Universal non pare volersi ancora esaurire: dopo aver trovato una trama sufficientemente dignitosa per il primo film tratto da una linea di giocattoli, anche se il loro universo era già stato sufficientemente delineato da fumetti e cartoni animati; dopo aver scomodato il pinkfloydiano “Dark side of the moon”, quel lato in ombra del nostro satellite sulla cui superficie giacerebbe un residuo dei Transformers; dopo aver generato un implicito reboot al quarto capitolo, scalzando Shia LaBeouf e mettendo al suo posto il sanguigno Mark Whalberg nei panni dell’eroico Cade Yeager, al quinto capitolo ecco gli autori spingersi agli albori del Medioevo per tirare in ballo nientepopodimenoche Re Artù e Mago Merlino (interpretato ironicamente da Stanley Tucci che ancora una volta trova posto nella saga) come primi – per ora – referenti dei Transformers su questo pianeta, le cui azioni avranno ripercussioni fino ad oggi.
Peccato che, come ogni volta, le premesse siano ottime, ma non quanto gli sviluppi che vedono di nuovo il pianeta Cybertron deciso ad annientare la nostra povera terra: si tirano in ballo l’agguerrita dea Quintessa, il conseguente lavaggio del cervello del buon Optimus Prime che così diventa malvagio e la rivelazione, nella post-end credit scene, che in realtà il terzo pianeta del sistema solare sia Unicron, dio Transformers da combattere e abbattere.
Insomma, pur se compaiono in scena tutti i Cavalieri della Tavola Rotonda e i loro rispettivi omologhi Transformers, un simpatico custode col volto sempre più rugoso di Anthony Hopkins e una giovane e bella erede di Merlino, il film, della esorbitante durata di due ore e mezza, è sempre l’ennesimo pretesto per battaglie in CGI che hanno come sfondo il nostro sventurato pianeta. Senza trascurare che noi in Italia, per carenza oggettiva di strutture, non possiamo godere dell’impegno tecnologico sfoggiato dal regista che ha girato direttamente in Imax.
Lo spazio o, meglio, il tempo da riempire è enorme: non manca perfino un gradevole intermezzo ambientato nella Seconda Guerra Mondiale, con tanto di Nazisti, per onorare il costante contributo dei Transformers alle nostre sorti di banali terrestri, come anche un meno gradevole omaggio a Star Wars con un insopportabile clone di C3PO, vetusto cavaliere meccanico, e l’ennesima, eroica bambina strappacuori.
Assodato che le avventure dei versatili robot siano ben lungi dal concludersi, ci chiediamo candidamente soltanto il perché di tanta ostinazione da parte di un regista senz’altro sopravvalutato come Michael Bay, praticamente incapace di un pianosequenza e devoto al montaggio frenetico – si avvale di ben sei collaboratori – ormai interamente votato alla causa, ovviamente al di là dell’enorme interesse economico che ne può derivare.
È ovvio quindi che per rinverdire o anche solo perpetuare una saga come questa non basti affatto scomodare perfino i Cavalieri di Re Artù, alla cui Tavola Rotonda viene ormai servita una minestra riscaldata.
Voto: 5
Paolo Dallimonti.