Scheda film

Regia: Benoît Jacquot
Sceneggiatura: Julien Boivent, Benoît Jacquot
Fotografia: Julien Hirsch
Montaggio: Julia Gregory
Scenografie: Sylvain Chauvelot
Costumi: Catherine Leterrier
Musiche: Bruno Coulais
Suono: Pierre Mertens, Andreas Hildebrandt, Olivier Goinard
Francia, 2014 – Drammatico – Durata: 106′
Cast: Benoît Poelvoorde, Charlotte Gainsbourg, Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve
Uscita: 6 novembre 2014
Distribuzione: BIM

 Il cuore di un uomo

In una città di provincia, una sera Marc (Benoît Poelvoorde) incontra Sylvie (Charlotte Gainsbourg) poco dopo aver perso il treno per rientrare a Parigi. Insieme, vagano per le strade fino all’alba, parlando di tutto tranne che di se stessi in un’atmosfera di rara sintonia. Quando il mattino seguente prende il primo treno, Marc dà appuntamento a Sylvie a Parigi qualche giorno dopo. Non sanno nulla l’uno dell’altra. Sylvie andrà all’appuntamento, mentre Marc, per una sfortunata circostanza, no. La cercherà e troverà un’altra donna, Sophie (Chiara Mastroianni), senza sapere che è la sorella di Sylvie…
Dopo aver centrato tutti i suoi ultimi lungometraggi su protagoniste femminili, Benoît Jacquot si occupa di un personaggio maschile. La provincia francese è il luogo in cui si sviluppa l’amore nascosto, il fulcro del melodramma che intreccia tre vite. Un triangolo amoroso ma non solo. Il cuore di un uomo è il fil rouge della storia: Marc non si presenta all’appuntamento con Sylvie perché è colpito da un infarto, il cuore dunque anche nel suo aspetto di organo del corpo umano. Charlotte Gainsburg sprigiona il suo fascino, eterea e inafferrabile, potrebbe svanire da un’istante all’altro e invece è sempre là, evanescente ma forte. Benoît Poelvoorde oscilla tra lei e Chiara Mastroianni incapace di scegliere. Tre cuori gioca su tempi romanzeschi. Sono i tempi del cuore, confessa il regista, non obbediscono alle leggi del calendario e infrangono le regole del racconto classico. Ci sono salti temporali, a volte di diversi anni, e al contrario delle immersioni in un presente molto dettagliato. Elementi fantastici s’intrecciano con il realismo più puro. È attraverso lo specchio acquistato durante un’asta da Sylvie che Marc comunica con colei che ama veramente. Sylvie si è innamorata di quell’oggetto ed è come se lo specchio conservasse e trattenesse la sua immagine. Con quell’oggetto in casa, Marc vive con lo spettro di Sylvie. La madre delle due sorelle è incarnata dalla vera madre di Chiara, Catherine Deneuve, in un ruolo minore ma sottile e importante. Cruciali le scene dei pranzi familiari, tradizione del cinema francese, che mettono a confronto i personaggi tra loro, mantenendo sottotraccia e sopiti i conflitti.
Nei film di Jacquot la natura, i giardini, il bosco occupano un posto particolare. Qui il giardino delle Tuileries che apre e chiude la pellicola, diviene il luogo simbolico che lega Sylvie e Marc. Pellicola delicata ed elegante, bell’esercizio di stile che tuttavia non coinvolge appieno.

Voto: 7

Francesca Bani