La ventunesima edizione del Trieste Science+Fiction Festival si svolgerà a Trieste dalla fine di ottobre a primi di novembre, negli spazi del Politeama Rossetti, del Teatro Miela, del Cinema Ariston, della Mediateca La Cappella Underground e contemporaneamente online, con una selezione del programma cinematografico e degli eventi sulla piattaforma di MyMovies.it.
Il programma si articola su sei giornate, e propone anteprime, sezioni concorso, retrospettive, eventi speciali, incontri e masterclass con registi e filmmakers da tutto il mondo. La selezione ufficiale cinematografica presenta una panoramica sulle più recenti produzioni nei settori science fiction, fantasy e horror, con un’importante presenza di anteprime, promosse in collaborazione con le maggiori case di distribuzione italiane einternazionali.
Tre sono i concorsi cinematografici: la competizione internazionale capeggiata da una giuria internazionale assegna il Premio Asteroide al miglior film di genere science fiction e fantasy tra i talenti emergenti; i due concorsi europei per il miglior lungometraggio e il miglior cortometraggio di genere fantastico portano all’assegnazione del Premio Méliès d’argent, organizzato in collaborazione con la Méliès International Festivals Federation.
Il Festival assegna inoltre il Premio del Pubblico con votazione popolare (in sala e online); il Premio Nocturno Nuove Visioni, in collaborazione con l’omonima rivista dedicata al cinema di genere; il premio Stars’ War, assegnato della critica web alla miglior opera prima in programma; il Premio CineLab, organizzato in collaborazione con il DAMS Interateneo tra le Università di Udine e Trieste, assegnato al miglior cortometraggio italiano nella sezione Spazio Corto da una giuria di studenti; e infine il Premio Asteroide alla Carriera, dedicato a una personalità di spicco nel mondo della fantascienza.

A volte nel buio (Carmine Cristallo Scalzi). Una remota comunità in montagna soffre di una misteriosa malattia. La morte improvvisa degli abitanti del comune fa emergere la paura. Ma, quando Giacomo, un ragazzo sano, viene rapito, susciterà poi la furiosa reazione del popolo… Un racconto estremamente dilatato per due ore di durata, con una voce fuori campo che non riesce mai a stancare e che come una nenia scandisce la narrazione. Un cinema sorprendente, questo dell’esordiente Carmine Cristallo Scalzi, frammentato e naturalistico, che ricorda quello di Tarkovskij, quello di Avati e quello di Andrea Bianchini. E un film che, secondo noi, quest’anno è il più bello del festival. Una vicenda che stigmatizza la paura del diverso e lascia sospeso lo spettatore in un’atmosfera sognante e immerso in un lirismo magico. Una storia, vera, che potrebbe non essere mai accaduta. Oppure una storia di finzione, che si ripete ogni giorno. Sensazionale. Spazio Italia. Voto: 9

Alien on stage (Lucy Harvey e Danielle Kummer). Se ci pensate, in effetti ridurre una versione teatrale di Alien di Ridley Scott non è così folle come potrebbe apparire: unità d’ambienti, magari qualche corridoio di troppo, un po’ di fantasia per immaginare e realizzare la creatura, e il gioco è fatto! È venuto in mente ad una compagnia amatoriale di autisti d’autobus del Dorset, in Inghilterra, invece della consueta pantomima annuale per beneficienza. Sconfortato dallo scarsissimo pubblico accorso alle loro rappresentazioni, il gruppo è stato poi contattato dalle due cineaste, che hanno realizzato il documentario, per una serata in un teatro del West End londinese. Risultato: sold-out completo, pubblico in delirio e un invito a tornare ogni anno. Divertentissimo e geniale nel suo essere dentro e fuori dal palco, il film, pur facendo il tifo per i suoi beniamini, ce li restituisce senza troppi filtri e in maniera quasi impietosa. Meta-teatrale. Mondofuturo. Voto: 8 e ½

Gaia (Jaco Bouwer). Durante una missione di sorveglianza in una foresta primordiale, Gabi, una guardia forestale incontra padre e figlio “survivalisti” che vivono come in un mondo post-apocalittico. Perdendo presto il suo superiore, sopraffatto dall’ambiente circostante, la donna si troverà divisa tra il mondo industrializzato da cui proviene e che rappresenta e una natura vergine, ma matrigna, che genera mostri nel tentativo di sopravvivere agli uomini… Al cinema, La natura più o meno incontaminata sta al Sudafrica come la pastorizia sta all’Islanda. Il film è una sinfonia panica che avvolge lo spettatore, mescolando realtà e allucinazioni come se fossero un altro universo a sé. Lasciarsi trasportare dalle immagini e dai suoni di Gaia è una delle esperienze migliori e più ppaganti per la propria anima che si possano intraprendere. Probabilmente sbaglia sia chi si lascia assoggettare assolutamente dall’ambiente selvaggio, sia chi cerca di dominarlo. Il messaggio è forte e importante: anche se le sirene del “nostro” mondo cantano più forte, la Natura troverà sempre infinite vie per dire, come nel finale, la propria, ultima parola. Geocentrico. Asteroide Competition. Voto: 8

Healing/Hexebödeli (Adrian Perez). In mezzo alle alpi svizzere, Sara si reca in visita a Ben, noto guaritore, per tentare di incastrarlo dopo che le sue presunte cure non avrebbero aiutato una persona a lei molto cara… Ma nessuno dei due ha davvero fatto i conti con l’altro… Brillante cortometraggio svizzero che passa dai toni leggeri al thriller, finendo nell’horror e aprendo infine anche al soprannaturale. Un tema anche attuale viene affrontato da un’insolita prospettiva di genere grazie anche a due protagonisti realmente inquietanti. European fantastic shorts 2. Voto: 8

Splendor (Maximilen Gomes). Una notte, nell’appartamento di Samuel, come per magia una lampadina si illumina da sola. Gridando al miracolo, tutti gli abitanti del palazzo si recheranno in pellegrinaggio presso l’abitazione, sconvolgendo la vita al protagonista… Degno erede del duo Jeunet & Caro, il breve cortometraggio vince per un chiaro ed evidente simbolismo delineando in maniera efficace la surreale e buffa situazione. Illuminante. European fantastic shorts 2. Voto: 8

Strawberry mansion (Kentucker Audley e Albert Birney). In un futuro in cui il governo registra i sogni e li tassa per il semplice fatto di sognare, un contabile dei sogni, viene catturato dai sogni di un eccentrica signora, che gli rivelerà uno sconvolgente segreto… Interpretato dal co-regista Kentucker Audley nel ruolo del protagonista James Preble, il film è un divertentissimo, colorato e fantasioso viaggio per lo spettatore sulle montagne russe dell’immaginazione. Una specie di noir a tinte pastello, col rosa fragola a dominare, a metà strada tra Michel Gondry, che sicuramente apprezzerebbe, e i Monty Python. Iperbolico. Asteroide Competition. Voto: 8

The exit plan (Angus Wilnkinson). In un futuro non troppo remoto e sovrappopolato, un funzionario governativo va in visita presso un’anziana signora per verificare che ella rispetti la “procedura d’uscita” del titolo. Ma lo attenderà una sgradita sorpresa… Fulmineo, divertente e impregnato di humor nero, il cortometraggio britannico-australiano ha il suo punto di forza nell’anziana Marcia Warren, una arzilla vecchietta che forse non tutti vorremmo come vicina di casa. Il suo sorriso enigmatico e saggio non si dimentica facilmente… Tanatologico. European fantastic shorts 1. Voto: 8

A glitch in the matrix (Rodney Ascher). E se vivessimo tutti in una simulazione, in una sorta di immenso videogame giocato da una qualche entità? Partendo da un celebre discorso di Philip K. Dick e arrivando fino al film degli allora fratelli Wachowski, che a sua volta regala il titolo a questo documentario, il regista Rodney Ascher, non nuovo a curiosi film d’inchiesta su tematiche molto particolari (in Room 237 secondo personalissime teorie analizzava i molteplici significati segreti di Shining),  ci conduce in questo bizzarro viaggio attraverso teorie del complotto, ma anche deliri patologici. E dopo tante simpatiche elucubrazioni, chiude proprio col dramma di Joshua Cooke, che nel 2003 sterminò la propria famiglia poiché convinto di vivere in un mondo di realtà virtuale come quello del film Matrix, tesi che i suoi avvocati sposarono nel difenderlo, anche se alla fine egli si assunse in pieno la responsabilità dei delitti. Complottista. Mondofuturo. Voto: 7 e ½

Let the wrong one in (Conor McMahon). Matt scopre che il fratello maggiore Deco, tossicodipendente da tempo via da casa, si è trasformato in un vampiro… Delirante e splatterosa commedia vampiresca, che rispetta tutti i canoni del genere e della tradizione, poggiando per buona parte sulla simpatia dei suoi interpreti. Per il resto è un crescendo di trovate, situazioni e battute, che come valore aggiunto ha il mitico Rupert Giles di Buffy nei panni di un cacciatore di vampiri suo malgrado. Imperdibile! Méliès competition. Voto. 7 e ½

Phlegm (Jan-David Bolt). In una frenetica mattinata per cercare di entrare in ufficio, un uomo troverà sul suo cammino un’infinità di lumache impegnate ad intralciare il suo percorso. Cortometraggio svizzero, preciso ed efficace come da copione nella sua durata brevissima di 6 minuti, passa ironicamente dal grottesco all’horror in un battibaleno. Surrealista. European fantastic shorts 2. Voto: 7 e ½

Sins of a werewolf (David Prendeville). Un sacerdote, morso da un lupo mannaro, deve districarsi nella sua nuova condizione, cercando in ogni modo di sopravvivere, ma non sarà facile… Dissacrante e grondante humor nero, il corto irlandese mantiene fino alla fine il suo feroce sarcasmo, noncurante del basso costo nella sua realizzazione e consapevole che l’obiettivo non sia tanto spaventare, quanto divertire e “rompere”. European fantastic shorts 2. Voto: 7 e ½

The dead collectors (Brendan Cleaves). In un futuro in cui chi muore non sembra godere dell’eterno riposo, due impiegati addetti al “colpo di grazia”, eseguono il loro lavoro con estrema solerzia. Ma qualche imprevisto è sempre in agguato… Beffardo ed ironico, il cortometraggio britannico fino alla fine non smette di stupire e sviluppa un soggetto quasi banale in qualcosa di più, grazie anche ai suoi disincantati protagonisti. Postumo, European fantastic shorts 2. Voto: 7 e ½

(Caroline Branders). In un mondo devastato dall’Apocalisse, sei persone resistono, tra cui quattro diversamente abili. Marc e Stella, stanchi di doverli aiutare, hanno progettato un piano per liberarsi di loro. Ma hanno sbagliato i calcoli… Abile nel costruire le premesse, il cortometraggio belga colpisce per la rapidità della risoluzione finale, con una chiusura beffarda e davvero agghiacciante. European fantastic shorts 2. Voto. 7 e ½

Witch hunt (Elle Callahan). In un mondo distopico in cui la Stregoneria è considerata illegale ed il suo controllo è affidato al Bureau of Witchcraft Investigation, Claire è una giovanissima studentessa la cui famiglia fa parte di un’organizzazione che aiuta le streghe ad attraversare il confine degli Stati Uniti per ottenere asilo in Messico… Un avvincente coming-of-age che porterà ad un’ultima consapevolezza anche dolorosa, una storia di libertà, identità e di indipendenza femminile, il tutto nel mito di Thelma & Louise, anche citato e omaggiato nel bellissimo finale. Stregato. Asteroide Competition. Voto: 7 e ½

Flashback/The education of Fredrick Fritzell (Christopher MacBride). Mentre la madre giace gravemente malata in un letto d’ospedale, Fred (Dylan O’Brien) ha delle terribili visioni con protagonista Cindy, la sua ragazza al liceo, praticamente scomparsa da quei tempi. Contatta così i vecchi amici, insieme ai quali prendeva una droga chiamata Mercury, per avere ulteriori informazioni… Thriller onirico, che si regge sul magnifico montaggio di Matt Lyon, ci rapisce e conduce in un vortice illusorio, seminando anche false piste, con una soluzione sensata che in realtà più semplice non si può. Ma il viaggio ne vale la pena! Trans-temporale. Asteroide Competition. Voto: 7

Incarnation (Noboru Suzuki). Un giovane truffatore è seduto al tavolo di un bar con un’anziana che gli rivela essere una vampira di 466 anni. Ma la donna, oltre a scoprirlo, gli svelerà un segreto su se stesso che egli non avrebbe mai sospettato… Cortometraggio giapponese breve ed efficace che ruota tutto intorno alla doppia sorpresa finale. Rivelatore. Fantastic shorts. Voto: 7

Mad god (Phil Tippett). Il leggendario maestro degli effetti visivi, Phil Tippett, due volte Premio Oscar e Premio alla Carriera al Trieste Science+Fiction nel 2019, ci trasporta dal nostro mondo a un altro totalmente differente, popolato da mostri, scienziati pazzi e maiali combattenti. Un film costruito fotogramma per fotogramma in oltre 30 anni di lavoro che viaggia ai confini del surrealismo titillando l’inconscio di ciascuno di noi, strizzando l’occhio a Hieronymus Bosch. Un’ode al cinema d’animazione, dove il pioniere degli effetti speciali di Guerre stellari e Jurassic Park continua ad animare a passo uno, creando un universo marcio, senza una storia vera e propria, ma dall’impatto visivo ipnotico e devastante. Anarchico. Fuori concorso. Voto: 7

Night raiders (Danis Goulet). In un futuro distopico in cui i figli sono proprietà dello stato, una madre entra in un gruppo di ribelli per riappropriarsi della propria bambina. Costoro pensano che la donna sia in qualche modo il “Guardiano”, l’eletta dalla profezia… B-movie, ma non troppo, prodotto a basso costo da Taika Waititi e battente bandiere canadese e neozelandese, il film della regista Danis Goulet, pur ambientandosi in un sinistro futuro, va a riscoprire tradizioni e folklore ai nostri antipodi. Opera lineare senza sbavature né colpi di genio e ben ritmata, la pellicola aggancia lo spettatore fino alla fine e vede anche la piccola partecipazione della quasi dimenticata Amanda Plummer. Preveggente. Asteroide Competition. Voto: 7

Salvadis (Romeo Toffanetti). In un mondo ormai distrutto da un’epidemia, fra le montagne, tre ragazzi hanno resistito all’invasione dei morti viventi, bloccando l’accesso alla valle dove abitano, isolandosi dal resto del mondo. E se quella valle nascondesse un segreto e un orrore ancora più grande? Mediometraggio diretto dal fumettista Toffanetti, autore di alcuni dei disegni del bonelliano “Nathan Never”, che sotto la maschera dello zombie-movie, nel finale la getta in maniera sconvolgente. Alter(n)ativo. Spazio Italia. Voto: 7

The water will regret you/El agua te arrepentirá (Marco Bentancor). Un uomo gravemente ferito cerca di resistere da solo su una barca ad una creatura sinistra che lo sta minacciando dal fiume sopra al quale si trova. Sarà la stessa creatura a rievocare in lui il segreto che da troppo tempo nasconde… Sorta di revenge movie in salsa zombi proveniente dall’Uruguay, il cortometraggio di Marco Bentancor conquista per l’alone di mistero che lo pervade interamente e per la creatura che, una volta rivelata, lascia il posto più alla tenerezza che alla paura, pur sempre con un brivido… Vendicativo. Fantastic shorts. Voto: 7

Vampir (Branko Tomovic). Dopo essere stato testimone di un crimine a Londra, Arnaut, alla ricerca di un posto dove nascondersi per qualche tempo, accetta l’offerta dell’affascinante, ma spietata Vesna, di occuparsi di un cimitero in un piccolo e remoto villaggio. Ispirato a casi reali di vampirismo accaduti in Serbia agli inizi del XVIII° secolo, il film è scritto, diretto e interpretato da Branko Tomovic, attore che ha recitato in numerosi pellicole hollywoodiani e che debutta qui alla regia. Macabra e angosciante, l’opera è una sorta di solenne messa nera, la cronaca di una fine annunciata cui il protagonista va incontro, quasi consapevolmente, anche perché non aveva davanti a sé destino più roseo. A tratti insostenibile, il risultato è davvero agghiacciante. Necrofilo. Melies Competition. Voto: 7

Asbsolute denyal (Ryan Braund). Un geniale programmatore si dedica anima e corpo alla realizzazione di un super-computer destinato a cambiare le sorti dell’umanità. Ma forse non tutto è come sembra… Altro one-man-show dietro le quinte, come Junk head, scritto, diretto e animato dal britannico Ryan Braund, che vi si è dedicato appassionatamente come il protagonista, il film è girato in animazione tradizionale e in bianco e nero. Appassiona, ma non è sempre facile da seguire, non fornendo tra l’altro allo spettatore un solo personaggio verso il quale poter empatizzare. Assolutistico. Asteroide competition, Melies competition. Voto: 6 e ½

Dorothy non deve morire (Andrea Simonetti). Il Leone, lo Spaventapasseri e l’Uomo di Latta si recano al capezzale di Dorothy, ormai anziana e molto malata, per salutarla. Ma non sono più quelli di una volta… Delicato e sottile, il cortometraggio è un personale omaggio a “Il mago di Oz” e ai suoi amati personaggi attraverso la loro rilettura contemporanea, e ha la morale di doverci sempre ricordare chi siamo e soprattutto chi siamo stati. Fantasmagorico. Spazio corto. Voto: 6 e ½

El nido (Mattia Temponi). Durante una temibile epidemia che trasforma le persone in bestie, Sara rimane ferita e viene soccorsa da Ivan, un volontario che la porta nel Nido, un rifugio appositamente creato. Mentre fuori la situazione sembra peggiorare, la ragazza, che ha piena fiducia nel suo salvatore, riceverà una notizia scioccante… Coproduzione italo-argentina girata in spagnolo, ma con attori prevalentemente italiani (Blu Yoshimi e Paolo Triestino), il film, ambientato in un’unità d’ambiente, è estremamente angosciante, cercando di rifuggire il più possibile una prevedibilità innata nel soggetto, ma, nel finale, sembra girare un po’ a vuoto, come se non riuscisse a chiudere. Claustrofobico. Melies competition. Voto: 6 e ½

Jakob’s wife (Travis Stevens). Il pastore protestante Jakob si trova alle prese con sua moglie trasformata in un famelico vampiro e con il Nosferatu di turno che l’ha morsa… Pellicola dalle notevoli premesse, con due protagonisti come il regista di horror di culto Larry Fessenden e l’attrice di numerosi “film de paura” Barbara Crampton e per essere una sorta di “Sandra & Raimondo” corretto al sangue, decolla però a fatica, regalando qualche momento di sanguinoso divertimento, ma nulla più. Finale beffardo e perfetto. Tramoglieemarito. Fuori concorso. Voto: 6 e ½

Junk head (Tkahide Hori). L’umanità ha rinunciato alla capacità di riprodursi per la sopravvivenza e Parton viene selezionato per una missione nel sottosuolo senza fondo: dovrà investigare le voci sulla fertilità dei cloni umani, da lungo tempo dimenticati. Vero e proprio one-man-show dietro le quinte del regista Takahide Hori che, partito da un cortometraggio, ha realizzato questo film che dovrebbe essere in realtà un work-in-progress. Con solo qualche aiuto da terzi, Hori anima, doppia e dirige questo film surreale che ricorda Cronenberg per le creature mostruose e la bizzarra evoluzione dei loro corpi avvenuta sottoterra. Lui ci aggiunge il tocco “cyber” con questo robot protagonista che imperterrito si avventura in uno spaventoso sottosuolo. La pellicola però nonostante tutto risulta molto lenta e quello che era partito come un viaggio avventuroso finisce per essere un pellegrinaggio forzato per lo spettatore. Tecno-gore. Fuori concorso. Voto: 6 e ½

Me, a monster? (Belinda Bonan). Una mostruosa creatura su una specie di isoletta planetaria riceve la visita di un piccolo rover in esplorazione. Riuscirà in breve tempo a convertirlo ai semplici piaceri della vita… Fulmineo cortometraggio spagnolo che colpisce per la simpatia del protagonista, per l’ottima realizzazione in CGI e per la filosofia positiva connaturata in sé. Edonistico. Kids. Voto: 6 e ½

The repeater (Grete Suarez). Un tecnico radiofonico sale su un monte per riparare un ripetitore. Ma quello che doveva essere un banale compito, per una serie di imprevisti rischia di diventare una missione impossibile, fino alla scoperta di una drammatica verità… Diretto da una donna, il cortometraggio spagnolo cattura inizialmente, ma poi finisce per incartarsi su se stesso come accade anche al protagonista. European fantastic shorts 2. Voto: 6 e ½

Microtopia (Audrey Defonte, Denis Koessler, Philip Gonçalves, Alexandre Terrier, Pierre Duhem, Achille Bauduin). Tra lo showreel e il saggio di diploma, il brevissimo cortometraggio francese di 3 minuti lascia piuttosto indifferenti. Buffo il microcosmo che descrive, un insieme complicato di infiniti parassiti, ma nulla più. Kids. Voto: 6

S.A.D. – The movie (Guilherme Gher). Lungo videoclip in un cortometraggio di 9 minuti scandito dalle note di “Ecstasy”, “Fear”, “Sublime”, tre tra i brani più evocativi di Dardust, all’anagrafe Dario Faini, contenuti nell’album “S.A.D Storm and Drugs” del 2020. La storia narrata, senza dialoghi, ci accompagna nello spazio cosmico che separa realtà e immaginazione in un pomeriggio d’estate come tanti per un bambino che sogna di essere astronauta. Sognante. European fantstic shorts 2. Voto: 6

Settlers (Wyatt Rockefeller). Madre, padre e figlia su Marte, partiti dal pianeta Terra per rifarsi una vita, sembrano però non essere graditi nella loro nuova dimora. Ma l’arrivo di un misterioso sconosciuto spariglierà le carte in tavola, cambiando per sempre le loro vite… Ottime le premesse di questo western dall’ambientazione marziana, che però purtroppo vengono presto smentite. Dal western si passa al romanzo di formazione, anche piuttosto rozzo nella sua messinscena. Peccato, un’occasione sprecata! Migratorio. Asteroide competition, Melies competition. Voto: 6

The pink cloud/A nuvem rosa (Iuli Gerbase). Una misteriosa e tossica nuvola rosa comparsa in città cambierà le vite di tutti, in maniera inaspettata. Scritto nel 2017, il film brasiliano è un’inconsapevole preveggenza della pandemia da Covid-19 che ancora non abbiamo completamente superato. Pellicola a tratti un po’ vacua e snobisticamente autoriale, ma che non sarebbe dispiaciuta a Buñuel, qui ampiamente citato, attua una dinamica fantastica che è solo un pretesto per l’ennesima analisi sociologica di cui non si sentiva granché il bisogno. Pandemico. Asteroide competition. Voto: 6

Warning (Agata Alexander). In un futuro più o meno prossimo, mentre un astronauta viene sbalzato lontano dal modulo spaziale su cui sta operando e mentre una minaccia sempre più reale si avvicina alla terra, assistiamo ad una serie di storie corali in cui il rapporto tra essere umano e tecnologia è messo al centro: dalla devota ad una sorta di “dio” iper-tecnologico ad una coppia in crisi che continua ad esistere solo virtualmente, da un robot che non vorrebbe andare in pensione ad una famiglia di immortali che non ha preso bene le scelte affettive del figlio. Debutto della regista nel lungometraggio, con produzione canadese/statunitense e contraddistinto da un interessante cast (su tutti Thomas Jane, Rupert Everett e James D’Arcy, che presta solo la sua voce), il film pare però girare a vuoto e disperdere tutti i suoi buoni propositi, restando comunque efficace almeno nell’impatto visivo. Premonitore? Asteroide competition, Méliès competition. Voto: 6

Vincitore Premio Asteroide TS+FF2021
“Gaia” di Jaco Bouwer (SUD AFRICA, 2021)

Menzione Speciale Premio Asteroide TS+FF2021
“Night Raiders” di Danis Goulet (CANADA / NUOVA ZELANDA, 2021)

Menzione Speciale Premio Asteroide TS+FF2021
“Witch Hunt” di Elle Callahan (USA, 2021)

Vincitore Premio Méliès d’argent – Lungometraggi TS+FF2021
“Warning” di Agata Alexander (USA / POLONIA, 2021)

Menzione speciale Premio Méliès d’argent – Lungometraggi TS+FF2021Rupert Everett per il ruolo di Charlie nel film “Warning” di Agata Alexander

Vincitore Premio Méliès d’argent – Cortometraggi TS+FF2021
“The Exit Plan” di Angus Wilkinson (AUSTRALIA / GRAN BRETAGNA, 2020)

Vincitore Premio RAI4 TS+FF2021
“Lamb” di Valdimar Johannsson (ISLANDA / SVEZIA / POLONIA, 2021)

Vincitore Premio Nocturno Nuove Visioni TS+FF2021
“Mad God” di Phil Tippett (USA, 2020)

Vincitore Premio MYmovies TS+FF2021
“Junk Head” di Takahide Hori (GIAPPONE, 2021)

Vincitore Premio CineLab Spazio Corto TS+FF2021
“Dorothy non deve morire” di Andrea Simonetti (ITALIA, 2021)

Vincitore Stars’ War – Premio della Critica Web TS+FF2021
“Lamb” di Valdimar Johannsson (ISLANDA / SVEZIA / POLONIA, 2021)

Vincitore Premio del Pubblico TS+FF2021
“Warning” di Agata Alexander (USA / POLONIA, 2021)

Premio Asteroide alla Carriera 2021
Abel Ferrara

Dal nostro inviato Paolo Dallimonti.