Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Guillaume Gallienne
Fotografia: Glynn Speeckaert
Montaggio: Valérie Deseine
Costumi: Olivier Bériot
Musiche: Marie-Jeanne Sereno
Suono: Marc-Antoine Beldent e Simon Leens
Francia/Belgio, 2013 – Commedia – Durata: 85′
Cast: Guillaume Gallienne, André Marcon, Françoise Fabian, Nanou Garcia, Diane Kruger, Reda Kateb, Götz Otto
Uscita: 23 gennaio 2014
Distribuzione: Eagle Pictures
Estensioni comiche
Guillaume, fin da bambino, viene considerato da tutti diverso da com’è. Il primo ricordo che ho di mia madre risale a quando avevo circa cinque anni. Chiamò me e i miei fratelli per cena e disse “Ragazzi e Guillaume, a tavola!”. L’ultima volta che le ho parlato al telefono, mi ha detto “Ti abbraccio, mia cara”. È chiaro da queste due frasi che ci sia un malinteso con tutti e soprattutto con sua madre che dura circa trent’anni, finché incontra quella che diventerà la seconda donna più importante della sua vita.
Nata come pièce teatrale (e anche all’interno del film ci sono molti stacchi in cui Guillaume è davanti al suo pubblico raccontando la sua storia), questo lavoro approfitta del mezzo cinematografico e ne sfrutta tutti suoi accorgimenti, che vanno dal surreale al simbolico. Grazie ad un solido script di partenza infatti, Guillaume Gallienne riesce a sfruttare molti dei sottotesti cari alla settima arte, e lo fa con una comicità a tratti molto convincente e con una leggerezza gradevole ed ironica, che riesce ad armonizzare anche i momenti più drammatici.
La madre del protagonista infatti risulta essere una vera è propria sua estensione ontologica (quella estensione ontologica tanto cara al critico e padre fondatore della Nouvelle Vague Andrè Bazin, che il cinema francese ha spesso inserito come sottotesto in molti film dei suoi autori più illustri), un prolungamento della sua personalità che si dirama in tutti gli avvenimenti della sua vita e che gli crea a volte delle difficoltà e a volte riesce a dargli il coraggio per affrontare i momenti più difficili.
E’ impressionante inoltre, notare come il surrealismo cinematografico creato da Bunuel dagli anni trenta in poi, sia ancora oggi così saldo e presente in molti film, soprattutto in quelli di derivazione comica ed ironica. La madre (ed estensione ideale del protagonista come già detto) di Guillaume, sbuca letteralmente fuori in molte scene che risultano catartiche per l’evoluzione del protagonista (pur non essendo fisicamente presente sul luogo naturalmente), contribuendo a creare quell’effetto comico già abusato più volte da innumerevoli autori, tra cui Woody Allen (film come Provaci Ancora Sam e Harry A Pezzi ne sono un tipico esempio), che tuttavia, complice anche l’ottima interpretazione di Gallienne che interpreta sia se stesso sia lei, non risulta forzato, ma anzi è forse il maggior punto di forza del film, nonché catalizzatore dei momenti più divertenti.
Questo lavoro sarebbe una perfetta opera comica, nonché un discreto percorso di formazione personale, se il momento catartico di cambiamento nel pensiero del protagonista, non risultasse così forzato: sì perché nell’attimo in cui Guillaume si trova al momento decisivo in cui è costretto ad affrontare tutti i suoi demoni e le sue paure, la catarsi non convince, incanalandosi in maniera piuttosto fiacca e non dando la sensazione di una reale evoluzione, ma piuttosto di un passaggio forzato situato in quel punto della storia per dei meri fini drammaturgici di mestiere. Questa l’unica pecca in un film che comunque in generale risulta un lavoro fatto con convinzione e vissuto fino in fondo.
Voto: 7
Mario Blaconà