Afferma il regista Bruno Dumont, in un’intervista riportata nel press-book di presentazione del film: “Avevo notato da parecchio tempo, soprattutto in fase di montaggio, che anche senza niente si fa sempre qualcosa, che le inquadrature non hanno necessariamente bisogno di sostenere un racconto. Neutralizzare il racconto e’ diventato quindi un principio, a tutti i livelli del film. Non volevo appoggiarmi sul suono o la fotografia perche’, per me, l’essenziale nel cinema, e’ la sintesi, il film stesso”.
Puo’ sembrare facile distruggere un film difficile, che sperimenta il linguaggio cinematografico per cercare altro rispetto all’omologazione imperante, ma le apprezzabili intenzioni si concretizzano in un film brutto e furbo (lo scandalo e’ tutt’altro che casuale). Per restare alle dichiarazioni del press-book, la sintesi che ne deriva e’ noia allo stato puro. Niente, infatti, dell’on-the-road abbozzato dal regista riesce a colpire, a interessare, a giustificare la visione: – ne’ l’artificiale spersonalizzazione dei personaggi, con un uomo e una donna forzatamente vaghi che parlano di niente e non vanno da nessuna parte, salvo cambiare repentinamente umore, con lacrime e risate immotivate;
– ne’ l’aspetto visivo, con gli unici spunti dovuti alla naturale bellezza dei paesaggi e un accostamento di nudita’ e roccia che fa tanto “Zabriskie Point” dei poveri; brutto, anche se ovviamente ricercato, il traballamento della macchina da presa sull’auto in movimento e brutte pure tutte le sequenze di sesso che, tra l’altro, suonano totalmente fasulle (aspetto che stride con l’insistita esibizione genitale);
– ne’ l’aspetto provocatorio, con una grevita’ di maniera che sfocia nella mattanza in modo assolutamente gratuito; al riguardo sarebbe curioso capire, visto che due persone che compaiono sullo schermo sono comunque interessanti anche se non fanno nulla (affermazione anche condivisibile) per quale motivo il poco che fanno deve per forza prevedere l’invincibile accoppiata sesso & violenza. Non e’ tradire le premesse sperimentali? Non e’ che la patina intelettualoide maschera malamente un vuoto di idee? Non e’ che l’esperimento senza il corredo di scandalo non remunera a sufficienza? Ai posteri l’ardua sentenza.

Luca Baroncini (da www.spietati.it)